GLOBALIZZAZIONE E MOVIMENTI
APPUNTI DAL GRUPPO DI LAVORO NUMERO 4 DEL CONVEGNO DEL 15 GIUGNO A GENOVA


luglio 2001, a cura di Gabriella Gagliardo


Il gruppo numero 4 si è riunito nella sede del Comune in via Garibaldi per dibattere su globalizzazione e movimenti. Ha raccolto oltre un centinaio di partecipanti, configurandosi quindi più come un'assemblea che come un gruppo di lavoro. Gli interventi introduttivi hanno posto il problema della costruzione di un soggetto autonomo femminista che si occupi dei temi della globalizzazione, sottolineando il carattere internazionale del movimento di donne, bene evidente anche in sala dal momento che era presente una folta delegazione di donne di lingua francese ed altre donne straniere. Allo stesso tempo, è stato proposto il dibattito sulla relazione tra il movimento di donne e i movimenti misti.
E' stato rilevato da più parti che nei movimenti misti di solito è assente un'analisi di genere. L'altro nodo sollevato rispetto a questi ultimi sono le modalità di manifestazione di piazza.
Nel corso del dibattito sono state rilevate delle contraddizioni rispetto alla presenza delle donne nel movimento antiglobalizzazione. Le personalità che hanno teorizzato sulla globalizzazione negli ultimi anni sono in gran parte autorevoli figure femminili, e prevalentemente femminile è la base dei movimenti misti. Le donne sono quindi presenti oggettivamente. Eppure rivendicare la presenza delle donne come soggetto politico è ancora molto difficile, nel movimento "di Seattle" gli spazi sono stretti. Per noi donne le scadenze fondanti, più che Seattle, sono altre: per qualcuna la Conferenza di Pechino, a cinque anni dalla quale si è concretizzata la Marcia Mondiale delle Donne contro la Violenza e la Povertà; per altre la Confernza di Rio del '91 e il Social Summit di Copenaghen. A livello mondiale alcuni movimenti di donne hanno preso come riferimento la scadenza della Conferenza di Johannesburg che si terrà nel 2002, a 10 anni da Rio. in questi ambiti l'attenzione è connettere il locale e il globale, un problema particolarmente scottante in Italia oggi dopo la vittoria della destra: non ci si può occupare "solo di globalizzazione" ma occorre recuperare le tematiche del movimento femminista anni '70.
Alcuni interventi hanno sottolineato la necessità quindi di recuperare la memoria e tenere presente che le anime del movimento sono tantissime e vanno rispettate. Le differenze si sono manifestate anche negli interventi: dall'osservazione da parte delle immigrate che le immigrate stesse nel movimento di donne sono in evidente svantaggio perchè non organizzate, a causa soprattutto delle condizioni di vita e di lavoro che ne ostacolano fortemente la partecipazione; agli appelli all'azione diretta, incisiva, di disobbedienza civile, per non limitarsi a operazioni di autoreferenzialità; alla richiesta, pur consevando la propria autonomia, di essere più presenti nel movimento misto giudicato comunque costruttivo; all'indicazione di non andare nei movimenti misti come uno dei tanti settori che partecipano, come un fiume che va nel mare, ma come un altro mare che sceglie l'autonomia e non il separatismo; e così via.
Una rappresentante francese di Attac, che conta in Francia quasi 36000 aderenti, ha riferito che nei due organi direttivi le donne sono una esigua minoranza: 9 su 30 e 2 su 12. Le donne di Attac hanno elaborato quattro punti che portano avanti all'interno del loro movimento misto: elaborazione di un'analisi economica di genere; riconoscimento del carattere esemplare delle lotte delle donne nel mondo; linguaggio non sessista; pratica di democrazia paritaria nelle istanze di partecipazione.
Una donna belga ha riferito sulle iniziative delle ecofemministe e sulla scadenza del dicembre del 2001 a Bruxelles in occasione dell'insediamento della presidenza dell'Unione Europea.
Un'attivista nordamericana ha raccontato invece come si organizzano i gruppi di azione diretta, in particolare spiegando la necessità di arrivare a un consenso condiviso cercando di capire i perchè del disaccordo e del silenzio. Le donne in particolare devono essere tirate fuori dal silenzio, il fatto che non si esprimano non può essere interpretato come assenso. Ha precisato che tra i gruppi, che sono autonomi ma rispondono del loro operato al movimento, ci sono conflitti su tattiche e strategie e c'è il problema dell'avanguardismo, cioè accade che piccoli gruppi cerchino di prendere il controllo di tutto. Anche in questo movimento le donne sono la grande maggioranza della base e anche la quasi totalità delle figure di riferimento, ma malgrado ciò la stampa si ostina a cercare i pochi uomini per farsi rilasciare interviste e dichiarazioni.
Alcune giovani hanno insistito per uscire dalla riunione con delle indicazioni più precise rispetto alle manifestazioni di luglio, ma oltre all'informazione che a luglio all'interno del contro-forum c'è uno spazio da gestire come donne su "Genere e cittadinanza politica", non è stato possibile arrivare ad accordi e l'assemblea si è conclusa bruscamente a causa dei vincoli logistici e di tempo.