MARCIA MONDIALE DELLE
DONNE 2000
INIZIATIVE
DEL COORDINAMENTO ITALIANO DELLA MARCIA
giugno/luglio
2000
Email: marciamondiale@ora-donne.org MARCIA MONDIALE DELLE DONNE 2000
CONTRO LA POVERTA' E LE VIOLENZEGIOVEDI 6 LUGLIO 2000 ORE 20.30
Presso lo spazio Cinema della Festa di Liberazione
(Palavobis Metro Lampugnano)Nadia De Mond
Iniziative per la marcia in tutto il mondoLidia Menapace
Il Papa chiede perdono alle donneCristina Gramolini
8 Luglio: una manifestazione per la libertà di tutte e di tutti
In 154 paesi del mondo 4400 organizzazioni preparano una Marcia mondiale delle donne contro la povertà e le violenze, che si concluderà con una scadenza italiana a Roma il 30 settembre, una europea il 14 ottobre a Bruxelles e una mondiale il 17 ottobre a New York.
Già migliaia di riunioni, manifestazioni, assemblee, feste, vertenze, marce, ecc. sono state fatte in numerosissime città del pianeta. Di una grande manifestazione parigina dei giorni scorsi ha parlato anche la TV che di solito non si occupa affatto delle proteste delle donne.Ma che cosa hanno da protestare le donne? Le donne hanno svariate ragioni per protestare e non solo nei paesi in cui sono mutilate, private di diritti elementari e costrette a portare il velo. In ogni nazione le organizzazioni che partecipano alla Marcia hanno fatto un elenco di problemi, di discriminazioni e di attacchi che le donne sono costrette a subire.
GIOVEDI 6 LUGLIO discuteremo uno dei problemi più gravi delle donne che vivono in Italia: la presenza e il ruolo politico dell'integralismo cattolico e di una destra misogina, tra le più rozze d'Europa.
L'alleanza trasversale di queste forze in Parlamento ha già creato situazioni minacciose per la libertà delle donne e potrà avere conseguenze peggiori in futuro.Le manovre contro il World Pride:
un attentato contro la libertà di tutte e di tutti.Da mesi Vaticano e postfascisti di Storace stanno facendo letteralmente di tutto perché la manifestazione delle lesbiche e dei gay (Roma. 8 luglio) non abbia luogo o sia confinata in luoghi nascosti della città. La sfrontatezza delle manovre contro il World Pride dimostra che i pregiudizi omofobi nella società sono ancora forti se coloro che hanno mandato gli omosessuali in galera, in lager o sul rogo possono ancora permettersi di parlare contro le loro vittime.
Ma, al di là delle vicende del passato remoto, vale la pena ricordare un particolare del passato prossimo: 5 anni fa a Pechino fu la pressione congiunta del Vaticano e dei paesi dominati dall'integralismo islamico a impedire che la IV Conferenza dell'ONU sulle donne inserisse l'orientamento sessuale tra i diritti della persona.
La vicenda dell'8 luglio non riguarda solo lesbiche e gay, com'è facile comprendere: Forse, se si levasse in Italia un'ondata di antisemitismo, il problema sarebbe solo degli ebrei?
Il coordinamento nazionale della Marcia ha scelto la manifestazione dell'8 luglio come uno dei momenti più importanti di preparazione delle scadenze nazionali e internazionali. Questa scelta non è solo una scelta di solidarietà o di difesa delle libertà democratiche, ma deriva anche dalla consapevolezza che l'omofobia è la conseguenza diretta di un certo modo di intendere il rapporto tra i sessi.
Per gli integralisti e per gran parte della cultura di destra, donne e uomini sono entità naturali anche per ciò che riguarda i ruoli, i compiti, le aspirazioni e le caratteristiche psicologiche.
Qualsiasi cosa incrini la polarità e renda meno netti i confini è confusione e disordine. Disordine sono l'omosessualità e il lesbismo, ma disordine è anche l'emancipazione delle donne.IL CORPO DELLE DONNE:
IL CAMPO DI UNA ININTERROTTA BATTAGLIA POLITICA.Negli anni Settanta con grande ritardo su altri paesi d'Europa le italiane conquistarono con le loro lotte la possibilità di aborto legale e assistito. Intanto centinaia di donne, che non avevano i soldi per andare ad abortire all'estero o per mettersi nelle mani dei "cucchiai d'oro", erano morte di aborto clandestino.
Il ritardo riguardava anche l'educazione sessuale e la contraccezione, praticamente sconosciute fino all'emergere di un forte movimento di donne.Dall'approvazione della legge 194, integralismo cattolico e destre non hanno mai smesso di lavorare per un ritorno al passato.
Nel 1981 tentarono un referendum abrogativo, da cui uscirono sconfitti; negli anni successivi misero in piedi campagne d'opinione e organizzarono una massiccia presenza negli ospedali per ostacolare i medici e intimidire le donne; di recente hanno cercato di far passare l'idea che i diritti comincino ad agire fin dal concepimento.
Non si è trattato solo di una battaglia ideologica: ci sono proposte di legge per la revisione del primo articolo del Codice Civile; ci sono le tormentate vicende della legge sulle tecniche di riproduzione assistita, attraverso la quale si cerca di far passare formule che segnerebbero la fine della 194.La versione integralista della legge sulle tecniche di riproduzione contiene altre perle come la proibizione dell'inseminazione eterologa, l'esclusione delle coppie non regolarmente sposate ecc., che hanno fatto ridere tutta l'Europa, che oggi commenta con ironia il conflitto sul World Pride.
Nemmeno la battaglia integralista contro la contraccezione è terminata.
L'opposizione della Chiesa ha fatto desistere le case farmaceutiche dal riproporre in Italia tecniche contraccettive utilizzate altrove.LE DONNE NON SONO PERSONE Al fondo dell'atteggiamento dell'integralismo e delle destre c'è una vecchia idea, cioè che le donne non esistono come soggetti distinti, persone, individui ma solo in relazione con gli uomini. Le donne sono figlie, mogli, madri, nonne, ecc. mai esseri umani in sé.
Per l'opposizione delle solite forze politiche ci sono voluti anni prima che il Parlamento potesse riconoscere che la violenza sessuale è reato contro la persona.
La stessa negazione dell'individualità delle donne è contenuta nelle leggi regionali sulla famiglia, tra le quali si distingue quella della regione Lombardia.La legge lombarda è farcita di tutte le cose peggiori di questi anni: sussidi clientelari invece che diritti universali; compiti che toccherebbero ai servizi sociali scaricati sulla famiglia, cioè sulle donne; il concepito visto come portatore di diritti; i sussidi concessi solo alle coppie sposate e eterosessuali, ecc.
Ma l'idea guida di queste leggi è che portatrice di diritti sia la famiglia e non i singoli individui.
Di questa negazione dell'individualità sono state vittime soprattutto le donne, che in due secoli di femminismo hanno lottato, pensato, discusso soprattutto per affermare la propria autonomia di persone.