ECONOMIA E LAVORO,
DONNE MIGRANTI
RELAZIONE
DEL GRUPPO CHE SI E' COSTITUITO IN OCCASIONE DEL SEMINARIO DI
MILANO DELLA MARCIA MONDIALE
dicembre
2001
Il gruppo Economia e lavoro ha sviluppato una discussione su vari temi emersi nella relazione di Luisa Lindo (già inviata in rete), dalle condizioni lavorative al tipo di lavoro extradomestico che le donne svolgono.
Si è detto e si sono fatti esempi di un notevole allargamento negli ultimi anni del differenziale salariale tra i 2 sessi e del peggioramento della situazione lavorativa. Pur se l'occupazione femminile non ha visto cali significativi, i lavori offerti sono per la maggioranza precari e poco stabili, con ricatti padronali sull'occupazione (casi in cui lo stesso padrone sollecita i congedi anticipati per gravidanza per poter assumere temporaneamente un'altra persona) e minori garanzie delle condizioni in cui si svolge il lavoro produttivo (es. Bayer). Non si è potuto fare a meno di considerare il ruolo assolutamente inefficace (se non complice) del sindacato che ormai difende i diritti delle donne ancora meno di quelli degli uomini.
Abbiamo anche toccato en passant alcune possibili soluzioni per sostenere l'occupazione e l'autonomia economica delle donne: la riduzione d'orario e un reddito di sostegno, generalizzato e non rivolto solo al genere femminile.
Luisa, su sollecitazione di alcune, ha illustrato la prossima finanziaria, chiamata non a caso di guerra. Questa, soprattutto con le leggi delegate e il libro bianco, prevede un peggioramento delle pensioni, dei trasferimenti agli Enti locali, una diminuzione della spesa per servizi sociali con l'affermazione definitiva del principio di sussidiarietà, dell'aggravamento delle condizioni di lavoro. Ma questi provvedimenti assumono una valenza differente per i 2 sessi, perché diverse sono le condizioni.La discussione più corposa è stata sulla condizione delle donne immigrate (o migranti) partendo da un'analisi della condizione delle donne native e del lavoro riproduttivo. Poiché questo è ancora di fatto per la massima parte scaricato sulle donne, la compensazione è affidata ancora a un'altra donna, immigrata e in situazione di maggiore debolezza, invece di essere compito condiviso dai due generi e dall'intera società.
Le immigrate diventano l'anello debole della catena, con scarsa retribuzione, disponibilità totale di orari e di compiti, mancanza di alloggio proprio, spesso violenza e ricatti sessuali da parte dei datori di lavoro familiari. La situazione diventa ancora più precaria nel caso di immigrate senza permesso di soggiorno perché non possono essere assunte in regola o perché esse stesse preferiscono tale condizione per ragioni economiche. "Ma quale alternativa hanno le italiane rispetto al lavoro di cura?" si sono chieste alcune. "E il lavoro produttivo è sempre una scelta delle donne e gratificante?"
Abbiamo deciso che dobbiamo iniziare la riflessione e il rapporto concreto con le donne immigrate e le loro associazioni al fine di sviluppare degli interventi che ne rendano visibile la condizione spesso ignorata e per l'affermazione di diritti, politici e sociali.
Compatibilmente con le nostre forze e tempo, vorremmo sviluppare ricerche e campagne sulle discriminazioni nei luoghi di lavoro (cercando il rapporto con delegate e responsabili sindacali) e in generale per un altro modello di sviluppo meno distruttivo e più giusto e umano. Questa esigenza è anche presente nei movimenti misti ma le donne possono apportare arricchimenti e riflessioni aggiuntive e diverse.Abbiamo deciso di continuare il generale lavoro di approfondimento appena iniziato, in vista dell'incontro mondiale di Porto Alegre dove sarà presente la Marcia, e per dotarci di un'agenda di compiti condivisi, preparando materiale di controinformazione da utilizzare per es. nella costituenda Tenda della pace e a disposizione di chiunque volesse.
Per la prossima riunione fissata fra un mese circa, aperta, vorremmo arrivare con materiali di ricerca su : peggioramento delle condizioni di lavoro, precarizzazione, nesso lavoro produttivo-lavoro riproduttivo, condizione delle donne immigrate.
Per riferimenti: Rosanna Meazza t. 02/48914705; Francesca Rossi t.02/29517203; M. Carla Baroni t.02/5457953.