NO AI PROFITTI SULLA PELLE DEI BAMBINI



ottobre 2003, dal Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare "L'asilo nido: un diritto delle bambine e dei bambini"

 

Contro questo diritto è impegnato il Governo sostenuto da alcune Regioni ed amministrazioni comunali. L'obiettivo è cancellare l'idea di asilo-nido così come l'abbiamo sempre conosciuto cioè l'asilo-nido comunale. Per questo vengono lanciate "soluzioni alternative al tradizionale nido" come il nido-famiglia, la tata a domicilio, l'assegno per chi rinuncia al nido, l'ingresso anticipato nella scuola materna, il nido condominiale.soluzioni che ai diretti interessati, i giovani genitori, appaiono presto dequalificanti, inutili, demagogiche, impraticabili cioè dellepatacche.
Cosa significa infatti Nido condominiale? Non il Nido di un certo condominio o di più condominii vicini ma il fatto che i bambini possano essere gestiti in un qualsiasi locale di un qualsiasi condominio cioè l'opposto di quello che immaginiamo per i più piccoli: un edificio a piano terra, appositamente progettato, circondato dal verde e dai fiori, lontano da fattori inquinanti, con personale qualificato che lavora secondo un progetto educativo.
L'obiettivo di queste "soluzioni alternative al tradizionale nido" (che in Italia copre soltanto il 6-8% del numero dei bambini in età) è veicolare presso l'opinione pubblica un messaggio di deregulation, di delegificazione, di abbattimento degli standard di qualità e contemporaneamente circondare con una cortina fumogena di fasulli servizi per l'infanzia il bisogno fondamentale dei bambini, specialmente dall'età di 1 anno di socializzare, di avere stimoli, spazi ed un'adeguata assistenza quotidiana.
Avanzano i nidi privati, questi sì costosissimi, a volte meno costosi quando vengono generosamente sostenuti dal denaro pubblico. Ma il privato, anche se ormai alquanto numeroso, copre una modesta parte delle richieste perché spesso si tratta di piccole realtà ubicate in appartamenti o in ex negozi o in spazi all'interno di una scuola materna privata (almeno questi ultimi bambini hanno il giardino).
E il nido aziendale? Esso non è la soluzione alla grande richiesta di asilo nido.La sua realizzazione comporta particolari condizioni tra cui l'interesse della ditta a volerlo, ditta che comunque se ne disferà quando non le servirà più.
Ora Berlusconi vorrebbe scalzare quelle norme regionali e comunali che fissano per gli asili-nido gli standard qualitativi. Per questo vuole una legge sui servizi per la prima infanzia!

Noi ci battiamo perché il Parlamento non solo respinga questo progetto ma sostenga ed allarghi l'esperienza dei nidi comunali votando una legge con i seguenti punti:


* Il Nido venga tolto dai servizi a domanda individuale (servizi che Comuni non sono tenuti a fornire e ai cui costi l'utenza contribuisce in modo cospicuo)
* Il Nido per la sua importanza educativa oltre che sociale dipenda da Ministero della (Pubblica) Istruzione in quanto garante del progetto educativo, della formazione e dei titoli di studio delle educatrici e degli educatori
* Alle Regioni spetti la fissazione degli standard, ai Comuni la gestione
* Nel bilancio dello Stato sia previsto il capitolo di spesa per i Nidi comunali che oggi gravano principalmente sui Comuni e le famiglie
* Sia garantita la diffusione, la accessibilità, la qualità del servizio
* Al nido possono accedere tutti i bambini anche di nazionalità straniera,non residenti ed apolidi sino all'età di 3 anni

 

Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare
"L'asilo nido un diritto delle bambine e dei bambini"

Il coordinamento è ospitato nel sito femminista Iemanja
http://www.ecn.org/reds/donne/donne.html
email: larete-asilinido@libero.it