APPELLO AL PARLAMENTO - L'ASILO NIDO: UN DIRITTO DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI
RICHIESTA AL PARLAMENTO DI SOSTENERE ED ALLARGARE L'ESPERIENZA DEI NIDI COMUNALI VOTANDO UNA LEGGE CON I CRITERI ESPOSTI NELLA PROPOSTA PRESENTATA


giugno 2002

 

Noi genitori, nonni, educatrici, insegnanti della scuola pubblica statale, cittadini e cittadine

Diciamo che l'asilo nido comunale in questi anni si è rivelato un servizio utile, richiesto da molti genitori che però spesso non hanno visto esaudita la domanda per mancanza di posti. A tutt'oggi la maggior parte dei Comuni è sprovvista di questo servizio.

Chiediamo che il Parlamento, sostenga ed allarghi l'esperienza dei nidi comunali votando una legge con i seguenti punti:
- Il nido, per la sua importanza educativa oltre che sociale, dipenda dal Ministero della (Pubblica) Istruzione, in quanto garante del progetto educativo, della formazione e dei titoli di studio delle educatrici ed educatori;
- La gestione del nido resti ai Comuni ed esso venga tolto dai servizi a domanda individuale;
- L'istituzione di un fondo nazionale per i nidi che oggi gravano quasi interamente sui Comuni e sulle famiglie;
- Il tetto massimo di contribuzione delle famiglie non superi il 30% del costo complessivo del servizio;
- Che vi sia continuità educativa tra nido e scuola per l'infanzia;
- La diffusione, la qualità, l'accessibilità del servizio;
- Al nido possono accedere tutti i bambini anche di nazionalità straniera, non residenti ed apolidi sino all'età di tre anni;

Respingiamo i progetti governativi sugli asili-nido improntati alla deregulation che prevedono un drastico abbassamento degli standard di qualità quali la struttura, l'ambiente, il progetto educativo, la formazione del personale, il sostegno ai bambini disabili, l'assistenza sanitaria e psicologica.

Respingiamo la scelta di privilegiare il privato per l'apertura di nuovi nidi distribuendo denaro a fondo perduto.

Respingiamo scelte dequalificanti per i più piccoli e quindi diciamo NO alle salette di custodia "cogestite" nei pubblici uffici (art.70 della Legge Finanziaria) ed alle salette aziendali (aperte sino a 24 ore giornaliere in funzione delle esigenze economiche delle ditte) presenti nei progetti del governo.

Riteniamo che il nido aziendale non sarà la soluzione per la domanda di questo servizio perché esso inevitabilmente resterà una opportunità circoscritta. Non è inoltre auspicabile una soluzione che vede un bambino così piccolo già pendolarino e lavoratrici e lavoratori che avranno difficoltà a scindere questo ruolo da quello di genitori.

Dissentiamo dai Comuni che con contributi economici incoraggiano l'assistenza domiciliare del bambino. E' assurdo incoraggiare una forma di assistenza già ampiamente diffusa e spesso per mancanza di alternative. Il bambino non è l'anziano verso cui, invece, l'assistenza domiciliare è doverosa.

Contestiamo proposte di sussidi economici che hanno l'obiettivo di scoraggiare la richiesta dell'asilo-nido. Il bambino non ha bisogno di soldi, ma di socializzazione, di stimoli, di un ambiente adatto, di persone preparate che a lui si dedicano in modo adeguato.

Contestiamo l'ingresso anticipato a due anni e mezzo nella scuola dell'infanzia prevista dalla riforma Moratti. Questa scelta non ha motivazioni pedagogiche ed aggraverà i problemi di gestione di questa scuola.

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