TUTTO IN UNA NOTTE
COME L'INVASIONE USA HA ANNIENTATO I DIRITTI DELLE DONNE, COME LE FEMMINISTE IRACHENE SI RIORGANIZZANO. INTERVISTA A YANAR MOHAMMED, PRESIDENTE DELL'ORGANIZZAZIONE PER LA LIBERTA' DELLE DONNE IN IRAQ OWFI


Marzo 2006. Fonte: Reuters, 9 febbraio 2006. Da WHR net (rete per i diritti umani delle donne), traduz. a cura di M.G.Di Rienzo



WHR net: Com'era la situazione per i diritti delle donne in Iraq, prima dell'invasione Usa, e com'è ora?

YM: Prima dell'invasione, l'Iraq era governato da un dittatore, sotto la cui regola le libertà politiche erano bandite, e le trasgressioni punite severamente. Non c'è da discutere sul fatto che Saddam commise atrocità terribili contro il suo stesso popolo, in particolare la popolazione curda, e la gente soffriva enormemente per le continue guerre regionali e per l'embargo.
Tuttavia, dobbiamo anche saper riconoscere che durante il suo periodo la società ha beneficiato della laicità e di una certa prosperità economica.
Le donne avevano accesso all'istruzione ed al lavoro. Il 40% dei lavoratori nel settore pubblico erano donne. Avevamo la garanzia di trovare un impiego al termine degli studi, che erano gratuiti su base nazionale.
L'indipendenza economica ed un alto livello di istruzione ponevano le donne irachene in uno status privilegiato, se ci si confrontava con gli altri paesi mediorientali.I movimenti progressisti che erano presenti in Iraq ancor prima del regime di Saddam, avevano influenzato la scena sociale, e lo status delle donne era rispettato, e le libertà sociali godute. Questi movimenti comprendevano nelle loro organizzazioni più di 40.000 donne in tutto il paese, e avevano ottenuto miglioramenti nella riforma del diritto di famiglia. Le donne delle città erano professioniste, giudici, ministri, e vestivano in stili moderni. Aree professionali come la recitazione, l'insegnamento artistico e la contabilità bancaria erano affollate da donne.
Il cambiamento è avvenuto nel giro di una notte, dopo l'invasione dell'Iraq. Le forze di occupazione smantellarono ogni istituzione precedente che avesse a che fare con la sicurezza e la difesa. Il sistema crollò di conseguenza, senza che nulla venisse sostituito alle strutture distrutte, e cominciarono i saccheggi, il rapimento di donne ed il loro traffico nei paesi confinanti, poiché i confini erano aperti e non vi erano ispezioni serie.
L'OWFI organizzò una dimostrazione il 24 agosto 2003, pochi mesi dopo la guerra, in cui diedi lettura della mia lettera aperta a Bremer, in cui chiedevo sicurezza per le donne sulle strade irachene. Ritengo costui responsabile delle vite di almeno 400 donne che furono rapite per essere stuprate, vendute o uccise. Da allora ad oggi le strade non sono ancora sicure, e si sono aggiunti nuovi elementi.
Militanti di partiti religiosi fondamentalisti girano per le strade molestando le donne che non sono velate o indossano abiti "islamici".
Questi personaggi hanno ucciso numerose donne perché avevano una professione, e parte di essi sono oggi al governo. Nelle città del sud, i gruppi islamisti pro-Iran (Brigate Badr) hanno il pieno controllo della scena politica. Questo ha mutato le strade in zone "no donne", dove persino le cristiane non osano camminare senza velo.
Dato il crollo del settore pubblico, la maggior parte delle donne ha perso l'impiego, e dopo due anni senza entrate si sono rivolte alla scena tribale, dove sono economicamente protette. La disoccupazione fra le donne si aggira ancora attorno al 90% e non vi sono in atto programmi di assistenza sociale.

WHR net: Puoi spiegare il processo che ha portato all'esclusione ed alla discriminazione delle donne per legge? Cos'è cambiato, con la nuova Costituzione, e quali sono le conseguenze per le donne?

YM: Nella prima Costituzione, scritta nel 1925, non c'era menzione di una religione formale. Nella seguente Costituzione, scritta durante la prima repubblica nel 1958, fu deciso che l'Islam era la religione della repubblica. Questo testo subì dei cambiamenti nel 1963, nel 1968 e nel 1870. Il diritto di famiglia era solo in parte basato sull'Islam, ed era stato soggetto ai mutamenti dovuti alle pressioni dei movimenti femminili progressisti.
Dopo l'invasione, gli Usa divisero i seggi di governo e parlamento tra gruppi politici pesantemente armati, visti come "forti" (per lo più islamisti sciiti e nazionalisti curdi), il che ha lasciato gli attivisti per i diritti delle donne e per i diritti umani senza difesa, marginalizzati e inascoltati.
Il primo risultato di tale configurazione del potere fu chiaro nella nuova Costituzione. La sharia islamica viene in essa considerata come fonte legislativa di base. Ciò automaticamente cancellò le conquiste femministe in Iraq. Fu un enorme passo indietro rispetto allo status delle donne, e ha ridotto l'Iraq ad un paese governato dalla religione.
Dato il corrente governo, il diritto di famiglia legalizzerà la poligamia, la battitura domestica per "disciplinare" le donne, la lapidazione per le adultere, e l'apartheid di genere. E' di questi giorni la risoluzione del governo che separa le classi per sessi nelle università e nei licei.
Fin dall'inizio della guerra, l'amministrazione Usa ha incontrato e incontra individui e gruppi che si identificano in base alla religione ed all'etnia. A chi ha rifiutato di farlo non sono stati offerti seggi in nessun consiglio. Il miglior esempio per chiarire questo punto è la scelta del segretario del più grande partito laico del paese, il partito comunista iracheno, che ora ha un seggio sciita nel consiglio di governo. Agli iracheni è stata negata una rappresentazione politica, perché il piano statunitense era di dividerli lungo le linee etniche, religiose e settarie.
Ci sono voluti due anni di diligenti separazioni per portare a termine il piano, il cui risultato è una guerra civile in cui le persone vengono uccise in base alla loro identificazione settaria.

WHR net: Qual è l'impatto degli attacchi militari sulla vita delle donne?

YM: Le atrocità che seguono le azioni militari e la mancanza di sicurezza divennero realtà nei primi mesi dopo la guerra, e ancora persistono. Hanno forzato le donne ad abbandonare il lavoro, e a tenere le figlie a casa, lontano da scuola. Questa faccenda include anche le aggressioni contro le donne operate dalla resistenza islamista fondamentalista, che nei rapporti
con le donne ha adottato i metodi dei Talebani. Sono state emesse numerose sentenze religiose (fatwa) per costringere giovanissime ragazze al matrimonio con i Mujahideen a Falluja e a Ramadi, cosa che doveva salvarle dallo "stupro americano" ed ha di fatto legalizzato lo stupro matrimoniale di bambine dodicenni.
L'occupazione ha trasformato l'Iraq in un'altra repubblica islamica, come l'Iran, dove le donne sono cittadine di seconda classe per legge. Gli Usa sono rimasti a guardare mentre i gruppi islamisti sciiti diventavano maggioranza nel governo ed applicavano la loro arretratezza su tutto il popolo iracheno, senza il minimo segno di sconcerto. Gli sciiti stanno usando tutta la loro forza per andare in una determinata direzione, ma non riescono ad imporla ad una società che ha goduto per più di un secolo e mezzo una vita moderna e civile.
L'ambasciatore Usa Khalil Zadeh osa descrivere la nuova Costituzione come una delle più democratiche del mondo "islamico". Non menziona il fatto che il 60% della popolazione irachena, le donne, è ora costituito da cittadine di seconda classe per tutto ciò che riguarda i diritti sociali, economici e politici. Se gioisce di tale Costituzione, è come se gioisse per lo scoppio
della guerra civile, e per la balcanizzazione dell'Iraq.

WHR net: Come stanno maneggiando questa situazione le organizzazioni di donne? E per favore, dicci anche di che sostegno avete bisogno da parte del movimento internazionale per i diritti umani delle donne.

YM: Sfortunatamente, parlando di gruppi femminili in Iraq, ora dobbiamo tenere presente che i partiti hanno reclutato donne affinché rappresentassero la loro agenda misogina, e hanno assegnato a costoro l'intera quota femminile in parlamento. Comunque, la scena delle organizzazioni femminile copre tutti i colori dello spettro, dai gruppi più reazionari (come Al Mihrab Martyr) a quelli più progressisti, che continuano a chiedere diritti umani per le donne in accordo agli standard universali, senza alcun compromesso con le religioni locali, e l'OWFI ha un ruolo guida in questo.
Gli occupanti Usa si sono sempre assicurati di escludere l'OWFI dalle loro conferenze e dagli eventi altamente manipolati e pubblicizzati che hanno rivolto alle donne. Hanno favorito chiunque acconsentisse a compromessi sulle istanze femminili. Hanno messo sotto i riflettori le donne velate islamiste a rappresentare tutte le donne irachene, ed infine hanno diviso
ancora la massa delle donne laiche su basi etniche, religiose e settarie.
Le donne laiche si trovano iscritte d'ufficio a gruppi diversi: se sono "arabe", curde, turcomanne, sciite, sunnite, eccetera. Il piano per demoralizzare le donne è stato studiato bene. Dopo due anni di incontri con le ONG nella "zona verde", i gruppi laici hanno continuato a non ricevere nessun sostegno e la maggior parte di essi si è sciolta.
L'OWFI ha deciso di non avere alcun contatto con i perpetuatori dell'arretratezza e della misoginia, ma piuttosto di cercare sostegno nella più ampia base di reti femministe nel mondo. In questo modo, siamo riuscite ad aprire due rifugi per le donne, a pubblicare nove numeri del giornale Al Mousawat, e molte attiviste si sono unite a noi.
Il nostro progetto per la libertà delle donne ha bisogno di aiuto finanziario, per consentirci di continuare il nostro lavoro nelle difficili circostanze create dalla guerra. Il nostro progetto più ambizioso, al momento, è riuscire a dar vita ad una tv satellitare, che parli della libertà femminile nei paesi mediorientali. Una tv libertaria e laica, in controtendenza con ciò che viene trasmesso dagli altri canali e che tende a distruggere la coscienza dei giovani. "Amwaj (Onde) TV" contribuirà a formare nuove onde del femminismo iracheno ed arabo, e lavorerà efficacemente contro la misoginia patriarcale sostenuta dalla religione.
L'alternativa a tutto questo male, alla misoginia ed al bigottismo, è l'alternativa delle donne. Da quando scegliemmo il nostro nome, "per la libertà delle donne", la nostra idea era di trasmettere onde di attivismo femminista in Iraq ed oltre, in tutto il Medio Oriente, di farci ascoltare dal mondo intero. Speriamo che l'eco di queste onde torni a noi, portandoci
sostegno ed incoraggiamento.