GLOBALIZZAZIONE, MIGRAZIONI, LAVORI
ECONOMIA, WELFARE, LOTTE DI LAVORATRICI, IMMIGRATE: APPUNTI DAL GRUPPO DI LAVORO NUMERO 1 DEL CONVEGNO DEL 15 GIUGNO A GENOVA


luglio 2001, a cura di Rosanna Meazza


Il mio scritto non vuole essere una relazione puntuale ma voglio riportare ciò che più mi ha colpito nei racconti delle esperienze delle donne presenti.
Devo premettere che per l'alto numero delle partecipanti ( circa 150 ) non è stato possibile sviluppare un lavoro di riflessione.

Nell'introduzione sono stati messi in evidenza i nodi che rendono difficile la condizione della donna lavoratrice a causa della globalizzazione:
- la precarietà
- la flessibilità
- lo smantellamento del welfare state

ed i punti su cui riflettere e da cui far emergere nuove proposte:
- il salario al lavoro domestico
- la rappresentanza sindacale femminile
- il salario sociale
- la cittadinanza.

Mercedes Frias, una delle relatrici che hanno introdotto i vari temi, alla fine della sua esposizione ha voluto sottolineare con forza quanto il razzismo sia presente subdolo nella vita quotidiana di tutte noi, anche fra le compagne. Racconta di una sua esperienza: nell'ultimo incontro del Coordinamento Europeo della Marcia Mondiale delle Donne ( erano i primi mesi dell'anno corrente) lei, unica presenza di donna straniera, propose di aggiungere allo slogan della marcia "contro la povertà, le violenze" anche "contro il razzismo" perché ancora troppo diffuso nella vita quotidiana e fonte di gravi ingiustizie.
La sua richiesta fu respinta, ed ancora oggi ne soffre.

Dagli interventi sono emersi i seguenti problemi:
- Nelle Università ci sono moltissimi lavoratori con contratto di collaborazione continuativa, ciò non permette di sviluppare un lavoro sufficiente per rinsaldare la rete delle Pari Opportunità presente in ogni Università. Il problema è come creare un legame tra lavoro precario e quello che ancora ha qualche diritto.Si è lavorato con successo facendo leva su una piattaforma di genere che le lavoratrici hanno saputo imporre nella trattativa sindacale.
Nello stesso ambito è stato denunciato come le studentesse spesso vengono sfruttate dalle accademiche.
- Da Milano un'interessante esperienza: un'autoinchiesta fra le donne per chiedersi come la politica del g8 incide nella propria vita quotidiana.
- Rispetto al lavoro di cura , che qualcuna ha chiamato lavoro gratuito, è stato fatto notare che se è diminuito, è perché è stato trasferito ad un'altra donna, l'immigrata' che spesso viene pagata in "nero", anche da quelle che si ritengono femministe,senza la preoccupazione di regolarizzarne la posizione.

Poi con grande stupore da parte delle donne italiane, si sono alzate molte voci di donne straniere che denunciavano le loro difficoltà:
- Una grande paura le prende ogni qualvolta devono rinnovare il permesso di soggiorno. Il rapporto con la questura è un incubo per gli immigrati, c'è sempre qualche intoppo che fa loro perdere del tempo prezioso.
- Gli aggiustamenti strutturali imposti dalla Banca Mondiale ai paesi poveri in cambio di prestito di denaro, provocano un vero esodo della popolazione che deve sfuggire a condizioni disumane.
- Le Colf straniere subiscono sul lavoro molte ingiustizie e mancano di sicurezza.Vengono riportati esempi di maltrattamenti sul lavoro, a volte viene imposta loro una vita da reclusa e con troppe ore di lavoro.
- Un'ingiustizia è anche quella che solo dopo 5 anni di lavoro regolare si può accedere all'assegno di maternità. L'ultima beffa, nota a tutti, è stata la chiusura della presentazione della domanda, nonostante non ancora fosse terminata la scadenza, per chiamare a sé, da un paese straniero, un parente o amico.
- Una domanda categorica viene posta da una donna italiana:"Vogliamo sentirci responsabili verso queste donne? " Se non sappiamo difendere i diritti delle donne straniere, non riusciremo a difendere neanche noi stesse!"
- Due donne hanno proposto di inserire nella carta degli intenti "La difesa della salute", unica risorsa che hanno gli immigrati,in quanto l'AIDS sta dilagando paurosamente e la questione della situazione terribile delle "donne afgane"
- Rispetto alla prostituzione , se una donna straniera vuole uscire dal giro, se è affetta di AIDS viene rimpatriata e ricoverata in ospedale, se è sana viene rimpatriata e poi imprigionata.
- E' stato denunciato che in Italia manca la rappresentatività delle donne straniere.