NO ALLA GUERRA, NO ALLE ARMI, DONNE DI TUTTO IL MONDO UNITE CONTRO IL MILITARISMO E LE GUERRE
UN'ANALISI CHIARA ED EFFICACE DELLE RAGIONI DELLA GUERRA E DELLA POSIZIONE DELLE DONNE NEL PACIFISMO


dicembre 2002, di Lidia Cirillo della Marcia Mondiale delle Donne

DIVIETO DI POSSESSO DI ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA PER TUTTI I PAESI DEL MONDO

IL GOVERNO ITALIANO RISPETTI L'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE

NE' UN SOLDO, NE' UNA BASE, NE' UN UOMO PER LA GUERRA
DEI PETROLIERI

DONNE DI TUTTO IL MONDO UNITE CONTRO IL MILITARISMO E LE GUERRE

Questo testo si propone di spiegare in maniera semplice le ragioni della guerra dichiarata dal governo statunitense al popolo iracheno, la crisi umanitaria che deriverebbe dai bombardamenti e dall'occupazione del territorio, i rischi politici e militari per l'Occidente stesso.

Questo testo si propone di suscitare preoccupazione e sdegno, perché altre persone si uniscano a noi nella costruzione di quello che sta diventando in tutto il mondo UN GRANDE MOVIMENTO CONTRO LE GUERRE.
Contro la guerra si sono già pronunciati negli Stati Uniti migliaia di intellettuali e di artisti, sottoscrivendo l'appello "NON IN NOSTRO NOME"; contro la guerra si sono attivizzate in tutto il mondo migliaia di organizzazioni religiose, di associazioni di volontariato, di donne e di uomini che hanno partecipato alle manifestazioni degli ultimi mesi.
Ma solo se anche TU ti unirai a noi, solo se milioni di persone ancora formuleranno chiaramente la loro domanda di pace, le cose peggiori potranno essere evitate.

UNA CATASTROFE UMANITARIA
Un rapporto elaborato dopo la visita in IRAQ della CARITAS, la rete mondiale delle organizzazioni umanitarie cattoliche, spiega in maniera chiara il disastro che potrebbe derivare da bombardamenti estesi e da un'occupazione, dopo 12 anni di guerra e di embargo.
Da 14 a 16 milioni di Iracheni dipendono oggi per la loro sopravvivenza dalle razioni alimentari distribuite dal governo, che l'intensificazione della guerra potrebbe paralizzare e rendere del tutto inefficiente: Ai bombardamenti inoltre non reggerebbero i sistemi idrico, sanitario ed elettrico con l'immediata conseguenza dell'impossibilità per la popolazione di rifornirsi di acqua potabile e con il rischio di epidemie. Secondo l'organizzazione umanitaria francese PREMIERE URGENCE, gli ospedali iracheni potrebbero reggere al massimo per due settimane.

Le vittime per le conseguenze immediate della guerra(senza contare i suoi effetti sul più lungo periodo) potrebbero essere tra i 10 mila e i 100 mila, secondo gli scenari e la durata, i profughi forse un milione, anche se non è possibile oggi fare calcoli dal momento che Giordania, Iran e Turchia hanno già annunciato che chiuderanno i confini.

Non sono stati calcolate da nessuno perché non calcolabili altre conseguenze, come per esempio l'uso di armi atomiche a basso impatto ambientale, di cui l'amministrazione BUSH prevede l'uso.

UN PRETESTOIL MIO REGNO PER UN PRETESTO!
Forse mai nessuna guerra annunciata ha visto tra la gente un dissenso così ampio, diffuso e
radicale. Un'inchiesta fatta in GERMANIA ha verificato che in quel paese non è d'accordo il 97% della popolazione; non sono stati d'accordo il governo di sinistra tedesco e il governo di destra francese; non è d'accordo la grandissima maggioranza dei paesi aderenti alle NAZIONI UNITE.
Le ragioni per cui, malgrado dissensi così profondi e diffusi, si è arrivati lo stesso alla risoluzione 1441 del CONSIGLIO DI SICUREZZA è facilmente comprensibile.
Non essere d'accordo significa mettersi contro una grande potenza non solo militare, ma anche economica e politica con il rischio di ritorsioni su diversi terreni. La risoluzione tuttavia non lascia affatto mano libera agli USA, anche se resta un atto grave di complicità e di sudditanza.

Le ragioni di tanta perplessità contro la guerra sono evidenti. Prima di tutto manca un pretesto credibile: ogni guerra ha una CAUSA OCCASIONALE, una SCINTILLA che accende le micce dei sentimenti e rende le persone disponibili ad accettare la MORTE come protagonista della politica. La morte altrui naturalmente e non la propria.
Quando la causa occasionale e la miccia non ci sono, si inventano come fecero gli Stati Uniti con l'incidente del GOLFO DEL TONCHINO, che giustificò la guerra in VIETNAM e di cui oggi tutti sanno che non è mai avvenuto.
Le caratteristiche della globalizzazione rendono oggi molto difficile costruire a tavolino un altro incidente per un altro GOLFO. Il regime di SADDAM poi ha adottato una strategia di sopravvivenza più abile che in passato, evitando di prestare il benché minimo pretesto, anche al costo di una permanente UMILIAZIONE.

Per queste ragioni l'amministrazione BUSH aggiunge alle pressioni militari, politiche ed economiche quelle dell'informazione. Di queste pressioni noi qui in ITALIA abbiamo un saggio significativo, perché uno dei sudditi europei più fedeli del governo USA (Berlusconi) ha di fatto il monopolio dell'informazione pubblica e privata.

ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA
L'argomento principale a sostegno della guerra è stato finora quello del possesso da parte della FEROCE DITTATURA di Saddam di ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA.

Ora, è semplicemente assurdo che il paese che dispone del più pericoloso e letale arsenale di guerra, di atomiche che possono distruggere più volte il mondo, di armi chimiche e batteriologiche ecc. pretenda che altri disarmino senza rimettere in discussione il proprio armamento, anzi rifiutando trattati ed accordi almeno per renderlo meno pericoloso e pesante.

L'argomento di GIULIANO FERRARA , secondo il quale gli USA farebbero buon uso delle armi fa semplicemente ridere. Prima di tutto le armi di Bush uccidono esattamente come quelle di chiunque altro e non esistono una morte democratica e una antidemocratica ; in secondo luogo gli Usa sono stati gli unici finora ad aver usato l'arma atomica(HIROSHIMA) e armi chimiche terribili come il NAPALM, per esempio nella guerra contro il VIETNAM.

Il vero problema quindi non è disarmare il già disarmato Saddam, ma disarmare TUTTI, cioè eliminare prima di tutto armi atomiche, chimiche e batteriologiche che rappresentano per l'umanità un rischio permanente e letale. Solo nel quadro di un GENERALE DISARMO avrebbe senso costringere chi si rifiuta a deporre le armi.

E' assurdo inoltre presentare Saddam come un pericolo imminente, dal momento che la prima guerra del Golfo, quella cominciata nel 1990, ha riportato l'IRAQ alle condizioni di un paese preindustriale, secondo le dichiarazioni dello stesso COLIN POWELL.
Saddam ieri era armato, oggi è quasi del tutto disarmato. Vale la pena di ricordare che anche lui, come OSAMA BIN LADEN, è stato a suo tempo rifornito e sostenuto dagli USA contro nemici comuni e con il solito stile occidentale di ingerenza permanente negli affari del resto del mondo.

Secondo il WASHINGTON POST, Saddam fece uso di armi chimiche contro l'IRAN con l'aiuto della CIA . Nel 1989 e nel 1990, con l'autorizzazione di BUSH padre, società americane inviarono all'Iraq precursori di IPRITE e COLTURE VIVE per la ricerca batteriologica; aiutarono a costruire una fabbrica di armi chimiche; fornirono precursori di ACIDO CIANIDRICO e pompe e manitici per IMPIANTI NUCLEARI.

LE BOMBE E IL DONO AMERICANO DELLA DEMOCRAZIA
SADDAM ­ dice la campagna di preparazione psicologica ai bombardamenti- è un feroce dittatore. Chi per ragioni umanitarie si oppone alla guerra, prepara più gravi disastri umanitari e somiglia a coloro che per malinteso pacifismo si opposero alla guerra contro HITLER.
I SOLITI NOTI che desiderano passare alla storia(chissà perché) come i più tenaci sostenitori italiani delle ragioni di Bush, ricordano soprattutto alla sinistra che gli STATI UNITI liberarono con una guerra l'Europa dalle dittature nazifasciste.

L'analogia, particolarmente utilizzata negli Stati Uniti, è assolutamente priva di senso. La guerra del '39-45 non fu fatta né dagli Alleati, né dall'Unione Sovietica per liberare l'Italia e la Germania: Mussolini restò quasi venti anni tranquillamente al potere, senza che a nessuno venisse in mente di bombardare Roma o Firenze per liberare gli Italiani dalla sua pur molesta presenza.
La seconda guerra mondiale scoppiò dopo che Hitler aveva già invaso mezza EUROPA; gli Usa entrarono in guerra dopo un atto di aggressione da parte del GIAPPONE delle dimensioni di PEARL HARBOR.

Infine il mondo è pieno di dittatori, che non solo vivono tranquilli, senza che nessuno li minacci, ma che hanno con l'Occidente e con gli USA ottimi rapporti. In non pochi casi, anzi, paesi che avevano sistemi democratici(per esempio il CILE nei primi anni Settanta) sono stati trasformati in sanguinarie dittature con l'aiuto di armi, di addestratori alla tortura e di agenti di INTELLIGENCE americani.

LA GUERRA DEI PETROLIERI, DEI FABBRICANTI DI ARMI E DEI FONDAMENTALISTI
Le ragioni della guerra annunciata di Bush contro l'IRAQ sono molteplici: ciascuna da sola potrebbe essere contestata, ma tutte insieme costituiscono un quadro razionale e logico.
Prima di tutto l'Iraq è il secondo produttore di petrolio del mondo e l'intera zona del GOLFO nel suo complesso ne produce il 63%. Ma non si tratta solo di una questione di quantità: il petrolio del Golfo è anche il più facilmente estraibile e quindi il meno costoso, mentre in altre aree(per esempio nel MARE DEL NORD) le operazioni si sono rivelate complesse e faticose.
Anche la guerra in AFGHANISTAN si spiega soprattutto con il petrolio e con altre risorse naturali, nello specifico quelle del CASPIO, che tuttavia non ha la stessa importanza del Medio- Oriente.

L'esigenza di avere libero accesso alle riserve di petrolio è legata per gli Stati Uniti al forte aumento del suo consumo negli ultimi dieci anni(17%) e alla contemporanea riduzione delle riserve.(20%).Gli USA infatti utilizzano 19 dei 75 milioni di barili che si consumano ogni giorno nel mondo, un consumo enorme, se si fa il conto del rapporto con gli abitanti.
La CINA, che pure ha conosciuto un rapido processo di industrializzazione e ha circa sei volte gli abitanti degli Stati Uniti, ne consuma solo 5 ed è già al secondo posto insieme al GIAPPONE.
Vale la pena anche di ricordare che Bush, Cheney e Condoleeza Rice sono PETROLIERI, legati a petrolieri, dipendenti di petrolieri, finanziati da petrolieri.

Con la veloce corsa agli armamenti che l'ha caratterizzata, l'amministrazione Bush paga poi un debito ai FABBRICANTI DI ARMI, suoi sostenitori nell'ultima campagna elettorale e tanto potenti negli USA da essere riusciti a ottenere che fucili e pistole si vendano al supermercato come le noccioline. Fabbricazione e commercio di armi dovrebbero infine sostenere la TRABALLANTE ECONOMIA AMERICANA da un anno e mezzo in gravi difficoltà.

Il modo in cui le vicende della nuova guerra del Golfo si sviluppano mostra poi che esistono anche ragioni ideologiche e politiche, divenute più forti con l'elezione di un presidente di DESTRA.
Per una questione di spazio queste ragioni possono solo essere elencate e non descritte: la necessità di rafforzare il prestigio di un presidente eletto con una minoranza di voti; le pressioni di una vasta area di FONDAMENTALISMO religioso e politico invisibile qui in Europa, ma che rappresenta il sostegno della destra repubblicana; un'ideologia militarista che gli USA hanno profondamente interiorizzata.

DONNE CONTRO IL MILITARISMO E LE GUERRE
Il grande MOVIMENTO PER LA PACE che ha fatto la sua comparsa in diversi paesi del mondo è un movimento di donne e di uomini. PARTIGIANI DELLA PACE e MILIZIE DELLA GUERRA non si distinguono gli uni dagli altri per questioni di SESSO e di GENERE.
Bisogna tuttavia che gli uomini che sono oggi contro la guerra- contro questa guerra e contro tutte le guerre- riconoscano quanto di cultura maschile c'è nelle ideologie e nelle pratiche dei conflitti armati. Sia chiaro, noi non pensiamo affatto che il MILITARE sia l'UOMO, l'essenza MASCHILE, la proiezione del sesso maschile nell'ideologia. Il militare è una costruzione sociopolitica e culturale, che condensa ed enfatizza caratteristiche maschili spesso solo presunte.
A questa costruzione tuttavia molto spesso gli uomini si adeguano, come sempre si tende ad allinearsi agli stereotipi che ci rappresentano, in primo luogo per carenza di spirito critico.

Prima di tutto per l'estraneità delle DONNE a stereotipi a cui non sono costrette ad allinearsi, il FEMMINISMO è caratterizzato da sempre da forti CORRENTI PACIFISTE (per esempio oggi la rete internazionale delle DONNE IN NERO).
Molto prima dell'inizio del ciclo di guerre legato alla GLOBALIZZAZIONE, prima della comparsa di questo movimento per la pace, gruppi di donne hanno cominciato a intervenire nei conflitti armati per la cessazione della guerra e per rapporti solidali con le donne dei paesi coinvolti.

Da questo paziente lavoro il MOVIMENTO PER LA PACE avrebbe molto da imparare, ma se non impara non è solo perché in genere gli uomini sono poco disponibili a imparare dalle donne.
Esiste anche il problema che le DONNE sono spesso molto POCO VISIBILI.
Perché si diventi tutte più visibili noi invitiamo spesso le altre a unirci nelle manifestazioni, a dar vita a iniziative comuni, a privilegiare in un primo momento i rapporti tra donne, anche se i modi di essere pacifiste delle donne non sono poi tutti uguali.