APPELLO CONTRO LA
GUERRA IN IRAQ
LE DELEGATE
DELLA MARCIA A DELHI, RIUNITE NEL QUARTO INCONTRO INTERNAZIONALE
DA 35 PAESI, CHIAMANO LE DONNE A MOBILITARSI CONTRO LA GUERRA
aprile 2003, dal Coordinamento
della Marcia Mondiale delle Donne
Noi, le donne della Marcia mondiale, riunite a Delhi per il 4° Incontro internazionale della Marcia Mondiale, delegate di 35 paesi e territori, ci opponiamo con tutta la nostra forza e determinazione alla guerra scoppiata per responsabilità del governo degli Stati Uniti e dei suoi alleati contro il popolo iracheno.
Questa dichiarazione di guerra unilaterale rompe con tutte le norme internazionali, con lo spirito stesso della Carta dell'ONU e con la volontà dell'immensa maggioranza delle popolazioni che sfilano da settimane a milioni nel mondo intero. Con questa guerra il governo degli Stati Uniti e i suoi alleati hanno per obiettivo di essere i gendarmi del mondo, di controllare il mercato del petrolio e di rimodellare la regione del Medio Oriente secondo i loro interessi.
Noi, donne della Marcia Mondiale , manifestiamo la nostra totale opposizione all'uso di un intervento armato che creerà ulteriori sofferenze e distruzioni nella regione senza risolvere per nulla i problemi alla loro radice; al contrario questa guerra getterà sulla strada centinaia di migliaia di rifugiate/i, e aggraverà la povertà e l'umiliazione delle popolazioni colpite. Inoltre essa rischia di infiammare il pianeta e di aggravare la situazione dei popoli su tutti i continenti.
Noi lo sappiamo per esperienza , la guerra non risolve i problemi di ingiustizia, di democrazia, di oppressione dei popoli da parte di dittature o potenze straniere. Le donne e i bambini sono sempre le prime vittime dei conflitti armati insieme alle popolazioni più sfavorite.
Già dal nostro ultimo incontro a Montréal nell'ottobre 2OO1, nel quale avevamo riaffermato la nostra volontà di vivere in un mondo senza guerra, i conflitti armati si sono moltiplicati sui cinque continenti. Migliaia di persone civili innocenti sono state vittime di guerre abusivamente qualificate come "umanitarie" o guerre a "bassa intensità", vittime di violenze statali, di blocchi economici, di occupazioni, di colonialismi, di genocidi , di oppressione patriarcale (delitti "d'onore", violenze
domestiche, mutilazioni genitali, traffico sessuale), di fame e delle miserie generate dalle illegalità intollerabili del sistema economico mondiale.
La guerra fa crescere senza posa l'industria delle armi e i budget militari a detrimento dei programmi a salvaguardia della salute, dell'educazione, della sicurezza sociale, di protezione dell'ambiente.
I governi ne approfittano per alimentare la xenofobia, per chiudere le loro frontiere ancora di più ergendosi così a fortezza contro immigrati/e e rifugiate/i, per mettere in pericolo e perfino sopprimere i diritti civili e le libertà fondamentali, in particolare quelle delle donne, per criminalizzare tutto il movimento di opposizione all'attuale mondializzazione neoliberale e sessista.
Noi, donne della Marcia Mondiale delle Donne
- appoggiamo le voci sempre più numerose di cittadine/i e di gruppi che negli Stati Uniti, ma anche in altre parti del mondo, reclamano un radicale cambiamento di direzione
- esigiamo che gli stati membri dell'ONU usino il loro potere e applichino con urgenza la risoluzione 377 per convocare l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e per fermare i bombardamenti, al fine di evitare la catastrofe
- affermiamo l'urgenza per tutti i conflitti di soluzioni politiche negoziate nelle quali le donne debbano essere parte attiva
- esigiamo l'interdizione totale della produzione e vendita di armi ed esigiamo dagli Stati di mettere in opera politiche di disarmo, tanto per le armi classiche quanto per quelle nucleari e biologiche.
- Noi, le delegate della Marcia Mondiale, manifesteremo il nostro rifiuto della guerra scendendo tutte insieme per le strade di Delhi, giovedì 20 marzo, in una marcia pacifica.
- Noi chiamiamo le donne del mondo intero a mobilitarsi immediatamente, unendosi a tutte le iniziative del movimento contro la guerra.