FORUM FEMMINISTA
EUROPEO DI MARSIGLIA
UN PASSO
PER LA COSTRUZIONE DI UN MOVIMENTO INTERNAZIONALE DI DONNE
giugno 2005, a cura
di Edy Borgianni, Patrizia Losito, Lidia Martin, Nicoletta Pirotta,
Valentina Turba di Como
Il forum femminista europeo (organizzato il 28 e il 29 maggio 2005 a Marsiglia dalla Marcia mondiale delle donne contro le guerra, la violenza e la povertà) è stata una tappa importante del percorso che sta compiendo la Carta femminista per l'umanità, prodotta dalla Marcia e lanciata in Brasile, a San Paolo, l'8 marzo scorso.
La Carta è già passata per l'Italia, precisamente a Brindisi dove sono state organizzate due giornate di forum, festa, corteo.
Il forum europeo, dentro il percorso già iniziato dall'Assemblea delle donne di Bobigny in occasione del Forum Sociale Europeo (FSE) di Parigi del 2003, ha consentito di fare un altro passo nella costruzione (lenta e faticosa) di un movimento internazionale di donne.
Donne che credano possibile un altro mondo solo se saprà includere il genere femminile e che sappiano lottare in ogni parte del mondo, a partire dalla loro condizione materiale e simbolica, per trasformare se stesse e l'esistente.
L'iniziativa, che ha visto la partecipazione di moltissime donne provenienti da tanti Paesi (Spagna, Portogallo, Italia, Belgio, Turchia, Cipro, Nuova Zelanda), si è aperta sabato mattina con 4 forum tematici di disacussione (Pace, precarietà, democrazia,autodeterminazione) cui sono seguiti 3 spazi
autogestiti (migranti, giovani, lesbiche).
Nei 4 forum di discussione si sono individuate possibili campagne europee su argomenti concreti sulle quali produrre iniziative territoriali.
Nel Forum sulla PACE oltre ad aver ribadito che "la guerra non ha il volto di donna" (come proposto dalle Donne in Nero francesi) si è ragionato sull'intreccio guerra/violenza/spesi militari. E' stata presentata una densa agenda di iniziative possibili che vanno dalla denuncia e dalla documentazione delle violenze sessuali subite dalle donne nei luoghi di conflitto alla possibilità di costruire una proposta di legge europea sul disarmo, dalla promozione di percorsi educativi fondati sulla pace, la non violenza e sulle modalità di gestione dei conflitti.
Nel forum PRECARIETA' si sono riconfermate le analisi circa l'ambivalenza del processo di femminilizzazione della manodopera lavorativa, la decostruzione dei sistemi pubblici di welfare, l'intreccio spese militari/spese sociali. Campagne concrete potranno essere organizzate sul
diritto al reddito sociale, sul superamento della disparità di trasttamento economico fra lavoratrrici e lavoratori, sulla difesa e l'estensione dei sistemi pubblici dei servizi alla persona, sulla risignificazione del valore del lavoro e dell'universalità dei diritti.
Nel forum DEMOCRAZIA/POTERE si è analizzata la natura patrircale del potere e della sua gestione per riconfermare il valore dell'uguaglianza dei diritti nel rispetto delle differenze (differrenti si ineguali no) di denunciare le discriminazioni sessuali, economiche e di provenienza geografica, dell'assoluta necessità di rivedere la Costituzione europea (fondata sul libero mercato e simbolo dell'Europa fortezza). Ora con la vittoria dei No al referendum francese uno spazio per ridiscuterla potrebbe essersi aperto. Si è proposto inoltre di lanciare iniziative per il riconoscimento della violenza maschile contro le donne come problema sociale, di assumere il valore della laicità come valore fondante l'unione europea, di affrontare, nella rivalorizzazione del sistemi di welfare pubblici, il nesso fra lavoro salariato e lavoro di cura gratuito, di considerare il 9 maggio giornata
euopea per i diritti delle donne.
Nel forum sull'AUTODETERMINAZIONE si è affrontata la questione della violenza maschile sul corpo delle donne (ossessione centrale del sistema patriarcale), la denuncia della prostituzione e della tratta/ della lesbofobia/ e della violenza famigliare. Si è riconfermato l'appuntamento del 25 novembre (giornata mondiale contro le violenze sulle donne) proponendo su queso aspetto una proposta di legge europea. Si è espressa solidarietà e sostegno alle lotte delle donne nei Paesi dove ancora non esiste una legislazione sull'aborto garante dei diritti della donna (Andorra, Cipro, Irlanda, Malta, Polonia e Portogallo). Si sono dati adesione e sostegno alle mobilitazioni italiane per il Si al referendum sulla PMA cogliendo la pericolosità del riconoscimento giuridico dell'embrione che consaentirebbe una rimessa in discussione della 194 (la nostra legge sull'interruzione volantaria di gravidanza).
I tre spazi autogestiti hanno consentito di gettare le basi per costruire reti europee a partire dalla definizioni di specifici assi tematici legati alla condizione materiale.
Mentre lo spazio giovane e quello lesbico hanno ragionato soprattutto sul come e perchè fare rete, in quello migrante si sono avanzate interessanti proposte di lavoro:
a) la cittadinanza di residenza,
b) lo statuto di rifugiata politica per le donne che fuggono dalla violenza domestica,
c) il mantenimento del permesso di soggiorno anche in caso di separazione dal marito,
d) l'applicazione delle leggi dei paesi accoglienti sulle violeza maschile anche nei confronti
delle migranti,
e) la denuncia della prostituzione e della tratta come strumenti di nuovo schiavismo e il riconoscimento del "cliente" come produttore e manutentore del mercato del sesso.Da Como abbiamo partecipato in 5 mentre dall'Italia eravamo circa 25 ( da Milano, Como, Varese Torino, Bologna, Pavia, Roma).
Purtroppo la grandissima affluenza al forum femminista non ha permesso la partecipazione di tutte le presenti ai Forum ("vittime del nostro successo" ci è stato detto...)
Siamo riuscite ad entrare in quello sull'autodeterminazione grazie al fatto che era previso un nostro intervento dal tavolo della presidenza.
Le più giovani di noi hanno poi partecipato allo spazio giovani, le altre tre a quello migrante.
La manifestazione di oltre 10 mila persone è stata bellissima: sotto un sole estremo abbiamo ballato, cantato, gridato slogan in lingue diverse.... e attraversato la bella Marsiglia creando scompiglio, curiosità, interesse.
La plenaria finale ha consentito di dare organicità alle differenti proposte per ricomporre l'iniziativa della marcia . Ma ha permesso anche di provare emozione e commozione (l'abbraccio delle donne africane alla chansonniere bretone che ha cantato un suo pezzo sulle ragazze nigeriane che sbarcano a Brest e sono costrette a prostituirsi, il passaggio della Carta femminista e del patchwork dalle mani francesi a quelle belghe, il coro femminista di Tolone che ha intonato anche canzoni italiane...)
E' stato bello esserci.
Ora tocca a noi continuare il prezioso lavoro di costruzione della rete sui territori, anche quello di Como, tenendo insieme, olisticamente, i differenti aspetti della nostra condizione precaria: rafforzate dalla consapevolezza che in tante parti del mondo le altre compagne della Marcia
stanno facendo la stessa cosa.