LA MARCIA MONDIALE
DELLE DONNE
NEL 2000
MIGLIAIA DI ORGANIZZAZIONI FEMMINILI DI TUTTO IL MONDO SI SONO
UNITE PER DARE VITA A QUESTA INIZIATIVA, CHE IN QUESTI GIORNI
CELEBRA IL SUO QUARTO APPUNTAMENTO MONDIALE
E' trascorsa da pochi giorni la festa della donna, l'8 marzo infatti ricorda la triste giornata newyorkese del 1908 quando morirono 129 operaie che stavano scioperando per protestare contro le terribili condizioni di lavoro alle quali erano sottoposte. Quel giorno il proprietario bloccò le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire, successivamente fu appiccato l'incendio e la tragedia si consumò in un attimo.
Oggi, a quasi cento anni da quella triste data, i movimenti, le associazioni femministe nel mondo si sono moltiplicate e lottano ogni giorno per le rivendicazioni femminili.
Migliaia di organizzazioni di questo tipo hanno aderito ad un progetto portato avanti da un gruppo di donne del Quebec, in Canada, che nel 2000 ha dato vita alla Marcia Mondiale delle Donne.
L'idea è nata nel 1995 alla Conferenza dell'ONU sulle donne tenutasi a Pechino. Le militanti della Federazione delle Donne del Quebec hanno tentato di costituire una rete mondiale di sensibilizzazione e di azione contro le violenze e la povertà.
Può sembrare strano che tale iniziativa sia nata in un paese "civile" come il Canada, ma l'apparenza nasconde un'altra realtà: ogni giorno in Quebec 300 donne subiscono violenze sessuali. Ogni settimana una donna è assassinata da un proprio congiunto. Ogni anno più di 110000 donne di oltre 15 anni subiscono aggressioni.
La Federazione delle Donne del Quebec, costituita nel 1966, ha ottenuto numerosi successi come la lotta per l'accesso all'aborto libero e gratuito, la creazione di gruppi e servizi coinvolti nel miglioramento delle condizioni di vita delle donne e in tempi recenti, la marcia mondiale delle donne contro la povertà.
Proprio la povertà è il nemico numero uno in quanto significa ignoranza e mancanza di educazione che impediscono alle donne indifese di prendere coscienza dei propri diritti e farli valere.
Con la creazione di una rete mondiale l'obiettivo è ambizioso, coordinare un movimento globale in favore dei diritti delle donne.
Molte organizzazioni nel mondo hanno già aderito con buoni risultati.
In Brasile le donne rurali si sono riunite nella marcia delle "margaridas". Margaridas Alves era una sindacalista che fu assassinata il 12 agosto 1983 su ordine di un proprietario di uno zuccherificio. Nel 2000 a Brasilia si organizzò la più grande manifestazione di donne del paese, la marcia delle "margaridas" appunto, per una riforma agraria equa e per garantire alle donne il possesso della terra.
Fa parte della Marcia Mondiale delle Donne, il SOFA (Solidarité Fanm Ayisema) ad Haiti che si batte contro la violenza sulle donne in un paese dove lo stupro è ampiamente utilizzato come strumento repressivo, dove la legge prevede il carcere per le donne adultere mentre una semplice ammenda per gli uomini, un paese dove soltanto l'ospedale di Port au Prince ha il diritto legale di rilasciare un certificato medico di violenza carnale indispensabile per ottenere giustizia.
In Africa, in Burkina Faso, l'organizzazione sociale lascia pochissimo spazio alle donne, per questo nel 1995 è stata fondata l'ADEP (Association d'appuì et d'évil pugsada) con l'obiettivo di informare le donne sui loro diritti, sulle malattie sessualmente trasmissibili, di combattere l'infibulazione ed i matrimoni imposti cercando di coinvolgere i genitori delle figlie. Purtroppo cambiamenti drastici della società sono impensabili ma piccoli segnali sembrano arrivare: il capo di stato del Burkina Faso, Blaise Campaoré, ha fatto più di 200 km per incontrare un gruppo di donne dichiarando che la società africana deve riservare maggiore attenzione all'universo femminile.
Se viene chiesto alle donne militanti dell'ADEP quali risultati sono riuscite a conseguire, la risposta è ferma e decisa "ci siamo misurate con noi stesse, ci siamo scoperte forti e siamo determinate ad andare avanti. Per alcuni non sarà niente, per noi significa molto".
In Argentina i "piqueteras" frequentano ogni giorno le strade di Buenos Aires e la Plaza de Mayo insieme alle madri dei "desaparesidos". Molte sono donne, ex operaie che hanno perso il lavoro a seguito della peggiore crisi economica che l'Argentina abbia mai attraversato. Queste donne mobilitano la piazza per far sentire la loro voce, il loro grido di disperazione. Nei movimenti dei disoccupati la proporzione delle donne in Argentina ha raggiunto il 65%.
Nelle Filippine organizzazioni femminili protestano contro la globalizzazione selvaggia, "Gabriela" è una di queste. Prende il nome da Gabriela Silang che condusse una rivolta nel XVIII sec contro il colonialismo spagnolo. Oggi il nemico è il capitalismo indiscriminato.
L'industria dell'abbigliamento nelle Filippine impiega molte donne ma la situazione sta cambiando perché i lavoratori filippini sono più costosi degli operai sottopagati cinesi e tailandesi e le multinazionali stanno lasciando il paese.
Anche il continente europeo non è esente da lotte per rivendicare l'uguaglianza sociale delle donne: per la Turchia è storia recente la riforma del Codice Civile. Gruppi di donne attiviste hanno condotto una battaglia per la parità dei diritti, ad esempio fino al 1990 per un donna occorreva il permesso del marito per poter lavorare.
Molto rimane da fare e il contributo di queste donne sarà fondamentale per l'affermazione di una società più equa. La Marcia Mondiale delle Donne è tutto questo, è una lotta globale a cui tutti possono aderire.
Non hanno un leader nel bene e nel male; non esiste un programma comune perché le divergenze all'interno del movimento esistono, basti pensare alle discussioni nate in Italia sulle donne soldato nell'esercito o sulla possibile legalizzazione delle case di appuntamento.
Quello che è importante è mettere insieme molte progettualità, coordinare gli sforzi ed essere dei validi interlocutori con le istituzioni di ogni paese.
Einstein scriveva "il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare".