CERCASI NIDO DISPERATAMENTE
TUTTO QUELLO CHE E' NECESSARIO SAPERE PER NON LASCIARSI INGANNARE SULLA QUESTIONE DEL NIDO


novembre 2000, del Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare "L'asilo nido: un diritto delle bambine e dei bambini"

 

La storia del nido

L'asilo-nido è nato come luogo di custodia per i bambini delle lavoratrici , infatti i primi a sorgere sono stati i nidi aziendali. Atri sono sorti negli anni '30 ad opera dell' ONMI (Opera Nazionale Maternità Infanzia) ed erano di tipo custodialistico.
L'art.11del Regolamento dei Nidi Onmi dice: "L'asilo nido è un servizio della comunità per i figli dei lavoratori o per bambini di famiglie gravemente impedite di attendere alla loro cura ". In questi nidi era prevalente l'aspetto igienico-sanitario, gli orari erano rigidi sin dal primo giorno di entrata, gli "estranei ai lavori " erano esclusi , compreso i genitori. Dal momento che il bambino entrava nel Nido, questi diventava di esclusiva proprietà del nido stesso. Il personale era in rigorosa uniforme ed era più vicino ad un modello infermieristico che educativo. D'altronde le scuole per puericultrici erano per la maggior parte annesse agli ospedali e , sempre nel suddetto Regolamento , la parola "educativo" non viene mai nominata. Una gestione diversa, più tollerante e rispettosa di esigenze individuali, era lasciata alla buona volontà e professionalità del personale.
Nel 1960 l'UDI (UNIONE DONNE ITALIANE ) presentò una proposta di legge per il passaggio delle competenze dall'ONMI alle amministrazioni locali ; nel 1965 vi fu una proposta di legge di iniziativa popolare per un servizio nazionale di asili nido.
Il 6 dicembre 1971 fu approvata dal Parlamento la legge 1044 che istituiva gli asili-nido comunali con il concorso dello Stato . Per essa furono determinanti le lotte di quegli anni e le profonde trasformazioni economiche , sociali ed urbanistiche che avevano visto una forte immigrazione , il sorgere dei quartieri dormitorio , la scomparsa del verde e la trasformazione della famiglia allargata in famiglia nucleare.
Gli anni successivi videro una evoluzione in positivo del servizio , la sua progressiva seppur lenta espansione e la sua connotazione educativa oltre che assistenziale. Questo per merito di Amministrazioni sensibili alla protezione dell'infanzia, e del personale capace di cogliere l'importanza dei primi anni di vita per la formazione dell'individuo.
I 3800 nidi che la legge 1044 prevedeva entro il 1975 non furono mai aperti ma un clima positivo circonda il servizio ed a Firenze un comitato lancia una raccolta nazionale di firme per presentare dal basso al Parlamento una proposta di legge "L'ASILO NIDO: UN DIRITTO DELLE BAMBINE DEI BAMBINI ". Nel marzo 1993 essa viene presentata al Parlamento sostenuta da 150.000 adesioni.
Oggi si parla molto di bambini ed indubbiamente vi è una maggiore sensibilità verso l'infanzia. Ma il gran parlare, le molte proposte ed iniziative continuano ad eludere il problema dell'asilo ­ nido .

Alcuni dati

Gli asili ­ nido in Italia sono poco più di 2000 e coprono meno del 6% del numero dei bambini da 0 a 3 anni. Soltanto il 15% dei comuni del Centro-Nord ha attivato questo servizio. Laddove ci sono nidi lunga è la lista di attesa , un esempio : la provincia di Treviso offre a 21.363 famiglie che lo chiedono solo 877 posti negli asili-nido. Milano, anche quest'anno, vede una lista di attesa di 2500 bambini.
Tutti sanno che un bambino raggiunto il 1° anno di età ha bisogno di stare con gli altri bambini ma il 38% delle famiglie in Italia è costituito da due genitori ed un figlio ed il 6% da un solo genitore ed un figlio.

I governi

I governi di questi anni non hanno incoraggiato né con finanziamenti nè con leggi gli asili-nido .
Nell'agosto '97il Parlamento ha approvato la legge n. 285 Disposizioni per la promozione di diritti ed opportunità per l'infanzia e l'adolescenza con relativo stanziamento per il triennio 97-98-99 . Questa legge si proponeva di promuovere progetti che , rispetto ai bambini da 0 a 3 anni , fossero " innovativi e sperimentali" sottinteso rispetto agli asili-nido "tradizionali" e questi servizi innovativi potevano anche essere "autorganizzati dalle famiglie, dalle associazioni, dai gruppi" . Dunque non solo questa legge , di cui molto si è parlato , nulla prevedeva per gli asili-nido ma quelle poche frasi scatenarono un torrente di parole entusiaste: si è parlato della creatività dei genitori nell'autorganizzarsi , di genitori finalmente responsabilizzati nella cura dei propri figli , di asili-nido condominiali , di maestre a domicilio , di nido-famiglia , di tagesmutter .. . Non una parola obiettiva da parte dei mass-media , che invece , loro sì , hanno promosso presso l'opinione pubblica idee assurde.
Nel novembre '98 il governo organizzò a Firenze la 1° conferenza nazionale sull'infanzia durante la quale il ministro della solidarietà sociale annunciò l'intenzione di cambiare la legge sugli asili-nido perché " li frequenta soltanto il 6% dei bambini , sono concentrati nel Centro-Nord , hanno lunghe liste di attesa , tariffe troppo alte , orari insufficienti. Con la riforma gli asili- nido passeranno dal Ministero della Sanità a quello dell'Istruzione trasformandosi da un servizio su domanda a sistema educativo per tutti".
Parole , oltretutto contraddette dagli stessi progetti di legge successivamente presentati che affidano la gestione dei nidi ai privati ( finanziati con denaro pubblico) non fanno stime della domanda , non programmano obiettivi di espansione , non prevedono il passaggio dal Ministero della Sanità a quello della P.I. ( e perché mai il ministro della P.I. dovrebbe prendersi questa responsabilità quando di fronte ad una miriade di gestori privati non potrà nemmeno controllare il titolo, di studio delle educatrici ? ) . I fondi, insufficienti sarebbero prelevati non da uno specifico capitolo di spesa ma da un fondo nazionale per le politiche sociali e quindi in concorrenza con altri bisogni. Infine si prevede la cancellazione della legge 1044 del 1971 istitutiva degli asili-nido comunali rovesciando in negativo le speranze e gli sforzi per andare oltre questa conquista .
Questi progetti governativi hanno incoraggiato alcune amministrazioni locali che, senza attendere le lungaggini dell'approvazione di nuove leggi, stanno operando per liberarsi da quello che ritengono un fardello.

Le cooperative

Principale referente del ministro della solidarietà sono le cooperative. Esse sono uno strumento per i progetti di deregulation del governo ed in diversa misura delle Regioni , nonché mezzo di clientelismo molto importante soprattutto in occasione delle elezioni.
Non poche cooperative si prestano ad organizzare dequalificati spazi-gioco (pagati a caro prezzo dall'utenza) all'interno dei quali svolgono anche attività di baby-sitting infischiandosi del rapporto stabile tra bambino , gruppo ed adulto , fondamento di un progetto educativo. Alcune cooperative con i soldi della collettività organizzano baby-parking tout court.
Le cooperative vengono definite settore no-profit , ma forse un Comune fa profit con gli asili-nido? Perché un Comune dovrebbe affidare un servizio che non corrisponde ad una emergenza, nè è transitorio e tantomeno marginale, come il Nido , alle cooperative ?

La politica assistenziale

Alcuni amministratori hanno deciso provvedimenti definiti da loro stessi e da entusiaste ( chissà perché) giornaliste alternativi al Nido.
Il Comune di Modena ha deciso di dare £. 700.000 al mese a chi ha un figlio piccolo e non lo porta al nido ; il Comune di Milano sta dando " a titolo sperimentale" a 200 giovani coppie residenti da più di 15 anni a Milano e che hanno rinunciato al nido £. 1.000.000 al mese per 2 anni ; la Regione Lazio darà 2.750.000 a chi fa un figlio e non è abbiente .. .
Si calpestano i diritti dei bambini, delle donne, la collettività spende per non avere nulla che rimane e progredisce e si bluffa perché non si tratta di far scegliere ad una giovane coppia tra un assegno e l'asilo- nido ma tra l 'assegno ed una vaga possibilità di poter inserire il bambino al Nido.
Le chiamano misure alternative al nido, ma come è possibile una alternativa ad una cosa che per la maggior parte della popolazione non esiste ? Queste misure non sono dunque alternative al nido ma alla domanda diffusa di esso !


L ' assistenza domiciliare del bambino

L ' assistenza domiciliare del bambino è spesso la soluzione di ripiego cui ricorrono i genitori in mancanza di alternative ma che il legislatore non dovrebbe incentivare perché il bambino, a differenza dell'anziano verso cui l'assistenza domiciliare è doverosa , ha bisogno di stare con gli altri bambini , all ' aria aperta ed in spazi adeguati ed attrezzati. Essa è invece prevista da disegno di legge del governo " Riforma dei servizi socio-educativi per la prima infanzia ".
Non vogliamo evidentemente criticare l ' organizzazione delle baby-sitter in cooperative o la loro regolarizzazione e valorizzazione professionale , diciamo semplicemente che la collettività non deve spendere per questo tipo di servizio. Dal '97 invece alcune amministrazioni locali incoraggiano con contributi l'assistenza domiciliare del bambino. I giornali poi presentano queste iniziative con grande rilievo e con l'aria di raccontarci delle stupende novità.

Il costo dell'asilo nido

Uno studente in un anno costa alla collettività £.8.000.000; un bambino al Nido costa complessivamente più di un milione al mese ,con la differenza che il costo del nido è diviso tra la famiglia e l'amministrazione locale .Chiediamo che lo Stato (o la Regione per esso) faccia la sua parte. I genitori non hanno mai preteso il nido gratis ma chiedono che ci sia , sia qualificato ed ad un costo accessibile.
Al nido devono poter accedere tutti i bambini dei genitori che ne fanno richiesta e dall'età di 1 anno, quando il piccolo sente il bisogno di stare con gli altri bambini . La frequenza prima di quell'età deve essere scoraggiata , seppur in positivo , prevedendo , come del resto in parte già avviene , che i genitori possano stare accanto al proprio figlio.
È sbagliato pensare di espandere il Nido tramite il Privato. Il Privato in questi anni ha investito pochissimo nel Nido, nonostante la gran richiesta perché per trarne profitto occorre far pagare rette molto alte che la maggioranza dei genitori non può sostenere.
Molti politici sostengono che occorre affidare i nidi al Privato finanziato da denaro pubblico. A che scopo? Forse i nidi saranno più numerosi e più qualificati? Forse l'utenza spenderà meno ?

Appello ai parlamentari per la nuova legge sugli asili-nido

Noi genitori, educatrici, cittadine e cittadini, chiediamo che la nuova legge garantisca il carattere sociale, educativo e pubblico del Nido, prevedendo che:

- Esso venga tolto dai servizi a domanda individuale (servizi che i Comuni non sono tenuti a fornire e ai cui costi l' utenza contribuisce in modo cospicuo)

- La competenza del servizio passi al Ministero della Pubblica Istruzione (oggi il Nido dipende dalla Sanità)

- Alle Regioni spetti la fissazione degli standards, ai Comuni la gestione

- Nel bilancio dello Stato sia previsto il capitolo di spesa per i Nidi che oggi gravano solo sui Comuni e le famiglie

- Sia garantita la diffusione, la accessibilità, la qualità del servizio. Ricordiamo che oggi i posti disponibili nei nidi coprono solo il 6% del numero dei bambini da 0 a 3 anni

- Il Nido sia il servizio di base per tutti i bambini e le famiglie che lo richiedano. Altri servizi o interventi a favore della infanzia non devono sostituire il Nido. Finalità sociali e finalità educative non sono contrapposte

- La formazione delle educatrici e degli educatori sia a livello universitario

- Al Nido possano accedere tutti i bambini da 0 a 3 anni indipendentemente dalla nazionalità e dalla residenza

La nostra proposta

Su questo appello abbiamo raccolto più di 11.000 adesioni e le abbiamo consegnate alla commissione affari sociali della Camera dei deputati nel gennaio di questo anno

Oggi facciamo questa proposta : chi si riconosce in questo appello fa parte di una rete , la RETE PER IL DIRITTO AL NIDO. Far parte della rete significa agire in piena autonomia e secondo le proprie forze cercando ,quando è possibile, collegamenti con il resto della rete. Lo scopo è valorizzare ciò che stiamo facendo affinchè abbia un maggior peso .
La RETE PER IL DIRITTO AL NIDO viene ospitata nel sito del gruppo femminista Iemanjà
http://www.ecn.org/reds/donne.html
E-mail : larete-asilinido@libero.it

Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare "L'asilo nido: un diritto delle bambine dei bambini".