RACHEL CORRY ASSASSINATA
IN PALESTINA
LA
GIOVANISSIMA ATTIVISTA AMERICANA DEL MOVIMENTO INTERNAZIONALE
DI SOLIDARIETA' SI OPPONEVA SENZA ARMI ALLA DEMOLIZIONE DI UNA
CASA A RAFAH. ECCO LA LETTERA DI PROTESTA CONSEGNATA A ROMA ALLE
AUTORITA' RESPONSABILI
marzo
2003, dalle Donne in Nero
All'Ambasciata di Israele presso il Governo Italiano
Alla Rappresentanza delle Nazioni Unite in Italia
All'Ambasciata degli U.S.A. presso il Governo Italiano
Al Ministro degli Esteri del Governo Italiano
Domenica 16 marzo 2003, a Rafah nella striscia di Gaza, un bulldozer dell'esercito israeliano ha ucciso una giovane attivista del Movimento Internazionale di Solidarietà (ISM). Rachel Corry, 23 anni, studentessa, di nazionalità statunitense, aveva osato interporre il suo corpo tra la macchina da guerra di Sharon e una casa palestinese destinata alla demolizione dalla sommaria giustizia israeliana. Sono centinaia le case palestinesi demolite negli ultimi due anni, colpevoli di essere sul tracciato di una nuova strada israeliana o troppo vicine ad una colonia ebraica o focolare della famiglia di un kamikaze. Queste demolizioni, esplicitamente proibite dalle convenzioni internazionali, non sono che una delle tante violazioni dei diritti umani perpetrate dall'occupazione militare.
Rachel credeva nel diritto internazionale ed era a Rafah per difenderlo, spinta dall'indignazione per l'inazione delle organizzazioni internazionali. Il dolore per la sua morte, come quello per le tante vittime innocenti dei conflitti armati che tormentano il mondo, ci impone di chiedere ancora una volta al Governo di Israele di mettere fine all'occupazione dei territori palestinesi, alle Nazioni Unite di inviare immediatamente in Medio Oriente una forza di protezione della popolazione civile, al Governo degli U.S.A. e al Governo Italiano di impegnarsi concretamente affinché il diritto internazionale sia rispettato in quella terra come in tutti gli altri paesi del mondo.
Ci appelliamo inoltre al movimento per una pace giusta in Palestina e Israele affinché continui a garantire la sua presenza nei territori occupati.