FILIPPINE: IL NOSTRO DOLORE E' UN GRIDO PER LA GIUSTIZIA
APPELLO DELLA COALIZIONE VOW, VOCI DI DONNE PER I DIRITTI CIVILI


giugno 2005, da VOW. Traduzione di M.G. Di Rienzo

 

 

Al lancio della coalizione, il 7 maggio 2005 all'Università di Quezon City, presenziarono 96 rappresentanti di altrettanti gruppi di donne provenienti da tutto il paese.
La coalizione si è formata per contrastare gli attacchi e la repressione senza precedenti che investono attivisti politici, lavoratori impegnati nel movimento per la giustizia sociale, attivisti per i diritti umani, avvocati e lavoratori dei media nelle Filippine. Fra le testimonianze ascoltate quella del fratello di Angelina Bisuña Ipong, notoria attivista pacifista, 60enne, che è stata rapita dall'esercito e tenuta in "incommunicado" per 11 giorni, durante i quali ha sofferto violenze fisiche e sessuali.

Siamo le donne delle comunità urbane e contadine impoverite, veniamo dai
ranghi delle lavoratrici, delle studenti, delle professioniste, delle donne di chiesa.
Esprimiamo la nostra angoscia e la nostra indignazione per le morti di attivisti, giornalisti e sacerdoti: tutti difensori dei diritti e del benessere di donne e bambini.
Denunciamo la crescente militarizzazione delle comunità rurali, l'arresto illegale di attivisti, gli arresti e la criminalizzazione dei prigionieri politici e le repressioni violente che hanno disperso assemblee e manifestazioni pacifiche.
Protestiamo per le azioni dell'esercito tese ad identificare apertamente individui ed organizzazioni come "nemici dello stato" e ad indicarli come bersaglio per l'aver levato le loro voci in dissenso rispetto a politiche impopolari.
Ci ergiamo in protesta contro tutte le mosse del governo Arroyo che intendono istituire ulteriori misure repressive e legittimare il terrorismo di stato. L'imposizione del "Sistema di identificazione nazionale" (decreto Arroyo n. 420) e le leggi antiterrorismo in discussione in entrambi i rami del Congresso, pongono gravi minacce all,esercizio dei nostri diritti civili.
Oggi, in una sola voce collettiva, impegniamo noi stesse a difendere le libertà civili e a lottare per i nostri diritti.
Diciamo basta al militarismo ed alla cultura della violenza che sono state impiegate dal governo Arroyo contro dissenzienti pacifici.
Diciamo basta all'attacco alle nostre vite, ai nostri diritti, alle nostre libertà civili.