SULL'ARTICOLAZIONE DELL'INCONTRO DI GENOVA DEL 15-16 GIUGNO
CONTRIBUTO ALLA PREPARAZIONE DEL CONVEGNO, INVIATO AD APRILE


maggio 2001, della redazione di Iemanja'

 

Abbiamo esaminato con cura la proposta di programma delle giornate del 15-16 giugno e vogliamo esprimere alcune nostre preoccupazioni e qualche proposta operativa. Seguiamo l'ordine della bozza che abbiamo ricevuto da Marea.
1) Le autorità in apertura: non ci sembra opportuno. Neutralizzano il carattere di contestazione del vertice che vogliamo dare all'evento.
2) L'intervento in apertura in cui si specificano le motivazioni e gli obiettivi. Ci sembra importante condividere prima cosa si andrà a dire. Pensiamo che non si possa dare per scontata una omogeneità di intenti.
Ad esempio, per noi il senso ultimo di tutto questo percorso è la costruzione di un movimento di donne dal basso. Per questo l'occasione di giugno è importante: possiamo incontrarci tra donne e confrontarci su questioni vitali. Possiamo farlo nei modi che favoriscano al massimo lo scambio, la valorizzazione delle diversità, l'esperienza reale di resistenza e di lotta di fronte alla globalizzazione.
3) Le tre comunicazioni iniziali. Data la loro importanza si può chiedere che siano scritte. Ci sembra si fosse detto nella riunione del 18/4 a Genova che esse hanno il compito di offrire spunti ai gruppi di lavoro, lanciare input. Le persone che svolgono questo servizio potrebbero essere quindi le facilitatrici dei gruppi che seguono.
4) Il lavoro di gruppo. Qualcuna (tra cui ricordiamo Elisabetta Donini) aveva suggerito che i gruppi non fossero tematici, ma non si era poi approfondita la discussione. Ci piacerebbe che fosse precisata meglio.
Noi rileviamo che nella bozza non è ancora chiaro il ruolo di questi gruppi, il loro obiettivo. Secondo noi i gruppi sono l'articolazione più importante dell'evento: lo spazio in cui è più realizzabile l'incontro, lo scambio, la conoscenza reciproca; in cui verificare la possibilità della prospettiva della costruzione di movimenti di donne dal basso. Dai gruppi potrebbero venire fuori proposte di lotte unificanti, rivendicazioni su cui convergere. Proponiamo che i gruppi abbiano a disposizione molto più tempo di quello che viene loro attribuito nella bozza. Inoltre pensiamo che sia importante dare la possibilità a ogni gruppo di designare liberamente la persona incaricata di riferire in plenaria. Infine la moltiplicazione delle "tutor" non ci sembra
opportuna.
5) In plenaria deve essere prevista la possibilità di interventi dal pubblico: una volta ascoltate le comunicazioni dai gruppi, qualcuna può volere precisare, chiedere, contestare rispetto a quanto è emerso. E dove lo troviamo tutto questo tempo? Semplice: eliminando la passerella di interventi di ospiti illustri. Sia chiaro: siamo certe che le persone invitate avrebbero cose interessantissime da dire e che tutte saremmo interessate ad ascoltare. Ma un intervento dalla presidenza si può sostituire egregiamente con un intervento scritto che ognuna si legge
comodamente, possibilmente PRIMA di andare a Genova, in modo da arrivare
preparata al confronto. Sarebbe bellissimo incontrare veramente le compagne che arrivano da lontano, ma non così. Non ci interessa con loro questo tipo di relazione. E' vero che la modalità della passerella serve per far parlare la stampa, che è una questione di immagine e di potere; ma non vorremmo illuderci che"la visibilità" sui giornali possa sostituire il lavoro sistematico di costruzione di un movimento dal
basso. Gli interventi di ospiti, che non alimentano alcun dibattito (infatti la bozza non lo prevede), vanno quindi secondo noi eliminati.
6) La questione della piattaforma. Nella bozza non si dice chi la dovrebbe scrivere. Ci sembra che si fosse tutte d'accordo sul fatto che non ha senso riscrivere un'altra piattaforma come quella che abbiamo già prodotta per lanciare la Marcia delle Donne in Italia. Quel documento esiste già, e così anche una piattaforma europea e una mondiale. Adesso si tratterebbe semmai di individuare due o tre punti nodali che servano a tradurre in rivendicazioni concrete, attuabili, i principi e le dichiarazioni generiche su cui concordiamo. Devono essere proprio solo due o tre richieste precise, rispetto alle quali esigere non una presa di posizione di principio da parte delle autorità ma provvedimenti. Sono questi che devono arrivare alle "masse". Le donne devono poter verificare che questa faccenda della lotta alla globalizzazione riguarda i loro problemi di vita quotidiana e che si possono ottenere delle cose.
Proponiamo che la scelta di questi due o tre punti sia discussa nei gruppi e poi in plenaria. Questa discussione va fatta tra noi. La presentazione e la consegna alle autorità intese come controparte non può che avvenire in un momento successivo.
7) Rispetto ai contenuti dei gruppi tematici proposti nella bozza. Se si mantiene questo impianto per temi, pensiamo che il gruppo sui "sentimenti" dovrebbe coprire un tema più circoscritto; tra quelli elencati, si potrebbe mantenere solo "razzismo", in modo da consentire una discussione più mirata e dare continuità al lavoro che inizierà a Firenze il 20 maggio in occasione del coordinamento nazionale della
Marcia.
8) Rispetto ai soldi da versare sul conto corrente. E' meglio far bastare quelli che sono stati stanziati, perché dobbiamo già sostenere le spese dei viaggi a Genova, a Firenze e di nuovo a Genova.

Un saluto a tutte dalla redazione di Iemanja'.