LUISA MORGANTINI, EUROPARLAMENTARE, DI RITORNO DA PESHAWAR: "LE DONNE AFGHANE CHE SI SONO OPPOSTE AD OGNI FONDAMENTALISMO DEVONO ESSERE CHIAMATE A FAR PARTE DEL GOVERNO DI TRANSIZIONE AFGHANO.."


dicembre 2001, dalle Donne in Nero


Luisa Morgantini, eurodeputata, di ritorno dal Pakistan e dai campi profughi afghani, dove si è recata con una delegazione di donne italiane organizzata dalle Donne In Nero, nella conferenza stampa tenuta ieri al Parlamento Europeo, ha portato una testimonianza della povertà e della disperazione dei profughi e dell'attuale situazione dell'Afghanistan e del Pakistan, nonché della necessità di dare voce alle forze democratiche di quei paesi e non invece come fa molto spesso la stampa ampliare mediaticamente le forze estremiste, che non rappresentano né la popolazione afghana né quella pakistana.
Nell'illustrare il messaggio di un'organizzazione di donne, RAWA che in questi anni si è battuta contro ogni forma di fondamentalismo e integralismo e che rivendicano: "Le donne afghane devono far parte del nuovo governo afghano, non potrà esservi nessuna democrazia se non cambia la condizione delle donne..", Luisa Morgantini ha chiesto l'impegno del Parlamento Europeo affinché si faccia parte attiva nel sostenere questa richiesta.
Ha poi aggiunto che "non basta avere un corpo di donna per costruire la democrazia, per questo non si chiede solo che siano "le donne" a far parte dei negoziati e della direzione del paese, ma che siano quelle donne che non si sono fatte dividere dall'appartenenza etnica e sono state attive nella clandestinità, con il rischio della loro vita. Donne che hanno continuato ad insegnare a leggere e a scrivere a ragazze e ragazzi, hanno costruito cliniche, si sono prese cura dell'accoglienza ai profughi, agli orfani e lavorato con quegli uomini "consapevoli" che hanno rifiutato il ruolo maschile imposto da una società feudale, patriarcale e crudele".
E' a queste donne che le Donne in Nero già da parecchi anni e con questa delegazione hanno consegnato i fondi raccolti e che sono serviti per le attività del Rawa e di un'altra associazione solo di carattere umanitario, l'Hawca.
Luisa Morgantini ha manifestato seri dubbi per quanto riguarda il ruolo dell'Alleanza del Nord e a non farsi prendere dall'euforia di qualche burqa sollevato o qualche barba tagliata. Sono certamente passi positivi ma non bisognerebbe dimenticare che dal 1992 al 1996, le stesse forze che oggi fanno parte di quest'Alleanza avevano imposto il proprio dominio sul Paese, compiendo massacri ed introducendo l'obbligo di portare il burqa e che oggi in parte già si è visto potrebbero lasciarsi andare a massacri su una popolazione stremata. Ha richiamato, a tale proposito, la posizione del RAWA, chiaramente opposto verso un gruppo che ha imparato, secondo loro, a parlare all'occidente di democrazia e liberazione, ma che purtroppo non ha ancora dimostrato tali intenzioni.
Luisa Morgantini ha espresso l'urgenza di aiuti economici per rendere possibile la ricostruzione del Paese ed il ritorno e la sopravvivenza dei profughi. Nello stesso tempo ritiene indispensabile un immediato intervento delle forze delle Nazioni Unite un intervento che quindi non sia limitato agli Usa o all'Europa, ma ad una presenza multietnica e musulmana, necessaria mediatrice culturale per questo Paese, nonché un ripensamento della politica estera statunitense ed europea al fine di impedire la creazione di situazioni di conflitto, a favore di una politica che sia volta alla costruzione della pace e alla fine della povertà, che possa portare ad una reale cultura democratica e ad un abbandono o ad un isolamento delle posizioni estremistiche e alla sconfitta del terrorismo e delle guerre.

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