Respingiamo il disegno di legge "Nuove norme in materia di servizi socio-educativi per la prima infanzia"



gennaio 2004, dal Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare "L'asilo nido: un diritto delle bambine e dei bambini"

 

Respingiamo il disegno di legge"Nuove norme in materia di servizi socio-educativi per la prima infanzia" presentato dal Ministro del lavoro e politiche sociali Maroni e dal Ministro per le pari opportunità Prestigiacomo e già approvato dalla Camera dei deputati il 13/11/03. Perché:

Ignora l'asilo-comunale che del sistema territoriale dei servizi socioeducativi per la prima infanzia dovrebbe essere il centro

Promuove..favorisce..provvede..agevola servizi dequalificati e precari quali i nidi di caseggiato i nidi familiari e i cosiddetti micronidi nei luoghi di lavoro servizi senza finalità educative, garanzie pedagogiche ed altre garanzie più elementari

Le forme di continuità tra l'asilo-nido e la scuola dell'infanzia così come vengono esposte, senza mezzi,senza una sperimentazione autorizzata e verificata sono soltanto la copertura all'ingresso anticipato nella scuola dell'infanzia praticato in molte scuole materne private e sancito dalla Moratti

Se anche noi siamo favorevoli ai piccoli nidi presso le scuole dell'infanzia essi devono rispettare gli standard degli altri nidi e non aggirarli giocando sulla definizione impropria di servizio integrativo che ne dà questo testo di legge

Dimentica di citare i veri servizi integrativi agli asili-nido: lo spazio-gioco, le ludoteche, il tempo-famiglia presenti con risultati lusinghieri da anni (ancora prima della legge n.285 del 28 agosto 1997). Forse perché il servizio integrativo da incoraggiare sfruttando spazio e personale dei pochi nidi è il baby-parking?

La ricerca scientifica non la fanno i professori nominati dal ministro ma si fa in modo libero nelle università e nelle istituzioni indipendenti dal potere politico ed economico

La compartecipazione economica delle famiglie al costo di gestione dei servizi in rapporto al reddito senza altre specificazioni può significare rette molto alte e non accessibili per la maggior parte delle famiglie

Questo disegno di legge ignora la competenza delle Regioni in fatto di standard strutturali e gestionali, ignora che questi esistono e sono leggi regionali. Non fissa,come dovrebbe in quanto legge quadro, i livelli essenziali di standard validi per tutto il territorio nazionale ma ne rimanda la definizione ai periodici confronti delle Conferenze Stato, Regioni ed enti locali. Nel frattempo i Comuni autorizzano..accreditano in una situazione in perenne divenire

Formazione , titoli di studio del personale e il progetto educativo non sono, come da tempo chiediamo, di competenza del Ministero della (Pubblica) Istruzione ma come gli standard saranno oggetto di discussione nelle Conferenze Stato, Regioni ed enti locali e di qualche precario accordo

Soltanto i nidi aziendali come i micronidi nei luoghi di lavoro vengono favoriti con consistenti finanziamenti (l'art.70 della legge finanziaria del 2002 n.448,28 dic. 2001 ha stanziato un fondo triennale 2002/2004 di 600 miliardi di vecchie lire) e con la deducibilità ai fini fiscali delle spese sostenute da parte dei genitori e dei datori di lavoro per questi servizi . Ci sono alcune situazioni che giustificano il sostegno della collettività al nido aziendale(e non certo al cosiddetto micronido nei luoghi di lavoro) altre non sono giustificate anche perché si tratta di nidi destinati a chiudere,ma la legge non fa distinzioni. E tutte le altre donne e papà che non hanno un lavoro o lavorano in proprio o hanno un lavoro precario o lavorano in situazioni dove nessuno si sognerebbe di portare un bambino? Di quale libertà di scelta parla la legge?

Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare "L'asilo nido un diritto delle bambine e dei bambini"

Gennaio 2004

Il coordinamento è ospitato nel sito femminista Iemanja
http://www.ecn.org/reds/donne/donne.html
email :larete-asilinido@libero.it