FAME DI SERVIZI: L'ASILO NIDO
LA DISCUSSIONE IN PARLAMENTO SULLA NUOVA LEGGE SUGLI ASILI NIDO


novembre 1999, del Coordinamento sostenitore della proposta di legge di iniziativa popolare "L'asilo nido: un diritto delle bambine e dei bambini"

 

Circondata da una cortina fumogena di tante belle parole sui diritti dell'infanzia e sul valore sociale della maternità, è iniziata in Parlamento la discussione della nuova legge sugli asili-nido.
Guardiamo i fatti: gli asili-nido in Italia sono appena 2000 e coprono il 6% del numero dei bambini da 0 a 3 anni. Moltissime sono le richieste inevase, beninteso là dove i nidi esistono e soltanto il 15% dei Comuni del Centro-Nord ha attivato questo servizio.
Potranno dunque i genitori sperare nell'aperatura di nuovi nidi grazie a stanziamenti della futura legge? No, perchè i costi del servizio continueranno a gravare sui comuni e sulle famiglie. Sarà previsto l'obbligo per i Comuni, in proprio o consorziati di aprire il Nido a fronte della richiesta? No, sui Comuni si esercita, invece, una forte pressione ideologica, normativa ed economica affinchè affidino il servizio ai privati (che per questo riceveranno soldi dagli stessi Comuni). Ci assicurano che i privati verrannno controllati dal pubblico. Ma chi detterà le regole quando i nidi ed altri servizi saranno in mano ai privati?
Per gli asili-nido non basta una manciata di miliardi una tantum: è una scelta importante; ma il disegno di legge invece di affrontare secondo un unico progetto educativo e scientifico il problema dell'assistenza, della socializzazione, della formazione dei più piccoli, prevede "soluzioni" come il Nido-famiglia per cui la collettività si fa carico del costo di una bambinaia che nel proprio appartamento o in quello della famiglia gestisce da uno a tre bambini.
Non dobbiamo meravigliarci, perciò, se il Comune di Milano (che per le dimensioni del suo budget potrebbe soddisfare tutte le domande) persegue la dequalificazione e la disincentivazione del servizio. Vi ricordate la delibera dell'allora assessore ai servizi sociali Ombretta Colli decisa a maggio, prima delle elezioni? Un milione al mese per giovani coppie residenti a Milano da almeno 15 anni e che dichiarino di rinunciare al Nido per il loro piccolo! Questa generosa elargizione riguardava comunque soltanto 200 nuclei famigliari e solo per due anni.
La politica di distribuire soldi, cioé la politica assistenziale, non è solo irrazionale (perchè a loro sì e ad altri no?) è anche demagogica, serve ai politici per farsi pubblicità, non risolve i problemi e non garantisce i diritti.
Una politica per i servizi riguarda tutti, poveri, meno poveri e benestanti, unisce una nazione e la fa progredire.

I GENITORI NON DEVONO LASCIARE
CHE IL PARLAMENTO DECIDA SENZA LORO!

 

COORDINAMENTO SOSTENITORE DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE "L'ASILO NIDO: UN DIRITTO DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI"