MIGRANTI E NATIVE, LA FAMIGLIA RESTA UN CAMPO MINATO PER I DIRITTI UMANI DELLE DONNE
BREVI COMUNICATI DALLA FRANCIA SULLE LOTTE IN CORSO, SU ABORTO, VIOLENZA DOMESTICA E PERMESSO DI SOGGIORNO, ACCOGLIENZA PUBBLICA DEI BAMBINI, STUPRO, PREVENZIONE DELL'HIV, COSTITUZIONE EUROPEA. LE INIZIATIVE E CHI LE ORGANIZZA


giugno 2003, Da Il Corriere della Marcia Mondiale delle Donne contro le Violenza e la Povertà. N° 28 ­ 30 aprile 2003. Traduzione di Sara Savoca

1 ­ Interruzione di gravidanza ed emendamento Legge sulla sicurezza nelle strade ­
2 ­ Conferenza sulla famiglia ­ Dichiarazione comune
3 ­ Sérénade ­ la sua lettera di ringraziamenti
4 ­ Touria di ritorno in Francia ­ Spiegazioni e lettera di ringraziamenti
5 - Azione per Alev
6 ­ Arresto di Pantere Rosa ­ comunicato delle Pantere Rosa e di Act up
7 ­ Conferenze su " I diritti sociali: una leva per l'uguaglianza. Proposte per la Costituzione europea "

1 ­ Interruzione di gravidanza ed emendamenti Legge sulla sicurezza stradale ­ comunicato stampa della CADAC
L'emendamento adottato dai deputati di destra, malgrado l'opposizione dei Socialisti, nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2003, nella cornice del progetto di legge per sostenere la lotta contro la violenza nelle strade, crea un delitto d'interruzione di gravidanza, per imprudenza, senza il consenso dell'interessata, facendo mostra di proteggere la donna incinta. Questo testo risulta ridondante poiché esiste già nel Codice penale un articolo 223.10 che prevede che " l'interruzione della gravidanza senza il consenso dell'interessata è punito con cinque anni di prigione e 15000 euro di ammenda. "
Non si tratta allora, tra le scappatoie del progetto di legge contro la violenza sulle strade, di sanzionare " la morte d'un feto " dandogli insidiosamente lo status giuridico di " persona "?
Dare all'embrione o al feto lo status giuridico di " persona " è un atto giuridico e politico che, domani, rimetterà in questione il diritto all'aborto. Dal momento che le differenti istanze della società civile hanno sempre avuto la saggezza di rifiutare questa piega, i deputati anti-aborto cercano con tutti i mezzi di far riconoscere l'embrione come " persona ", ciò che gli conferirà i diritti giuridici venendo a contrapporsi all'IVG. Se l'embrione diverrà una persona, l'aborto sarà proibito.
Tra le pieghe molto oblique di un progetto di legge che rinforza la lotta contro la violenza sulla strada, la CADAC vuole dunque rendere pubblica la morte programmata del diritto all'aborto. Noi siamo determinate a lottare contro ogni tentativo di rimettere in questione questo diritto fondamentale per tutte le donne.
Parigi, 2 aprile 2003 CADAC (coordinamento delle associazioni per il diritto all'aborto e alla contraccezione) 21 ter rue Voltaire, 75011 Paris Tel: 01 43 56 36 48
email : colcadac@club-internet.fr

2 ­ Conferenza della Famiglia 2003
Dichiarazione comune: CGT; UFAL (Unione delle Famiglie laiche ), Collettivo Nazionale dei diritti delle Donne, Associazione Les P' tits Avions ­ Femmes Solidaires
L'accoglienza pubblica dei bambini deve divenire una priorità nazionale.
I gruppi di lavoro messi in piazza dal governo in occasione della preparazione della conferenza della Famiglia, che si terrà il 29 Aprile prossimo, hanno rimesso il loro rapporto e i loro propositi al Ministro delegato per la Famiglia.
" Una constatazione senza ambiguità " ha potuto essere fatta quanto all'anarchia che regna in termini di qualificazioni, di formazione e di remunerazione delle persone che accolgono i bambini, in termini di indennizzo delle spese affrontate dai genitori, infine in termini di diversità di servizi, essendo stati alcuni largamente favoriti in rapporto ad altri: essendo al primo posto l'accoglienza da parte di un'assistente materna detta indipendente, essendo invece largamente minoritaria quella in asilo collettivo.
Altra constatazione: nella maggior parte dei casi, la libera scelta dei genitori è totalmente condizionata dalla penuria globale di modelli di accoglienza qualificati, organizzati e sicuri, e dalla crescita e dalla natura globale delle prestazioni familiari e fiscali decise dal Potere Pubblico. In effetti, alcune tra queste favoriscono senza dubbio il ritorno di uno dei genitori al focolare: le donne, per il 99 %, e particolarmente quelle che hanno delle remunerazioni scarse, delle condizioni di lavoro difficili e precarie.
Non sembra, alla luce delle argomentazioni che si ricavano dai rapporti, che la situazione sia capovolta, ma che al contrario i disequilibri attuali siano rinforzati.
Il postulato di partenza è: " poca o nessuna spesa supplementare ".
Ciò che appare chiaramente, è la volontà di sviluppare ancora di più l'accoglienza da parte di assistenti materne e di impiegate di casa (queste ultime non essendo autorizzate dai servizi di protezione materna e infantile ) di cui i genitori sarebbero i datori di lavoro con tutti gli obblighi che sono legati a questa funzione.
L'assegno familiare per l'educazione sarebbe mantenuto nel suo attuale ammontare per due figli, esteso in parte al primo figlio, e sostanzialmente rinforzato se i genitori lavorano a tempo parziale.
L'incitazione al lavoro a tempo parziale è ugualmente al centro delle proposte raccomandate nel gruppo " famiglie e imprese " come la gestione degli orari negli isolati, cioè a dire gli accordi tra salariati nell'ambito di uno stesso sevizio o di una stessa impresa.
Infine l'apertura dell'accoglienza dei bambini piccoli al settore privato è all'ordine del giorno. A dispetto della deontologia dell'azione sociale dei CAF che non sostengono che gli attori, le strutture e i servizi a scopo non di lucro, le casse di allocazione familiare sarebbero tenute ad accordare dei finanziamenti a delle imprese private allorché mancano così gravemente per il servizio pubblico!
Aggiungiamo che queste imprese beneficerebbero in più di un credito d'imposta equivalente alla metà delle loro spese sostenute per sviluppare il tempo parziale effettuato dall'85% delle donne, per sollecitare un'assicurazione per vigilanza di un bambino ammalato, per partecipazione finanziaria alla riserva di posti in asili nido.
L'accoglienza pubblica dei bambini piccoli deve diventare una priorità nazionale
Questa accoglienza deve garantire:
- un'accoglienza professionale di qualità a servizio dei bambini;
- una vera scelta del modo di vigilanza su tutto il territorio nazionale;
- un'effettiva eguaglianza dei padri e delle madri di fronte alle responsabilità familiari e parentali;
- la creazione di case per i bambini piccoli rispondente ai bisogni diversificati delle famiglie.
1 ­ Riguardo ai professionisti/professioniste:
- una rivalorizzazione delle convenzioni, degli statuti e delle remunerazioni per tutti i mestieri rivolti alla piccola infanzia;
- una formazione di qualità per tutti questi mestieri che sia il simbolo dell'accoglienza.

2 ­ Riguardo ai genitori:
- l'allungamento del congedo per maternità;
- l'allungamento del congedo per paternità;
- l'indennizzo del congedo parentale, all'ammontare dell'80% del salario precedente, fino al primo anno di vita del bambino, diviso tra i genitori;
- la messa a disposizione di equipaggiamenti e di servizi di accoglienza diversificati, adatti alle esigenze professionali e sociali dei genitori;
- l'abbassamento della partecipazione finanziaria dei genitori per andare rapidamente verso la gratuità, come la scuola materna;
- quali che siano i modelli di accoglienza, i genitori devono essere degli utenti e in nessun caso i datori di lavoro dei professionisti o delle professioniste;
- l'accesso alla scuola materna dall'età di due anni con l'equipaggiamento necessario.

3 ­ Nei confronti delle imprese:
- una partecipazione delle imprese al finanziamento dei modi d'accoglienza sul modello del finanziamento dell'alloggio sociale;
- un diritto al congedo per il bambino ammalato aperto al padre e alla madre.

Tutte queste iniziative devono essere oggetto di finanziamenti plurali con il contributo:
- del budget dello Stato;
- delle imprese;
- delle Regioni;
- dei dipartimenti;
- delle municipalità;
- delle Casse di Allocazione Familiare.

Per ciò che concerne la partecipazione attuale della Sicurezza Sociale al funzionamento degli equipaggiamenti di accoglienza dei bambini piccoli, attraverso dei finanziamenti assicurati dai CAF, questi ultimi devono intervenire sulla totalità del prezzo di costo delle strutture e non su una frazione di questo, com'è nel caso attuale.
Montreuil, il 18 Aprile 2003

3 ­ Serenade di ritorno in Francia dall'Egitto: continua la lotta per salvare sua figlia Laila dall'escissione
Siete stati numerose e numerosi nel sostenere le richieste in favore di Sérénade Chafik che è stata per un mese in sciopero della fame. Vi trasmettiamo qui la sua lettera di ringraziamenti: ella ha avuto effettivamente il sostegno del Governo francese, ma la sua battaglia è lungi dall'essere compiuta

Miei cari amici e amiche,
come sapete ho interrotto, il mio sciopero della fame il venerdì 21 marzo 2003, dopo aver ricevuto, per la prima volta dopo quattro anni, delle assicurazioni scritte dalle più alte autorità dello Stato.
Durante questi 29 giorni di lotta, ho provato successivamente diversi sentimenti contraddittori; collera, amarezza, stanchezza. Ma grazie a voi e a certe persone che mi hanno testimoniato il loro sostegno, la speranza riprendeva sempre il sopravvento.
Nessun termine, nessuna parola potrebbe testimoniarvi la mia gratitudine. Siate pertanto assicurati del fatto che essa esiste.
I due corrieri che ho ricevuto il venerdì 21 marzo 2003, l'uno dei quali era inviato dal gabinetto del signor Presidente della Repubblica e il secondo dal Ministero della Giustizia, riconoscevano la legittimità della mia battaglia. Mi assicuravano che i miei diritti, che sono stati ignorati dopo la partenza di Laila, sarebbero ormai presi in considerazione e garantivano a questo proposito che il 7 Aprile 2003, data del processo in appello, non ci sarebbero dei rinvii come è accaduto così spesso in occasione delle precedenti udienze egiziane.
Essi mi accordavano ugualmente un accompagnatore diplomatico al momento del trasferimento al Cairo in questa occasione. Infine, s'impegnavano a far applicare " L'exequatur come previsto dalla convenzione egiziana del 1982.
Ma queste assicurazioni non erano che una tappa e non garantivano affatto l'applicazione del giudizio francese del 12 marzo 1999 che mi accorda un diritto di ospitalità di Laila per tre mesi e mezzo in Francia ogni anno.
Fin d'ora, si può dubitare dell'affidabilità degli impegni scritti dallo Stato francese. In effetti, malgrado gli impegni del Ministero degli Affari Stranieri, non mi è stato possibile incontrare il più piccolo responsabile dell'Ambasciata di Francia il 5 Aprile, nella circostanza del mio spostamento al Cairo, in occasione dell'udienza d'appello che doveva decretare sull'applicazione dell'exequatur.
Di più, lo stesso Ministero, in una lettera in data del 10 Aprile 2003 ha dichiarato che trattandosi di rischi di escissione, non esisteva nel dossier alcun elemento che permetteva di dichiarare che Laila era in pericolo. Questa affermazione si appoggia in modo del tutto parziale su delle decisioni di giustizia che datano dal 1998, emesse in seguito all'intervento del signor Moubarak per due volte nel corso delle procedure giudiziarie. Ciò che è incomprensibile, è l'omissione fatta dal Ministro degli Affari Stranieri di altre decisioni di giustizia come per esempio quella del 17 aprile 1999 che mi assolveva dall'accusa di non presentazione di bambino riconoscendo la sua responsabilità nel diniego di giustizia che ho subito.
Infine nello stesso corriere, si annuncia che questo padre "generoso" ha certo voluto che io vedessi (intravedessi ?) mia figlia, lasciando supporre che è la ragione per la quale ho interrotto il mio sciopero della fame, affermazione che pone il padre nel ruolo del Santo ­ Salvatore. Ora è di pubblica conoscenza che io ho deciso di porre fine al mio sciopero della fame in seguito agli impegni scritti dalla Presidenza della Repubblica e dal Guardasigilli.
Tengo a precisare che se sono riuscita a vedere mia figlia, è grazie all'intervento dell'ufficio di mutua assistenza giudiziaria del Ministero della Giustizia egiziana e che l'incontro si è svolto alla presenza del padre, della nonna e del nonno paterni. Due ore in tre anni non è un grande progresso! E la mancanza di intimità si è fatta sentire a tal punto che Laila non ha potuto impedirsi di parlare di prigione!
La migliore garanzia che io ho avuto in questi ultimi anni, è il vostro sostegno presente e futuro. La lotta non è terminata e il Comitato di sostegno prosegue le sue azioni. In questo quadro organizza in particolare una riunione pubblica sull'escissione e il Codice della Famiglia mercoledì 21 Maggio 2003 alle 20,30 presso l'antica Manifattura dei Tabacchi di Nantes, Boulevard Stalingrado.
Ringraziandovi ancora della vostra fiducia e del vostro sostegno, a nome mio e di Laila, mia figlia,
Sérénade CHAFIK

4 - Touria di ritorno in Francia:vittima di uno stupro, deve difendersi dall'accusa di relazione sessuale fuori dal matrimonio negli Emirati Arabi Uniti ­ Spiegazioni e lettera di ringraziamenti

Limoges, 20 Aprile 2003
Dopo sei mesi di residenza obbligata a Dubay, negli Emirati Arabi Uniti, Touria Tiouli è rientrata in Francia questo week-end. Vittima di uno stupro il 14 Ottobre, la sua denuncia si è ritorta contro di lei ed ella si è ritrovata accusata di relazione sessuale fuori dal matrimonio. Dopo due processi che hanno pronunciato dei contraddittori e numerosi falsi annunci di rilascio, la giustizia e le autorità degli Emirati hanno infine accettato di renderle il suo passaporto e di autorizzarla a rientrare a Brive, raggiungere suo figlio e la madre. Il procedimento giudiziario continua, tuttavia, senza la sua presenza, con un'udienza il 28 Aprile, ma l'essenziale è che ella sia per il momento in sicurezza nella sua famiglia.
L'associazione di sostegno, che aiuta Touria dal mese di ottobre si è rallegrata di questo ritorno che segna la fine di un'enorme ingiustizia nei confronti della nostra compatriota. La mobilitazione popolare, con le 1300 firme della petizione, la copertura mediatica molto importante e gli interventi dei rappresentanti diplomatici della Francia hanno permesso di ottenere questo risultato insperato, già da una settimana. L'associazione ringrazia tutte le persone che hanno partecipato da vicino o da lontano a questo slancio di solidarietà eccezionale.
Ma non è tutto finito per Touria . Ella deve riprendere una vita normale, superare l'impatto psicologico di questa prova e inoltre rimborsare il suo debito che si eleverà a 4000 euro, malgrado tutte le donazioni e le sovvenzioni del Consiglio Regionale, della città di Brive e di quella di Tulle, intorno ai 15000 euro di spese legate a questo soggiorno forzato. L'associazione continuerà dunque la sua azione ancora per qualche mese per accompagnarla nei suoi prossimi passi e per aiutarla a rimborsare il suo prestito.

Lettera di Touria: " Sono molto contenta di essere di ritorno a Brive dopo sei mesi di attesa e di calvario lontano dalla mia famiglia. Ringrazio innanzitutto i membri dell'associazione di sostegno che non hanno mai abbassato le braccia durante questi sei mesi e che continueranno a sostenermi, così come tutte le persone che hanno fatto una donazione o hanno firmato la petizione.
Indirizzo ugualmente i miei ringraziamenti agli eletti del Limousin, per i loro interventi presso il Ministero degli Affari stranieri e per il loro aiuto finanziario.
Tengo infine ad esprimere la mia riconoscenza ai media per avermi sostenuta, e aver fatto il massimo perché io non cadessi nell'oblio.
Senza voi tutti, non sarei a Brive. Grazie ancora. Touria Tiouli "

5 - Azione per Alevin: violenze coniugali e ricatti sul permesso di residenza
Alev, giovane donna turca sposata ad un cittadino francese, vittima di violenze coniugali, denunciata dal marito alla prefettura, ricondotta alla frontiera; Soumia, giovane donna marocchina, messa alla porta dal marito, invitata a lasciare il territorio.
Due donne tra molte altre, che subiscono una doppia violenza: violenze coniugali e dominio maschile da una parte, attentato al diritto al soggiorno come straniere aventi diritto di soggiorno in ragione del loro matrimonio, d'altra parte.
Insieme, possiamo agire
Attorno ad Alev, perché ella possa ritornare in Francia si organizza una campagna, iniziata dal gruppo Donne della Turchia e dal Consiglio nazionale delle donne di Turchia in Francia ( petizione da firmare ). Le associazioni delle donne immigrate e di solidarietà con le donne immigrate, come il Gruppo Donne di Turchia, la FASTI, Donne della terra, il Rajfire ( per non citare che le associazioni presenti alla conferenza stampa del 20 marzo ) si propongono di lottare insieme contro queste violenze.
-realizzazione di una guida pratica ( brochure o depliant ) per le donne poste di fronte a queste situazioni e che vogliono lottare per i loro diritti
- realizzazione di un " libro bianco " che riunisca degli esempi in tutta la Francia di casi di doppia violenza nei confronti di donne emigrate o immigrate
- interrogazione delle autorità ( ministero dell'interno, prefetture )
- mobilitazione e informazione delle associazioni di solidarietà con gli stranieri e dei movimenti di donne ( intervento in occasione del FSE in novembre )
Unitevi a questa azione
Ultima riunione lunedì 5 maggio 2003 alle ore 19,00 nella sede dell' ACORT ( associazione cittadina degli originari della Turchia in Francia )
39Bd Magenta, 75010 métro République
Per ogni contatto :
- Groupe femmes de Turquie : acort.femmes@noos.fr ou téléphone 01 42 01 12 60
- RAJFIRE :rajfire@wanadoo.fr ou téléphone il martedì dalle ore 16,00 alle 20,00 01 43 43 41 11

6 - Arresto di Pantere Rosa ­ comunicato delle Pantere rosa e di Act Up
lunedì 28 Aprile 2003
Il liceo Rabelais e la Giustizia assimilano prevenzione del VIH e corruzione di minori.
Venerdì 25 aprile 2003, sette pantere rosa sono state arrestate dalla polizia mentre conducevano un'azione di prevenzione all'entrata del liceo Rabelais, a Parigi, nel diciottesimo quartiere. Questa azione consisteva nel distribuire preservativi, femidon e gel, così come un opuscolo informativo che ricordava la necessità di proteggersi ( vedere il testo qui sotto ).Delle azioni simili avevano avuto luogo dall'inizio della settimana, davanti altri stabilimenti, senza alcun problema.
Condotte ( condotti ) al commissariato della Goccia d'oro, le militanti ( i militanti ) si sono viste ( visti ) notificare dalle forze dell'ordine il motivo del loro arresto, su ordine del procuratore: " incitazione al vizio " e " corruzione di minori ". Dal canto suo, il preside del liceo Rabelais dichiara di aver sporto querela contro le Pantere rosa.
Contattato da Act Up Paris per conoscere le sue motivazioni, il responsabile ha semplicemente affermato che egli " aveva del lavoro ", che " nessuno lo avrebbe obbligato a farsi spillare quattrini se non ne aveva voglia", prima di minacciare Act Up ­ Paris di querele.
Il procuratore di Parigi e il liceo Rabelais rendevano tutte le previsioni di VIH impossibile. Come allertare sulla realtà dell'epidemia, i modi di trasmissione e i mezzi di prevenzione senza parlare apertamente delle pratiche sessuali ?
La distribuzione di materiali di prevenzione e d'informazione sarebbe ormai passibile di procedimenti giudiziari?
Noi domandiamo:
- che il Procuratore non avvii dei procedimenti sulla base delle interpellanze,
- che il preside del liceo Rabelais ritiri la sua querela,
- che essi ammettano tutti e due che l'ordine morale che essi difendono è incompatibile con gli imperativi della prevenzione.
Contatti : per le Pantere rosa, Eric Marty / 06 11 43 32 03
Per Act Up Paris, Jérome Martin / 06 85 90 08 27
Ecco l'opuscolo distribuito dalle Pantere rosa:

ASTENETEVI DAL LEGGERE: 20 ANNI, NIENTE BACI !

La rivista 20 anni ( edizione di febbraio, p. 122 ) sviluppa " 13 buone ragioni per non dormire", tra le quali " è forse malato ", chi spiega che in questi tempi di Sida e MST : "Anche con un buon preservativo, un buon gel, e una crema spermicida ultradolce, bisogna essere suicidi per tentare il diavolo. Veramente maligna quella che può individuare il folle, l'incosciente e l'ingenuo totale, suscettibile di essere portatore, senza neppure saperlo."
La redazione di 20 anni non sa mettere delle cuffie?
Se leggete queste riviste che vi prendono per idioti e, dovete essere disperati/e !
Dimenticate tutto, si ricomincia:
Sida e altri gruppi sono una realtà.
Ciò non si legge sul volto.
Ciò non accade che agli altri.
Ma non è una ragione per farsi prendere dal panico, né per evitare il sesso !
Leccatevi, succhiatevi, penetratevi, inculatevi,
Tra ragazze, tra ragazzi, tra ragazze e ragazzi.
Con dei "séronegs", con dei "séropos" . E con del lattice !
A ciascun gioco il suo giocattolo: cuffia (con del gel a base d'acqua ), fémidon ( preservativo femminile ), diga dentaria ( per leccare scemo e gatta ), etc
Se vi ponete delle domande sulla prevenzione, i MST o le sessualità, chiamate Sida Service ( 0800 840 800, chiamate confidenzialmente e gratuitamente 24 / 24 ) o la Linea Azzurra ( 0810 20 30 40 ), gettate i vostri 20 anni e inviate loro * le vostre più vive proteste!
* 20 anni, 1 via del Colonel Pierre Avia 75503 Paris Cedex 15,
01 46 48 48, redazione-20ans@excelsior,fr
Con il sostegno di Act Up-Paris e Aides-Ile de France.

7 ­ Conferenza su " I diritti sociali: una leva per l'uguaglianza. Proposte per la Costituzione europea "

Qui di seguito, le Conclusioni di una Conferenza Europea che è stata organizzata ad Atene, nel quadro della presidenza ellenica, il 2 aprile ultimo, dalla Lega ellenica per i diritti delle donne, in collaborazione con l'Alleanza Internazionale delle donne, l'Associazione delle donne dell'Europa meridionale ( AFEM e l'Associazione europea delle donne giuriste ( EWLA ) sul tema : " I diritti sociali: una leva per l'uguaglianza. Proposte per la Costituzione europea ".

Queste le conclusioni :
1) riprendono:
a) quelle della Conferenza Jean Monnet del 4 marzo 2003, ( alla quale partecipava una parte importante dei circoli associativi e universitari, rivolti verso l'Europa), che figurano in allegato alla Dichiarazione di Atene. Noterete che domandano, tra l'altro, che la pace e la legalità, specialmente tra gli uomini e le donne, figurino nell'articolo n.2 nel numero dei valori dell'Unione, che siano affermati nell'articolo n.6 l'uguaglianza degli uomini e delle donne in tutte le proprietà e la legittimità delle azioni positive, che siano assicurate in un articolo n.6 nuovo " la protezione della gravidanza, della maternità e della paternità, così come l'articolazione della vita familiare e della vita professionale degli uomini e delle donne ",
b) la Dichiarazione per la Convenzione europea adottata, ad Atene, il 31 marzo 2003, dalla Rete di Commissioni parlamentari per l'uguaglianza delle opportunità per le donne e gli uomini nell'Unione europea,
2) esse vi aggiungono 3 punti che ci sembrano essenziali per premunire i cittadini / e europei / i contro ogni pericolo che l'accordo costituzionale permetta delle trasgressioni in rapporto alla situazione attuale, in particolare in materia di uguaglianza tra gli uomini e le donne .
Le proposte alle quali ha condotto la Conferenza di Atene beneficiano dell'appoggio della Commissaria europea per l'impiego e gli Affari Sociali Signora Anna DIAMANTOPULOS, della Presidenza della Commissione dei diritti della donna del Parlamento europeo Signora Anna KARAMANOU come numerosi membri della Convenzione sull'Avvenire dell'Europa.
E' particolarmente urgente sostenere queste conclusioni prima della prossima riunione dei Ministri incaricati dell'Uguaglianza che sarà il 6 maggio prossimo ad Atene. E' perché, se queste conclusioni vi piacciono, bisognerà che voi vogliate farlo sapere al più presto, inviando a Sophia Spilitopoulos ( spil@ath.forthnet.gr), vice presidente dell'AFEM,un messaggio di " sostegno alle Conclusioni della Conferenza d'Atene organizzata il 2 aprile dalla Lega Ellenica per i Diritti delle Donne ".
Cionondimeno , ogni appoggio, anche ulteriore, resta il benvenuto.
All'occorrenza, non dimenticate di dare il nome completo della ( o delle vostre ) associazione ( i ), così come il nome della persona di contatto e dei suoi riferimenti. In anticipo un grande grazie.
Micheline GALABERT
Associazione delle Donne dell'Europa Meridionale (AFEM )