MARCIA DELLE DONNE
CONTRO LA VIOLENZA E LA POVERTA'
RESOCONTO
DELL'ASSEMBLEA DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLA CAMPAGNA
Bologna, 2 aprile 2000
Sono intervenute alla terza riunione del coordinamento nazionale della Marcia circa 60 donne provenienti da numerose città del nord e del centro Italia. E' stata notata l'assenza di donne dell'Italia meridionale con cui tuttavia esistono contatti, che saranno ripresi nelle prossime settimane.
La segreteria del coordinamento ha comunicato che a livello mondiale l'adesione supera ormai la quota di 3500 organizzazioni di 148 Paesi, e che il lancio della Marcia ha avuto esito positivo anche in Italia, grazie alla conferenza stampa tenuta a Roma il 7 marzo e ai banchetti con la vendita delle cartoline realizzati l'8 marzo in una quindicina di città. Nello stesso giorno una delegazione di tre donne ha partecipato con lo striscione italiano alla manifestazione di Ginevra, che è apparsa loro molto bene organizzata.
Obiettivi di questa riunione del coordinamento erano: fare il punto sulle attività locali svolte e in programma per l'allargamento della Marcia; sollecitare la creazione di coordinamenti locali e/o regionali; definire nei contenuti e nelle forme i momenti nazionali verso i quali fare confluire gli sforzi di mobilitazione di aree sempre più vaste di donne.
E' opinione di molte partecipanti all'incontro che la discussione non abbia raggiunto i suoi obiettivi per un'errata valutazione dei tempi. Le comunicazioni sulle iniziative dei gruppi locali hanno occupato infatti quasi l'intera mattinata, comprimendo in un tempo troppo breve proprio la discussione sui momenti nazionali. Anche se di questi momenti si era già parlato nelle due riunioni precedenti, sarebbe stato comunque utile tornare con maggior precisione sull'argomento.
L'aspetto positivo è il mosaico di iniziative, sensibilità ed esperienze emerso e la loro volontà di confluire in un unico progetto condiviso.
Da molteplici interventi è stato chiarito il senso della Marcia rispetto ad altre iniziative che affrontano le stesse problematiche e procedono in parallelo.
Innanzitutto il "Pechino +5",o "Beijing+5", Sessione Speciale dell'Assemblea Generale dell'ONU che si svolgerà a New York dal 5 al 9 giugno 2000. L'ONU ha convocato questa sessione e ha sollecitato il contributo delle organizzazioni non governative, per monitorare la realizzazione o meno della piattaforma sottoscritta da 189 governi a Pechino, nella IV Conferenza Internazionale sulla Donna, cinque anni fa: molte organizzazioni non governative si stanno impegnando a produrre le proprie relazioni. Si tratta di un percorso di indagine e bilancio utile, che offre un contributo di analisi. Non è però sufficiente limitarsi all'analisi e alla denuncia. E' necessaria piuttosto un'autoconvocazione delle donne, una mobilitazione, ed è questa la proposta della Marcia.
Un'altra campagna attiva quest'anno a livello internazionale è lo sciopero delle donne, che rivendica l'8 marzo come giornata festiva retribuita al pari del 1° maggio, e si batte per il riconoscimento anche economico del lavoro domestico, oltre che per contenuti affini a quelli avanzati dalla Marcia. Tra questa campagna e le iniziative della Marcia c'è stata collaborazione in alcuni Paesi ed un po' di confusione in altre situazioni. Alla riunione di Bologna era presente un'esponente di questa campagna in Italia.
Sono state proposte come iniziative da integrare con il contributo specifico della Marcia, oltre al Gay Pride dell'8 luglio a Roma e al G8 di giugno a Firenze, di cui si era già discusso nei precedenti incontri, anche la scadenza del vertice dei ministri della difesa NATO a Firenze il 24 maggio, dei paesi OCSE a Bologna il 12-15 giugno. Rispetto a queste scadenze si stanno organizzando dei controvertici, nell'ambito dei quali è possibile inserirsi portando la specifica prospettiva di genere rilanciata attraverso la Marcia. E' stata sottolineata l'importanza di assumere le relative problematiche, dalla libertà di scelta sessuale al rifiuto della guerra, non come azione di solidarietà ma per la difesa della nostra stessa libertà e qualità della vita.
Le compagne di Bologna e di Padova hanno informato l'assemblea dell'attacco di cui sono oggetto nel loro territorio le Case delle donne e i centri antiviolenza, da parte delle nuove amministrazioni locali che stanno tagliando i finanziamenti, e hanno chiesto la solidarietà dei gruppi presenti.
L'associazione di donne immigrate Nosotras, di Firenze, ha invece lanciato un appello perché i coordinamenti locali e regionali si impegnino a contattare le immigrate per coinvolgerle nella Marcia e si è resa disponibile per la traduzione dei materiali necessari alla diffusione della campagna nelle lingue delle immigrate.
Nel pomeriggio si sono riuniti 2 gruppi di lavoro con compiti organizzativi. Il gruppo sulle scadenze nazionali, per limiti della precedente discussione politica, non è riuscito a definire priorità e forme concrete delle scadenze previste. Si è detto che bisognerà scegliere, tra le iniziative individuate, quella o quelle che potranno essere vere e proprie scadenze nazionali. Si è ricordato che nelle due precedenti riunioni i temi della guerra e della risposta all'integralismo cattolico erano stati indicati come contributo specifico del movimento delle donne italiano alla marcia e che comunque bisognerebbe far emergere dalla logica complessiva il nesso liberismo-guerre-integralismi.
E' stata indicata la data provvisoria del 23 settembre per la consegna delle cartoline a Palazzo Chigi. Quella potrebbe essere la scadenza nazionale su cui far convergere la mobilitazione. L'andamento della campagna permetterà di decidere se convocare tutte le donne a Roma per questo evento, o realizzare nella stessa giornata di mobilitazione nazionale manifestazioni decentrate a nord, al centro e a sud dell'Italia.
E' stata data indicazione ai coordinamenti locali e regionali di organizzare spezzoni dei cortei del primo maggio rendendo visibile la prospettiva di genere attraverso la presenza dei temi della Marcia.
Analoga partecipazione dovrà essere organizzata nelle scadenze di rilevanza internazionale sopra ricordate, avendo cura di agganciarsi ai problemi che la maggioranza delle donne, quelle che non frequentano convegni e riunioni, sentono sulla propria pelle: la precarizzazione del lavoro, l'attacco all'autodeterminazione, gli effetti anche indiretti della guerra attraverso le spese militari, i tagli ai servizi, la minaccia ai diritti.
Durante l'incontro è stata raccolta la disponibilità dei referenti regionali per coordinare e promuovere iniziative locali. Ai coordinamenti regionali è stato demandato il compito quindi di approfondire la discussione in merito alle scadenze di cui sopra e alla loro gestione, facendo circolare via e-mail o attraverso la pagina Web su internet i propri contributi scritti, in modo da arrivare preparate alla prossima riunione del coordinamento nazionale, che si terrà domenica 7 maggio a Firenze. I documenti inviati a iemanja2000@yahoo.it entro il martedì saranno in rete a partire dal sabato seguente alla pagina http://www.ecn.org/reds/donne.html
Inoltre è stato demandato ai coordinamenti regionali e locali la progettazione delle iniziative "bucafrontiera" che potrebbero essere realizzate al confine con l'Austria, con la Francia e con la Svizzera. In particolare rispetto alla Svizzera si sta valutando la fattibilità di una collaborazione con "il Molino" del Ticino che ha proposto di realizzare una iniziativa della Marcia all'interno della manifestazione del 1° maggio a Chiasso che verte sulla questione dell'immigrazione.
Infine sono state incaricate due compagne, Francesca di Roma e Elda di Milano, di tenere i rapporti con la stampa.