IL SECONDO CONGRESSO
NAZIONALE DI ARCILESBICA
novembre 1999, di Sabina Zenobi del GLO
Dal 19 al 21 novembre si è tenuto ad Ancona il 2° Congresso nazionale di Arcilesbica che ha visto la partecipazione di 41 delegate in rappresentanza di una decina di circoli, tra i quali il circolo Zami di Milano. Il congresso ha rappresentato un'occasione importante per fare un bilancio di questi primi tre anni di attività dell'Associazione. Tra gli obiettivi raggiunti, vi è sicuramente quello della conquista di una maggiore visibilità delle lesbiche nella società e, non meno importante, l'essere riuscite a far nascere circoli sparsi su tutto il territorio nazionale, quindi anche al sud, dove il maschilismo e il sistema patriarcale pesano sicuramente di più che non nelle grandi città come Milano o Bologna. Le tesi del congresso, preparate dalla segreteria nazionale uscente, esprimevano un giudizio positivo sul fatto di essere riuscite a far pesare l'opinione delle lesbiche in merito ad alcuni temi particolarmente importanti, quali la legge sulle tecniche di riproduzione assistita o la prevenzione sanitaria per le donne. Più difficile è stato invece il rapporto con i gruppi femminili separatisti che continuano a rifiutare la scelta della mediazione istituzionale nella loro pratica politica e che non prevedono la possibilità di lavorare con gruppi anche maschili su specifici obiettivi.
Arcilesbica è, dunque, riuscita in questi tre anni a porsi come valida interlocutrice per il riconoscimento dei diritti civili delle lesbiche e, soprattutto, a mettere in atto una politica autonoma da Arcigay e dalla tradizione separatista dei collettivi femminili attivi nelle varie città. Le tesi sono state votate all'unanimità con l'aggiunta di alcuni emendamenti, inoltre è stata riconfermata Titti De Simone come segretaria nazionale. Tra le decisioni prese dal congresso, vi sono l'organizzazione di un appuntamento nazionale annuale, fino ad ora organizzato dalla settimana lesbica, la mobilitazione in occasione del gay pride nazionale, che quest'anno si terrà il prossimo 28 giugno a Roma, la priorità dell'intervento nelle scuole e nel campo della salute, infine, la creazione di un collegamento tra le varie linee lesbiche che operano nel settore del counseling.
Da parte di alcune delegate era stata avanzata la proposta di aprire il tesseramento anche alle donne transessuali e transgender, ma la maggioranza ha bocciato tale proposta. Arcilesbica rimane dunque un'associazione aperta alle sole donne anagrafiche.
Per il futuro, l'organizzazione delle lesbiche intende investire maggiori energie nel campo della riflessione teorica che in questi anni è stata in parte trascurata a causa delle urgenze organizzative.
Infine Arcilesbica si colloca sicuramente nell'area della sinistra, diciamo a metà strada tra DS e PRC. Evita di esprimere troppo apertamente le proprie simpatie politiche, ufficialmente per evitare spaccature interne.
Purtroppo le politiche lobbistiche e trasversali rappresentano una grande tentazione per il movimento gay, speriamo che Arcilesbica sappia scegliere una strada diversa.