DONNE SENZA CONFINI
A COMO MARCIA BUCAFRONTIERE NELLA PIAZZA DEL DUOMO
settembre 2000, a cura di
Iemanja'
L'iniziativa di sabato 16 settembre a Como, organizzata dai coordinamenti comasco e svizzero della Marcia Mondiale delle Donne, ha attirato l'attenzione dei numerosi passanti che, in un pomeriggio grigio e afoso, attraversavano le vie del centro storico. Nella piazza del Duomo, in molti hanno gettato almeno uno sguardo alle grandi foto delle mostre allestite con cura, ai giochi, all'animazione teatrale e musicale che si è svolta sotto la minaccia costante della pioggia.
Le mostre documentavano "2000 ragioni per rimettersi in marcia", con le foto di eventi significativi della Marcia italiana e svizzera, e sottolineavano alcuni dei contenuti più sentiti: "Se otto ore vi sembran poche" sui lavori delle donne nell'era della globalizzazione; "Con la mente, con il corpo e con il cuore" e "Per uscire dalla violenza un percorso di libertà", contro le violenze; "Ruanda: ritratti di donne", per non dimenticare a sei anni dal genocidio.
Molto efficace anche il puzzle "Una donna a dieci mani" , realizzato collettivamente da un gruppo di artiste comasche: il grande disegno è stato ricomposto ripetutamente, in diverse combinazioni, da più mani.
La compagnia "Fata Morgana" ha animato un lungo spettacolo di marionette, con l'accompagnamento musicale dal vivo di violini, flauti dolci e chitarre dei giovanissimi e giovanissime componenti del gruppo musicale "Il baule dei suoni".
L'iniziativa mirava a rompere il muro di silenzio dei mass media sulla Marcia e voleva contribuire a lanciare gli appuntamenti ormai imminenti a scala nazionale e internazionale: la tappa svizzera a Basilea il 13 ottobre, la tappa italiana a Roma il 30 settembre, la manifestazione europea di Bruxelles.
Ma l'appuntamento di Como ha rivestito anche un particolare valore in se', dal momento che è stato preparato a lungo attraverso la collaborazione di organizzazioni di donne molto diverse, italiane e svizzere. E' significativo che si sia riuscite a realizzare qualcosa di concreto pur provenendo chi da realtà istituzionali (il coordinamento svizzero in particolare riconosce di dovere molto all'impulso e ai finanziamenti dell'Unione Sindacale), chi dall'area dei centri sociali (le giovani donne del Molino di Lugano, pur mantenendo alcune riserve sullo stile di lavoro del coordinamento, hanno dato un contributo importante e concreto alla riuscita della manifestazione), chi da movimenti come le Donne in Nero, e da tanti altri gruppi locali.
La dimensione internazionalista del movimento di donne si è manifestata non solo nei contenuti, attenti alle problematiche delle migrazioni e delle donne del Sud e del Nord, ma anche nella capacità di organizzarsi oltre le frontiere.
Osservava infatti il volantino di presentazione dell'iniziativa di Como:
"Dopo la Conferenza di Pechino del '95 e un lungo periodo di aspettative disattese, le donne con la Marcia mondiale hanno scelto la strada del ritorno all'azione: una forte iniziativa politica per sviluppare reti e occasioni condivise.
Con la Marcia, infatti, non vogliamo solo denunciare che la globalizzazione capitalista, il nuovo ordine politico fondato sulla guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, gli integralismi di varia natura producono una condizione femminile segnata dalla disuguaglianza, dall'incertezza, dall'esclusione, dallo sfruttamento (le donne sono il 70% dei poveri del pianeta; subiscono maggiormente la precarietà del lavoro e la mancanza di autonomia economica pur garantendo, quotidianamente, il lavoro di riproduzione sociale iniquamente suddiviso fra i sessi; le violenze, in particolare quelle subite in famiglia, sono, nel mondo, la prima causa di morte per le donne dai 16 ai 65 anni).
Con la Marcia migliaia di donne nel mondo mirano a costruire,con un paziente lavoro di riaggregazione, le condizioni soggettive per la ripresa di radicamento e visibilità femminile nel tessuto sociale.
E i risultati nello stabilire collegamenti nazionali ed internazionali per rimettere in moto dinamiche di mobilitazione fra donne sono già evidenti.
L'iniziativa del 16 settembre a Como - costruita dalle donne dei coordinamenti ticinese e comasco della Marcia - racconta di nuove e costruttive relazioni che hanno reso possibile un'iniziativa collettiva frutto di idee, progetti e pratiche alternative.
A Como saremo insieme per sottolineare, anche, la necessità di "bucare ogni frontiera", per noi simbolo di chiusura, estraneità, confine.
Vogliamo superare le frontiere, abbattere i confini per non sentirci estranee o straniere in nessun luogo della terra perché, come dice Virginia Wolf, "come donna la mia terra è il mondo intero".