L'ASILO NIDO: UN DIRITTO DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI
CONTRO QUESTO DIRITTO E' IMPEGNATO IL GOVERNO: ANALISI DELLE PROPOSTE GOVERNATIVE E PUNTI CHIAVE PER UNA PROPOSTA DI LEGGE ALTERNATIVA



settembre 2003, dal Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare "L'asilo nido: un diritto delle bambine e dei bambini"

 

Contro questo diritto è impegnato il Governo sostenuto fattivamente da alcune Regioni ed amministrazioni comunali. L'obiettivo è cancellare l'idea di asilo-nido così come l'abbiamo sempre conosciuto cioè l'asilo-nido comunale,un servizio frutto delle lotte delle donne e della lungimiranza di amministratori locali grazie alle quali nel 1971 il Parlamento istituì gli asili-nido comunali.
Cancellare dunque questa idea di asilo-nido per frantumare e disperdere l'aspettativa che attorno a questo servizio sociale è via via cresciuta e che ogni anno si esprime nelle lunghe liste di attesa per accedervi.
Per questo sono state lanciate soluzioni alternative al tradizionale nido: nido famiglia, tata a domicilio, tagesmutter, assegno per chi rinuncia al nido,i cosiddetti micronidi nei pubblici uffici e nelle ditte, genitori autorganizzati, ingresso anticipato nella scuola materna, nido condominialesoluzioni che ai diretti interessati, i giovani genitori,appaiono presto per quello che sono: dequalificanti, inutili, demagogiche, impraticabili , cioè delle patacche.
Cosa significa infatti Nido condominiale? Non il Nido di un certo o di più condominii vicini ma il fatto che i bambini possano essere gestiti in un qualsiasi locale di un qualsiasi condominio cioè l'opposto di quello che immaginiamo per i più piccoli:un edificio a piano terra,appositamente progettato, circondato dal verde e dai fiori, lontano da fattori inquinanti, con personale qualificato che lavora secondo un progetto educativo periodicamente verificato.
L'obiettivo di queste soluzioni alternative al tradizionale nido, che in Italia copre soltanto il 6-8% del numero dei bambini in età,è veicolare presso l'opinione pubblica un messaggio di deregulation, di delegificazione, di abbattimento degli standard di qualità e contemporaneamente circondare con una cortina fumogena di fasulli servizi per l'infanzia il bisogno fondamentale dei bambini,specialmente dall'età di 1 anno, di socializzare, di avere stimoli, spazi ed un'adeguata assistenza quotidiana. Servizi relativamente recenti come lo spazio-famiglia, lo spazio-gioco, le ludoteche, per quanto validi siano, non sono il Nido.
Avanzano i Nidi privati, questi si, costosissimi,una retta mensile corrisponde allo stipendio di una giovane donna che accetta pur non perdere il posto di lavoro, certe volte meno costosi quando vengono generosamente sostenute dal denaro pubblico. Il Privato, ormai alquanto numeroso, copre però una modesta parte delle richieste perché si tratta di piccole realtà spesso ubicate in appartamenti e persino in ex negozi,ed anche piccolissime quando il nido è uno spazio ricavato all'interno di una scuola materna privata (almeno questi ultimi bambini hanno il giardino).
E il Nido-aziendale? Per esso il governo ha stanziato con la Finanziaria 2002 un fondo triennale: 50 milioni di euro per il 2002, 100 per il 2003, 150 per il 2004, prevedendo anche che le spese delle ditte e dei genitori dipendenti vengano scalate dalle tasse (l'opposizione ha ottenuto l'estensione di questa ultima misura alle spese sostenute per i nidi comunali e privati anche se per motivi di cassa probabilmente questa misura non avrà seguito).
Ma il nido aziendale non è la soluzione alla grande richiesta di asilo-nido.La sua realizzazione comporta particolari condizioni: la presenza di molte giovani donne, certi spazi, e specialmente l'interesse della ditta a volerlo, ditta che comunque se ne disferà quando non le servirà più. Non è inoltre auspicabile una situazione che vede un bambino così piccolo già pendolarino e genitori che avranno difficoltà a separare il loro ruolo di padri e madri da quello di lavoratori e lavoratrici.
L'apertura del Nido aziendale ai bambini del quartiere tanto magnificata è soltanto un espediente a favore della ditta che non potendo programmare la maternità e paternità dei propri dipendenti ha tutto l'interesse che la struttura del suo Nido ed il personale addetto siano ben sfruttati visto che il Comune interviene per pagare la differenza tra la retta pagata dai genitori e le spese effettive di gestione dei bambini del quartiere. Nessuno ha mai proibito (ma nemmeno obbligato!) una ditta a creare un nido aziendale, ci sembra giusto però che esso sia pagato dalla ditta ed anche dai dipendenti se sono d'accordo. La giunta regionale lombarda, sostenuta dalla Casa delle Libertà, Alleanza Nazionale e Lega, destina ingenti somme a favore dei nidi aziendali. Quest'anno sono ben ¤ 8.416.356,91 (DGR 1254 del 21-03-2003).
Per le ditte e per i pubblici uffici il Governo prevede anche il cosiddetto micronido,un servizio particolarmente dequalificato in quanto si tratta di una stanza con bagnetto annesso ed una baby-sitter assunta per un anno. Berlusconi, inaugurando il 10-10-2002 il micronido del Parlamento voluto dal ministro delle Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo,ha detto:" Comporta una spesa infinitesimale, poco spazio che si può trovare in qualunque ufficio". Il micronido del Parlamento, nel frattempo, è stato chiuso per mancanza dei requisiti.
Ora il governo Berlusconi vorrebbe scalzare quelle norme regionali e comunali che fissano per gli asili-nido gli standard qualitativi e che anche i privati dovrebbero rispettare. Per questo vuole una legge sui servizi per la prima infanzia,ma non sarà facile anche perché l'art.5 della Costituzione dice" La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento".
I punti per una nostra proposta di legge che invece sostenga ed allarghi l'esperienza così valida del Nido comunale da tempo sono presenti e condivisi, eccoli :

Il Nido venga tolto dai servizi a domanda individuale (servizi che Comuni non sono tenuti a fornire e ai cui costi l' utenza contribuisce in modo cospicuo)

Il Nido per la sua importanza educativa oltre che sociale dipenda da Ministero della (Pubblica) Istruzione in quanto garante del progetto educativo, della formazione e dei titoli di studio delle educatrici e degli educatori

Alle Regioni spetti la fissazione degli standard, ai Comuni la gestione

Nel bilancio dello Stato sia previsto il capitolo di spesa per i Nidi comunali che oggi gravano principalmente sui Comuni e le famiglie

Sia garantita la diffusione, la accessibilità, la qualità del servizio

Al nido possono accedere tutti i bambini anche di nazionalità straniera,non residenti ed apolidi sino all'età di 3 anni

 

Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare
"L'asilo nido un diritto delle bambine e dei bambini"

Il coordinamento è ospitato nel sito femminista Iemanjà
http://www.ecn.org/reds/donne/donne. Html
email: larete-asilinido@libero.it