riceviamo e pubblichiamo

MARCIA: DA LODI A ROMA
INTERVENTO ALL'INIZIATIVA DI LODI DEL 14 IN PREPARAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE DI ROMA


settembre 2000, intervento di Valeria Savoca

 


Che cosa ci unisce ? Molto .
La volontà di cambiare il mondo di valorizzare la presenza femminile in ogni ambito sociale, culturale, politico, economico, morale.
Che cosa ci può dividere ?
L' idea, che finora ha dominato il mondo, che una sola sia la via giusta e che tutte le altre siano da combattere.
Io credo che l'unica idea che bisogna combattere sia proprio quella che impedisce la libera espressione delle idee, il libero confronto, lo spazio per riconoscersi individue e individui, protagoniste/i della propria vita e dei propri corpi. Chi ha paura del corpo? Chi ha paura del corpo delle donne?
A Pechino le donne hanno mostrato la insopprimibile realtà dei loro corpi con le loro differenze, che potremmo anche nominare come uguaglianze, visto che le riconosciamo tutte con pari dignità.
La politica di genere nel Lodigiano ha una tradizione alta, e non è un caso che siamo oggi qui convenute, in sintonia con la Convenzione nazionale delle donne contro tutte le guerre, trascinate dalla portata storica della proposta delle donne del Quebec, dall'ammirazione con la quale hanno saputo tenere insieme tutte le anime del Movimento delle donne, da quelle di diverso credo religioso a quelle laiche, differenzialiste, emancipazioniste, antirazziste ed antifasciste, contro il wto, contro il neoliberismo e la globalizzazione.
Le donne tunisine hanno pubblicato su internet, nei siti della Marcia un documento in cui si denuncia il misconoscimento dei più elementari diritti civili alle donne (il passaporto, la libertà di stampa , di associazione, di espressione ,il diritto di denunciare pubblicamente le violenze e le molestie), ma sappiamo che la lista si fa lunga se affrontiamo questi argomenti e che esistono paesi in cui nessuna donna può mostrare parti del proprio corpo pubblicamente , dove la segregazione porta suicidi o traumi psichici gravissimi .
Tuttavia non bisogna usare questi argomenti in modo strumentale ed eurocentrico facendo intendere che nel nostro mondo c'è la "civiltà",nel mondo degli altri, cioè delle altre, c'è la povertà la violenza l'oppressione.
Chi si presenta a noi con simili argomenti, come dice Paolini ,redattore di Guerre e Pace, è un mistificatore imbroglione che ci vuol far pensare a tutti i costi che noi, bianche/i europee/i (meglio se maschi o il più possibile donne omologate al maschile) siamo il meglio di ogni civiltà, e quindi di ogni razza.
Dunque cosa rivendichiamo noi per noi ? I diritti ed il valore di tutte le donne del mondo oppresse dalla discriminazione, dalla violenza e dalla povertà sono la nostra rivendicazione poiché , come dicono le donne del Quebec, finchè anche una sola di noi non sarà libera noi non saremo libere.
Ed inoltre bisogna che sia chiaro che noi non vogliamo "il potere", che è un concetto maschile e divide il mondo tra chi ce l'ha e chi non ce l'ha, noi vogliamo che proprio questa struttura del mondo cambi, che la storia riconosca la cultura delle donne, il loro lavoro, di produzione e di riproduzione, come fondante di ogni civiltà. Noi conosciamo la paura del corpo femminile e la sua segregazione anche nel nostro mondo, insieme a tutta quella serie di tentativi ancora in corso per normarlo, perché lo stato, l'uomo di casa o il capo o il padrone possano decidere per lei.
Come donne del Lodigiano cosa chiediamo? Più donne in contatto con associazioni e movimenti nelle istituzioni, ma anche più spazio decisionale a queste donne, senza che nessun uomo di partito o di coalizione possa permettersi di smentirle o di condizionarle .
Chiediamo spazi di assistenza e di sostegno contro le violenze, interventi sulle povertà per eliminarle, spazi di discussione e confronto, finanziamenti per le iniziative proposte dalle donne, per la crescita di un mondo in cui si possa dire "genia " o "soggetta" senza che il senso di queste parole suoni ambiguo.