GUADALAJARA: PESTAGGI,
TORTURE, CONDIZIONI INUMANE DI DETENZIONE PER LE/I MANIFESTANTI
ARRESTATI IL 28 MAGGIO
UN
APPELLO PER RICHIEDERE GARANZIE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
giugno 2004, a cura
di Olga del Martedì Autogestito.
Una denuncia e un appello sulla brutale repressione messa in atto da polizia ed esercito contro i/le manifestanti presenti il 28 maggio a Guadalajara in occasione delle mobilitazioni di protesta in occasione dell'incontro tra Unione Europea e Paesi dell'America Latina e dei Caraibi. Come molte sapranno ci sono stati incidenti, e attualemnte 45 tra compagni e compagne sono in stato d'arresto e rinchiusi/e nel carcere di massima sicurezza di Jalisco. Ciò che in particolare desta preoccupazione sono le condizioni nelle quali vengono tenuti/e, così barbare che più di un giornalista in Messico non ha esitato a definire i trattamenti che hanno subito e che continuano probabilmente a subire gli/le arrestati/e, non dissimili dalle torture praticate ad Abu Graib. Stanno girando molte testimonianze sulle torture subite. Particolarmente pesanti quelle contro le donne, minacciate di stupro, costrette a restare nude e sdraiate a terra, insultate, picchiate. Nessuno/a di loro ha potuto vedere nè i famigliari, nè gli avvocati, nè i medici. Una compagna è molto grave e si trova in ospedale con numerose ferite e un trauma cranico dovuto ai pestaggi. E' in stato d'arresto e nessuno è ancora riuscito a vederla. Il comunicato che segue spiega bene la situazione. L'ho scelto fra i tanti solo perchè è quello che spiega meglio i fatti. Alla fine c'è un conto corrente per sottoscrivere per le spese legali e di cauzione.
APPELLO:
A LA SOCIEDAD CIVIL NACIONAL E INTERNACIONAL
A LOS MEDIOS DE PRENSA EN GENERAL
C. PRESIDENTE DE LA REPUBLICA VICENTE FOX QUEZADA
C. GOBERNADOR DEL ESTADO DE JALISCO FRANCISCO RAMÍREZ ACUÑA
C. PROCURADOR DE JUSTICIA DEL ESTADO DE JALISCOAttraverso questo comunicato vogliamo denunciare la brutale violazione dei diritti umani ai danni di molti/e compagni/e di diverse organizzazioni, così come ai danni della popolazione civile presente a Guadalajara (Jalisco) durante le mobilitazioni organizzate per il 28 maggio in occasione dell'incontro tra Unione Europea e Paesi dell'America Latina e dei Caraibi.
Denunciamo:
1) Che gli atti di intimidazione e repressione da parte dei corpi di polizia e della sicurezza federale sono cominciati già nei giorni precedenti alle mobilitazioni, attraverso una campagna di intimidazione continua non solo verso le organizzazioni che organizzavano la protesta, ma anche nei confronti della popolazione civile di Guadalajara, dal momento che qualsiasi persona che fosse stata vista passare indossando vestiti non proprio in regola, è stata fermata, in alcuni casi persino portata in commissariato e interrogata, in palese violazione del diritto alla libera circolazione.
2) il 27 maggio i compagni e le compagne che si trovavano accampati a Piazza Juarez furono oggetto di sequestro collettivo, dal momento che furono tenuti in stato di fermo per almeno otto ore. L'occupazione da parte delle forze dell'ordine di piazza Juarez è iniziata dalle 20 del 27 maggio e si è protratta fino alle 3 del mattino del 29. In questo lasso di tempo non era possibile accedere alla Piazza dove era previsto il concentramento per la manifestazione.
3) Durante le mobilitazioni del 28 maggio, intorno alle 18, sono successi i seguenti fatti: la presenza di polizia infiltrata e di provocatori dentro il corteo; la massiccia presenza di agenti della polizia militare e di veri e propri militari travestiti da manifestanti che avevano lo scopo di alzare il livello di tensione e di intimidire.
4) Durante la manifestazione del 28 sono state utilizzate dalle forze dell'ordine armi di dispersione non convenzionali come gas irritanti, lacrimogeni potenziati da sostanze tossiche, per non contare l'uso del manico del manganello per picchiare i manifestanti.
5) Tutti gli arresti effettuati sono stati assolutamente arbitrari e particolarmente violenti, nonostante i/le fermati/e non abbiano opposto resistenza. Inoltre sono state effettuate delle retate per le strade limitrofe al percorso del corteo, e sono stati arrestati/e molti/e giovani. Sono stati violati il diritto a transitare liberamente, il diritto a manifestare e ad esprimere le proprie opinioni.
6) Gli arrestati e le arrestate (in modo illegale, dal momento che nessuno/a di loro era stato/a preso in fragranza di reato), sono stati/e sequestrati/e per un periodo di 24 ore dalle forze dell'ordine, senza possibilità di comunicare e subendo le più tremende angherie.
7) Di fronte a questi arresti arbitrari, le organizzazioni sociali hanno voluto organizzare un presidio sotto la Segreteria di Sicurezza dello Stato di Jalisco, il 29 maggio alle 16, dal momento che avevamo notizia che alcuni dei fermati si trovavano lì. Anche in questo caso, dobbiamo denunciare le costantiintimidazioni e provocazioni della polizia che ha circondato il presidio, infiltrato agenti dentro il presidio e ripreso tutto con le telecamere. Nonostante queste provocazioni siamo comunque riusciti a mandare una delegazione, con il risultato dell'immediato rilascio di 10 persone.
Grazie alle loro testimonianze sappiamo cosa sta succedendo dentro la caserma.
Visto il successo della delegazione, abbiamo pensato di mantenere il presidio in maniera permanente, fino a che non avessero liberato anche gli altri e le altre.
A questo punto, però, la polizia ci ha sgomberati con l'uso dei lacrimogeni e siamo tornati a piazza Juarez, questa volta libera dai poliziotti.8) La situazione attuale dei fermati è molto preoccupante e grave.
Chiaramente fuori dalla legalità e dalla garanzia dei diritti umani:
- Non è stato dato loro né cibo né acqua nelle 36 ore successive al fermo.
- Sono state negate le informazioni ai famigliari.
- Non è stato comunicato a nessuno/a di loro il motivo per cui era fermato/a, né chi li accusava.
- Non è stato permesso nemmeno agli avvocati di vederli o di avere notizie sui capi d'imputazione.
- Le autorità preposte non hanno scritto nessun verbale, né fornito una lista degli/delle arrestati/e.
- Gli/le arrestati/e sono stati/e minacciati/e, aggrediti/e fisicamente e verbalmente, costretti/e a fare esercizi nudi/e, in alcuni casi con il fine di far firmare loro fogli vuoti o contenenti dichiarazioni false.
- La Commissione statale per i diritti umani non è intervenuta in nessun momento in aiuto degli/delle arrestati/e.
- Il Governo ha imposto avvocati d'ufficio, abilitati solo al ruolo di testimoni.
- Le uniche prove raccolte contro i/le manifestanti sono quelle dichiarate dai poliziotti che hanno proceduto all'arresto.
- I/le pochi/e compagni/e liberati/e sono stati/e oggetto di una campagna psicologica di intimidazione (come in particolare hanno denunciato due compagni, presi dentro le stanze dell'hotel dove dormivano)
- Non c'è stato soccorso medico in questura per chi è stato/a ferito/a, nemmeno quando ne hanno fatto specifica richiesta.
- Ci sono compagni/e feriti/e in maniera molto grave, che necessitano di cure immediate (è il caso della compagna Liliana Galaviz Lopez, che ha ferite aperte e profonde, alcune di più dieci centimetri, e una grave ferita alla testa con trauma celebrale. Sono le uniche notizie che abbiamo, dal momento che non è stata vista né dai famigliari né dall'avvocato)
- Nonostante le autorità continuano a sostenere che gli/le arrestati/e sono tutti/e persone colte in flagranza di reato, sappiamo bene, attraverso i famigliari, che alcuni/e di loro non solo non facevano attività politica, ma non erano neanche interessati/e alle mobilitazioni di quel giorno. Avevano solo avuto la sfortuna di passeggiare nel posto sbagliato.Per tutto quanto esposto, esigiamo:
1- la liberazione immediata e senza condizioni di tutti e tutte gli/le arrestati/e e l'annullamento del processo penale contro di loro.
2- che le autorità rendano pubblici i verbali degli arresti e la lista delle persone arrestate
3- la fine immediata di tutte le azioni di intimidazione, delle torture e delle aggressioni contro i/le fermati/e
4- Le associazioni, i gruppi, le organizzazioni firmatarie di questo appello considerano direttamente responsabili il presidente Vincente Fox, il governatore dello stato di Jalisco Francisco Ramírez Acuña delle vite e dell'integrità fisica dei/delle arrestati/e e dei loro famigliari in qualsiasi momento.
5- che si permetta agli avvocati difensori di incontrare i loro assistiti.
Constatato tutto questo, possiamo concludere che le azioni commesse dal governo federale e dallo stato fanno parte di una strategia di guerra contro la popolazione civile che denota chiaramente pratiche fasciste di vecchia data.
E' possibile sottoscrivere per le spese legali e di cauzione dei/delle arrestati/e a questo conto corrente:
Conto numero: 1299949054
Intestato a Martha Cecilia García Juárez
Banco: BBV BancomerNotificare poi il versamento a questo indirizzo di posta:
biblioteca@libertad.org.mx