Riceviamo e pubblichiamo

ALLE DONNE DELLA MARCIA MONDIALE RIUNITE IN QUEBEC


ottobre 2001,


Vorremmo sottoporre alla vostra attenzione alcune considerazioni in merito alle questioni che attengono alla guerra e al militarismo che molte di noi da tempo pongono in discussione o al centro della propria iniziativa politica e che caratterizzano fortemente le elaborazioni del Coordinamento Italiano della Marcia Mondiale.
In un momento della vicenda storica come quello che stiamo attraversando, in cui i meccanismi della globalizzazione creano occasioni continue di conflitto, dovremmo concentrare parte importante dei nostri sforzi per contrastare le ideologie, i simboli e le dinamiche che portano alla guerra.
Consideriamo il militarismo elemento fondante dell'ordine patriarcale che per rafforzarsi è riuscito addirittura ad inglobare le donne negli eserciti presentando questa operazione come fattore di emancipazione da una parte e dall'altra come elemento capace di ingentilire l'esercito, per allargare così il consenso dell'altra metà del cielo nei confronti di questa struttura gerarchica per eccellenza.
Il militarismo permea di sé ogni espressione anche e soprattutto simbolica della società e delle sue relazioni. Pochi riescono ad immaginare una società senza armi, senza eserciti, senza nemici, ma anche senza gerarchie.
Ci appare quindi particolarmente necessario che la Marcia Mondiale, proprio perché si propone di unire in tutto il mondo i movimenti delle donne su obiettivi che liberino le loro vite dalle "guerre quotidiane", si impegni sia nella pratica politica che nella riflessione anche sul tema del militarismo e delle guerre.
Il nome "giustizia infinita" dell'intervento militare di USA e alleati, accantonato solo per motivi religiosi, è in realtà il segno della guerra di questi tempi che accompagna come elemento costitutivo il fenomeno della globalizzazione neoliberista.
La guerra, con gli schieramenti cui costringe, con il suo simbolico fallico, comporta l'eliminazione di ogni alterità, di pensiero, di cultura, di relazioni, di modi di essere, così come elimina gli altri possibili conflitti (ad esempio quello di genere) in nome della "missione".
Le persone, le loro miserie, i loro dolori e i loro desideri spariscono, i corpi delle donne diventano "il campo di battaglia in quanto simbolo dell'onore o della potenza maschile".