ARGENTINA: I LIMITI AL CONTROLLO DELLE NASCITE HANNO UN EFFETTO DEVASTANTE SUI DIRITTI UMANI DELLE DONNE
LE DONNE NON POSSONO DECIDERE QUANTI FIGLI AVERE E QUANDO. IL GOVERNO NON FA ABBASTANZA CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA. L'ABORTO E' TOTALMENTE ILLEGALE, MA SI STIMA PONGA FINE A QUATTRO GRAVIDANZESU DIECI


Settembre 2005, di HRW. Traduzione di Luisa

 

Argentina: i limiti al controllo delle nascite minacciano i diritti umani
Le donne non possono decidere quanti figli avere e quando. Il governo non fa abbastanza contro la violenza domestica. L'aborto è totalmente illegale, ma si stima ponga fine a quattro gravidanze su dieci.
Settembre 2005. Di HRW. Traduzione a cura di LuisaSecondo un rapporto pubblicato da Human Rights Watch, le restrizioni introdotte in Argentina all’accesso ai contraccettivi e all’aborto minacciano i diritti fondamentali delle donne alla vita, alla salute ed all’uguaglianza.
Il rapporto di 85 pagine, dal titolo "Decisioni negate: l’accesso delle donne ai contraccettivi e all’aborto in Argentina" documenta come giudici, medici e sanitari operano in modo da impedire alle donne di prendere decisioni autonome sulla riproduzione, in violazione dei diritti umani delle donne riconosciuti a livello internazionale.

"Le restrizioni poste in essere in Argentina sulla contraccezione e sull’aborto non permettono alle donne di decidere quanti figli avere e quando” sostiene LaShawn R. Jefferson, direttore dei Diritti delle Donne presso Human Rights Watch. "queste leggi e queste consuetudini sostanzialmente trattano le donne come fossero minorenni.”

Il documento registra anche alcuni degli effetti negativi della violenza domestica sulla salute riproduttiva delle donne. Il governo argentino non ha fatto abbastanza per porre rimedio a tali abusi e ai loro effetti sulla salute delle donne, secondo Human Rights Watch.

Una donna di 35 anni, madre di 8 figli, Gladis M., dice che per 14 anni suo marito l’ha picchiata e le ha impedito di prendere contraccettivi. Gladis dice che suo marito continuava a ripeterle: "ti riempio di figli così non te ne andrai mai via da me."

Dopo decenni di osteggiamento alla vendita ed all’uso dei profilattici, incluso il periodo di dittatura militare del 1976-83, il governo argentino nel 2003 ha cominciato ad implementare un programma nazionale di distribuzione gratuita di alcuni contraccettivi, (tipo quelli ormonali e i dispositivi intrauterini-IUD) attraverso il sistema sanitario nazionale.
Comunque le donne continuano ad incontrare molteplici barriere nell’accesso alla pianificazione familiare: mancanza di informazioni precise, violenza domestica, vincoli economici e leggi discriminatorie.

Secondo la legge argentina, una delle più efficaci forme di contraccezione, la sterilizzazione, è soggetta a restrizioni discriminatorie.
Molti ospedali pubblici richiedono l’autorizzazione del marito per l’operazione e che abbiano già almeno 3 figli e che abbiano più di 35 anni.

"Pensavo di morire ma volevo farlo” dice Laura P., 35 anni, che dopo 5 figli e problemi di salute ha dovuto ricorrere alla sterilizzazione. “In ospedale mi hanno posto ogni ostacolo possibile e immaginabile. Il responsabile mi ha detto che era la stessa cosa che fare un aborto." Ha fatto causa in tribunale ma le è stata negata l’operazione nonostante soddisfacesse i requisiti richiesti dall’ospedale.

"Le donne che intendono sottoporsi a sterilizzazione affrontano prove dure e kafkiane," dice Jefferson.
"In un ospedale pubblico le donne sono costrette a mendicare l’autorizzazione di sei differenti uffici, oltre alla firma del marito in presenza di due testimoni."

Molte donne hanno detto a Human Rights Watch di avere dovuto portare a termine gravidanze non desiderate a causa dell’impossibilità di accedere o dell’incapacità di usare i contraccettivi, alcune hanno abortito. In Argentina, l’aborto è totalmente illegale, anche se si stima mezzo milione di aborti all’anno. Per quanto la legge riconosca attenuanti nel caso di pericolo di vita per la donna gravida o se la gravidanza è la conseguenza di violenza su una disabile mentale, l’accesso all’aborto legale e sicuro è quasi inesistente nella pratica.

Il risultato è che le donne sono costrette a ricorrere all’aborto presso cliniche non sicure e senza controllo. Altrimenti si procurano l’aborto con metodi che mettono gravemente a rischio la loro salute e le loro vite. Senza controllo medico, alcune usano antinfiammatori per indurre l’aborto, procurandosi danni gravi alla salute, a volte persino la morte.

"La disperazione ha il sopravvento. Pensi a tutte le soluzioni possibili,", dice Paola M., una donna di 36 anni che ha avuto 10 figli. "ma se non c’è soluzione, prendi un coltello o un ferro da calza."

Il quasi impossibile accesso agli aborti legali e sicuri in Argentina non rispetta il diritto internazionale perché minaccia il diritto alla vita, alla salute, all’uguaglianza, alla privacy, all’integrità fisica, alla libertà di religione e di coscienza. A causa della continue barriere alla contraccezione si stima che in Argentina il 40 percento delle gravidanze vengano interrotte con il ricorso all’aborto illegale e non sicuro. Le complicazioni dovute ad aborti illegali rappresentano da due decenni la prima causa mortalità delle madri.

Oltre alla responsabilità dell’Argentina nel violare i diritti umani non provvedendo cure mediche salvavita senza discriminazione, Human Rights Watch ha anche rilevato che le donne in Argentina ricevono un trattamento inumano e a volte totalmente inadeguato quando richiedono assistenza medica per aborti non riusciti o infezioni dovute ad aborti illegali. In questi casi funzionari della sanità pubblica ammettono che alcuni medici rifiutano di fare l’anestesia durante il “curettage” (il raschiamento dell’utero con strumenti appuntiti, operazione altamente dolorosa).

"Le leggi argentine che limitano l’aborto hanno un effetto devastante sui diritti umani delle donne, sulla loro salute e le loro vite” sostiene Jefferson. "e la cosa peggiore è che questi effetti si possono ampiamente prevenire."

La posizione di Human Rights Watch sull’accesso all’aborto sicuro e legale:

Human Rights Watch crede che la decisione sull’aborto appartenga alla donna incinta senza alcuna interferenza da parte dello Stato o di terzi. La negazione del diritto di prendere una decisione indipendente sull’aborto rappresenta una violazione o una minaccia ad un ampio spettro di diritti umani. Qualsiasi limite all’aborto che interferisca senza ragione con l’esercizio da parte della donna dei diritti umani, è inaccettabile.

I governi devono prendono tutte le misure, a breve e lungo termine, per garantire alle donne il diritto all’informazione e libero accesso all’aborto legale e sicuro, quale elemento dell’esercizio del diritto di riproduzione e di altri diritti umani.
Devono essere implementate responsabilità governative relative all’accesso all’aborto e fondate sui diritti economici, sociali e culturali, in ottemperanza al principio di progressiva realizzazione delle risorse disponibili.
I servizi abortivi dovrebbero essere conformi agli standard imposti dai diritti umani internazionali, inclusi quelli relativi all’adeguatezza dei servizi sanitari.
I Governi sono tenuti a proteggere l’intera gamma dei diritti umani per tutte le donne.

Raccomandazioni:

Human Rights Watch si appella al governo argentino affinché protegga i diritti umani delle donne: diritto alla salute, alla vita, alla non discriminazione, alla riservatezza, all’integrità fisica, all’informazione, alla libertà di religione e di coscienza, alle pari opportunità, alla protezione legale, ed il diritto di decidere il numero e il momento per avere dei bambini.
Il governo dovrebbe prioritariamente:

* assicurare un’informazione completa, accurata e tempestiva sui contraccettivi;

* assicurare l’accesso ad un’ampia gamma di contraccettivi, sterilizzazione inclusa;

* garantire l’accesso all’aborto volontario sicuro dove il codice penale prevede un reato;

* depenalizzare l’accesso all’aborto per tutte le donne;

* assicurare l’accesso alle cure post-aborto senza paura di conseguenze penali.


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