riceviamo e pubblichiamo

LA SFIDA DELLE DONNE CONTRO IL NEOLIBERISMO. MARCIA MONDIALE DELLE DONNE 2000
VOLANTINO DI GENERE E POLITICA IN OCCASIONE DELLA MANIFESTAZIONE DEL 30 SETTEMBRE A ROMA


ottobre 2000

 


Roma: 30 settembre, Bruxelles: 14, Washington: 15, New York: 17 ottobre 2000.

E' con un giusto sentimento di forza e di orgoglio che le donne si ritrovano in queste manifestazioni conclusive di un tragitto durato un anno e che ha assunto una vera dimensione internazionale. Partendo da sé, dalla loro realtà locale, e rispondendo all'appello della Federazione Donne del Quebec, associazioni e singole donne di diversi Paesi e Continenti si sono coordinate ed organizzate, hanno discusso, si sono mobilitate.

La piattaforma di 17 rivendicazioni che viene ufficialmente presentata all'ONU il 17 ottobre è stata in parte il motore ed in parte il risultato di questa partecipazione a livello mondiale. Centrata sulla lotta alla povertà e alle violenze, fondata sulla solidarietà tra donne del Sud e donne del Nord del mondo, la piattaforma ha tra le sue rivendicazioni l'annullamento del debito ai Paesi più poveri e il ritiro dei programmi di "aggiustamento strutturale" del FMI e della BM. Una scelta che giustamente colloca la battaglia delle donne all'opposizione di quel modello neoliberista che si sta imponendo a livello mondiale.

Per abbatterlo, è dalla centralità del soggetto donna che bisogna partire.
Non solamente perchè gli spietati processi di globalizzazione messi in atto dagli organismi sovranazionali che governano il pianeta colpiscono in modo specifico le donne di ogni età e di ogni Paese, aumentandone la povertà ed espropriandole dei loro saperi. Ma anche e soprattutto perchè oggi è solo dai movimenti delle donne, dalla nostra "differente" visione del mondo che può nascere un reale modello alternativo all'antico ordine capitalistico e patriarcale.
Battersi per dare vita a società equilibrate e vivibili per le donne e gli uomini significa porre al centro di ogni lotta un diverso sistema di valori, fondato sui soggetti e non sulle merci, sulle relazioni e non sulle gerarchie, sulle differenze e non sull'omologazione, sull'armonia e non sulla competitività, sullo scambio e non sulla chiusura, sul rispetto della natura e non sul suo selvaggio sfruttamento.
Non si tratta di vuote dichiarazioni di principio, ma di strade e di esperienze scelte e vissute concretamente da moltissime donne, sia nel Sud sia nel Nord del mondo. Si tratta di riconoscere e dare valore alla forza e all'originalità di un pensiero e di una pratica che già sono embrioni di un diverso modello di società.
Si tratta, cioè, di assumersi in prima persona, in quanto donne, i destini del mondo; per trasformarlo. Il compito è gravoso, ma non più eludibile. Il ciclo capitalistico patriarcale sta giungendo al culmine della sua potenza distruttrice. Ed è soltanto dalle donne che si può ricominciare, per mutare radicalmente strada e iniziare a ri-ordinare il mondo secondo altre priorità e altri valori. Troveremo certamente altri alleati, tanti. Ma dobbiamo essere noi, donne, ad assumerci questa responsabilità. In prima persona, partendo da noi; come sempre.
E' questa la vera sfida del 2000, la nostra sfida per il nuovo millennio!

Buon lavoro, a tutte!