TUNISIA. LA BATTAGLIA DELLE DONNE
INTERVISTA A ALHEM BELHADJ, RAPPRESENTANTE DELL'ASSOCIAZIONE TUNISINA DELLE DONNE DEMOCRATICHE (ATFD),


giugno 2000, di François Duval da Rouge

 

Puoi situare l'affare Ben Brik nel contesto politico tunisino?
Alhem Belhadj
- Lo sciopero della fame di Taoufik Ben Brik, che ha avuto un grande impatto mediatico, ha permesso di parlare della situazione politica in Tunisia, particolarmente in assenza di libertà di stampa. Ma esso viene dopo altre mobilitazioni più importanti. La morte di Bourguiba è stata anch'essa un'occasione di contestazione: i Tunisini hanno capito che il potere tentava di occultare una parte della loro storia, allontanandoli dai funerali. Per la prima volta dopo lungo tempo la gente ha espresso apertamente delle critiche contro il potere.
L'affare Ben Brik ha scoperchiato una situazione ribollente ma sotterranea, che non ha potuto esprimersi per una decina di anni, contrassegnati dalla paura e dall'autocensura. Da un po' di tempo avevano cominciato a circolare opuscoli molto critici in fotocopia, a riprova dell'esacerbazione delle contraddizioni in seno al potere. Alcuni di essi mostrano una conoscenza talmente precisa dei meccanismi della corruzione che non possono non essere opera di qualcuno dei differenti clan che si affrontano nelle stanze del potere tunisino. Altri elementi testimoniano di questa crisi: numerosi arresti tra gli ufficiali di polizia, un attentato contro un giornalista, cambi repentini e caotici nella conduzione della repressione contro Ben Brik o contro associazioni quali Raid (All'attacco Tunisia).
Il movimento democratico tenta di infilarsi nella breccia: creazione di associazioni di disoccupati, di comitati per la difesa di alcuni prigionieri politici, per la libertà di stampa. E' la principale vittoria del movimento democratico sull'autocensura.

Quali sono le attività dell'ATFD?
A. Belhadj
- Ufficialmente riconosciuta dall'agosto 1989, essa si situa in continuità con il movimento femminista degli anni '70. Agisce sul terreno delle rivendicazioni per l'uguaglianza, contro le discriminazioni, per la modificazione delle mentalità. Da quando il potere cerca permanentemente di utilizzare la questione femminile come asse della sua propaganda, non perdona all'ATFD la sua lotta per mantenere una organizzazione autonoma. La principale realizzazione dell'ATFD è la creazione, nel 1993, di un centro di ascolto delle donne vittime di violenze. Un'attività che è valsa all'associazione numerosi atti di intimidazione, di censura e di repressione. Le militanti sono vittime di imbrogli e ostacoli professionali o amministrativi, in particolar modo per ottenere un passaporto. L'ATFD non ha accesso ai media. Il locale dell'associazione è sorvegliato di continuo ed è stato sottoposto a un vero e proprio assedio poliziesco in occasione di una giornata a porte aperte per "il diritto al passaporto".
Al fine di allentare la morsa, l'ATFD ha rinforzato il suo intervento in seno all'Interassociativa che riunisce i gruppi indipendenti: la Lega tunisina dei diritti dell'Uomo, l'Associazione tunisina degli avvocati, Amnesty International e l'Unione generale degli studenti tunisini. La volontà d'autonomia dell'ATFD la porta spesso a mettere in primo piano la lotta per le libertà democratiche, per la libertà d'espressione, relegando talvolta in secondo piano quelle rivendicazioni che costituiscono la sua naturale vocazione.
Un lavoro è stato intrapreso sulla povertà e l'impoverimento delle donne, ma è reso difficile dalla mancanza di dati statistici affidabili, anche se s'impone la constatazione oggettiva di un deterioramento della situazione, molto differente da quella che prevaleva nel periodo della crescita del debito degli anni '90, quando la Tunisia era la figlia prediletta del FMI. Oggi le donne rappresentano il 20% della popolazione attiva. Esse sono presenti soprattutto tra gli operai del tessile, settore dominato dagli investimenti esteri ai quali una legge datata 1972 accorda tutte le garanzie possibili, così come nei settori marginali dei servizi dove sono supersfruttate, in regime di contratti precari e sottopagati.
Malgrado le numerose difficoltà evocate, l'associazione ha messo in campo un certo numero di iniziative nel quadro della preparazione della Marcia mondiale delle donne. La campagna è stata lanciata l'11 marzo nella riunione in un teatro privato, poiché la piazza è vietata. Il 4 maggio, all'appello dell'Interassociativa, s'è tenuta in provincia una manifestazione per la libertà di stampa e i diritti delle donne. Una conferenza stampa contro le violenze e le molestie sessuali ha denunciato la maniera in cui sono trattate le donne nei commissariati e nei tribunali, allorché vogliono far applicare le leggi progressiste di cui si vanta il potere. Sono stati stampati un opuscolo e un manifesto che riprendono i temi della Marcia mondiale. Altre iniziative sono in corso di preparazione, quali una tavola rotonda a fine luglio sulle violenze e le molestie sessuali.