TALI FAHIMA: UNA
DONNA ISRAELIANA SOTTO ACCUSA
DETENZIONE
E INTERROGATORI DISUMANI PER L'ATTIVISTA SOLIDALE CON I PALESTINESI
maggio 2005, dalla
Coalition of Women for Peace. Traduzione a cura di Luisa
Domenica 26 dicembre 2004, Tali Fahima è stata accusata dal Tribunale di Tel Aviv District Court per "favoreggiamento di un nemico in tempo di guerra; aver passato informazioni al nemico e contattato un agente straniero a vantaggio del nemico, essere stata in possesso illegale di armi, aver supportato un'organizzazione terroristica ed aver violato l'ordine costituito"
Questi minacciosi capi d'accusa, che se provati possono portare ad anni di carcere, si basano sulla presunzione che Tali abbia tradotto e spiegato i contenuti di un documento IDF agli attivisti delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa nel campo profughi di Jenin. Il documento, lasciato dall'IDF in seguito ad un incursione militare nel campo, conteneva i dettagli di un'operazione diretta ad arrestare e/o uccidere i "ricercati" elencati. "Grazie alle spiegazioni dell'accusata," sostiene l'accusa, "Zakariya Zubeidi [capo delle Brigate nel campo] ha ordinato ai ricercati di nascondersi fino al termine dell'operazione militare e i ricercati che hanno obbedito all'ordine non sono stati arrestati." Le altre accuse, in qualche modo meno gravi, accusano Fahima di aver avuto in mano un fucile e di aver sparato un colpo, all'ingresso dell'area di Jenin e al fianco degli altri guerriglieri nel campo.
Non serve essere un esperto militare per capire che i ricercati non avevano bisogno della segnalazione di Tali Fahima per sapere che l'esercito stava loro dietro.
Tali Fahima, un'attivista israeliana di 28 anni di Kiryat Gat [una cosiddetta "città sviluppo" nel Negev settentrionale, abitato prevalentemente da ebrei nordafricani], è stata arrestata mentre si recava a Jenin il 9 agosto 2004. E' stata interrogata per 28 giorni dai Servizi di Sicurezza Generale (GSS o "Shabak"); in questi 28 giorni ha subito molestie sessuali, è stata privata del sonno, del cibo e ammanettata duramente. Nel corso dell' "interrogatorio" gli ufficiali del GSS hanno provato a "fare di Tali una buona ebrea" (testuali parole), a convincerla che non esiste alcuna occupazione e si sono rifiutati di elencarle i capi d'accusa. Dopo che l'interrogatorio non ha portato a nessuna prova sostenibile in un'aula di tribunale, è stata messa in detenzione amministrativa (arresto senza processo) per un periodo di quattro mesi. Nel carcere civile femminile è stata sottoposta ad abusi da parte delle guardie, le uniche persone con le quali poteva avere contatto oltre alla madre e all'avvocato. Tenuta in isolamento un mese (sui tre di detenzione) le sono state negate sigarette, shampoo, dentifricio, libri, lettere, ecc. Un mese prima della scadenza del termine di detenzione è stata trasferita al GSS ancora una volta. A partire dal 5 dicembre 2004 ha passato tre settimane di "interrogatorio": ammanettata alla sedia, privata del sonno, dell'uso del bagno e dell'assistenza medica. Alla fine di questo "interrogatorio," Tali Fahima è stata formalmente accusata.
Negli ultimi cinque mesi vari uffici del sistema legale israeliano hanno tentato di creare l'impressione, presso il tribunale e la stampa, che Tali Fahima abbia messo gravemente in pericolo la sicurezza dello Stato aiutando a pianificare operazioni militari e/o attacchi suicidi e che rappresenti una minaccia alla sicurezza pubblica. Alla fine, dopo un arresto così lungo, i capi di accusa sono diventati pressanti- sono accuse che non possono assolutamente competere con il clima di isteria che si è creato intorno al suo caso.
Tali Fahima è un'attivista politica. Coinvolgimento politico e personale a parte, ha avuto contatti con i membri del movimento Fatah (brigate di Al-Aqsa) nel campo profughi di Jenin. A seguito del tentativo dell'IDF di "eliminare" Zakariya Zubeidi, all'inizio del 2004 Tali Fahima ha pubblicamente annunciato che avrebbe fatto da scudo umano in segno di protesta contro la politica israeliana di omicidi extra-giudiziari. Ha visitato il campo parecchie volte e in maggio ha cominciato a lavorare ad un programma cultural-educativo (una biblioteca ed un servizio computer) per i bambini del campo il progetto è stato sostanzialmente sospeso dopo il suo arresto. Le sue attività a Jenin erano aperte e trasparenti e molte documentate dalla stampa israeliana, dietro sua iniziativa.
La libertà di Tali Fahima è stata compromessa per mesi perché ha osato prendere contatti con i palestinesi in nome della solidarietà. Perché ha dichiarato la sua contrarietà all'occupazione in modo forte e chiaro, e così facendo ha violato la politica israeliana di separazione forzata tra i popoli (il che rende le visite a Jenin un'azione illegale). Sono in gioco i diritti fondamentali di Tali Fahima: libertà di parola, libertà di movimento, libertà di associazione, ecc, ed i nostri diritti civili: lasciare che le autorità israeliane criminalizzino Tali Fahima significa lasciare che le le autorità israeliane criminalizzino la nostra contrarietà all'occupazione.