NOI NON SIAMO SCHIAVE
TRA LE DONNE DELLA GUPW DI RAFAH DOVE E' VIVA LA MEMORIA DI RACHEL CORRIE


settembre 2003, a cura di Fedora e Monica

 

L'Unione Generale delle Donne Palestinesi è stata fondata nel 1965 ed è considerata l'organizzazione ufficiale rappresentativa delle donne palestinesi nel mondo.
E' anche il punto di riferimento di tutte le organizzazioni di donne in Palestina e delle Palestinesi esiliate. Fin dalla nascita, l'obiettivo principale della GUPW, è stato quello di mobilitare le donne all'interno delle comunità palestinesi per permettere loro di partecipare ai vari processi sociali, economici e politici.
La GUPW considera lo sviluppo di tali processi come parte integrante nel raggiungimento del benessere sociale attraverso le attività di sostegno ai singoli e alle famiglie palestinesi che hanno avuto familiari uccisi in seguito all'occupazione israeliana.
Nella Striscia di Gaza la sede principale del GUPW si trova a Gaza City.
Ma sono presenti altre due sedi a sud: una a Khan Younis e l'altra nella città di Rafah. La più attiva è proprio quella di Rafah.

Quali sono i principali obiettivi dell'associazione?
Il principale obiettivo della GUPW è quello di fare dell'educazione sociale e politica delle donne lo strumento per continuare la loro lotta di liberazione. L'associazione promuove inoltre la cooperazione tra uomini e donne in tutti gli aspetti della vita, ma per la realizzazione di tali obiettivi è fondamentale il raggiungimento di alcuni obiettivi preliminari quali l'alfabetizzazione di tutte le donne, la possibilità di rendere le donne membri effettivi della loro società attraverso il lavoro e quella di fornire alle donne una fonte di introiti per sostenere le loro famiglie.
Altro obiettivo, non meno rilevante rispetto ai precedenti, rimane per la GUPW quello di proteggere e promuovere il folklore e le tradizioni palestinesi.

Quali sono le principali attività dell'associazione?
Tra le attività principali dell'associazione ci sono: i corsi professionali per donne (cucito, ricamo, lavori a maglia, ecc), i corsi gratuiti di alfabetizzazione, l'organizzazione di conferenze e workshop sull'educazione, la divulgazione di informazioni su problematiche di tipo medico, sociale, ambientale e sulla cura dei bambini e la realizzazione di mostre di artigianato tradizionale palestinese.

Chi sono le donne che fanno parte dell'associazione?
Quest'associazione è formata da donne che rappresentano l'intera società palestinese, comprese donne con grandi difficoltà, donne divorziate, vedove, disoccupate e volontarie.

Cosa pensano gli uomini e le donne di Rafah della vostra organizzazione?
Sono tutti molto contenti della presenza di quest'associazione. Altre associazioni di uomini chiedono di poter collaborare con il GUPW. Sappiamo che all'estero si pensa alle donne palestinesi come a delle schiave. Ma noi non siamo schiave. Lavoriamo e produciamo. Siamo attive e creative. E vogliamo esserlo sempre di più.

Cosa ha comportato l'occupazione israeliana per la situazione della vostra associazione?
Con l'occupazione è più difficile esportare i nostri prodotti all'estero, perché l'esercito israeliano ha chiuso tutte le frontiere, i checkpoint e ci hanno separato dal resto del mondo. Produciamo molto, ma non riusciamo più a spedire i manufatti al di là del confine, a causa del blocco delle frontiere.
Inoltre quando l'esercito israeliano invade o attacca le città, non possiamo lasciare i nostri figli e le nostre figlie da soli a casa. Non riusciamo a pensare al lavoro, perché in quel momento abbiamo altre priorità. Questo rappresenta anche un forte condizionamento psicologico. Vogliamo ribadire che tutte le donne palestinesi amano la pace e vogliono vivere in pace.

Quali sono i vostri rapporti con l'Autorità Palestinese?
L'ANP supporta al cento per cento la partecipazione delle donne nella società e il ruolo della donna all'interno di essa. Sempre spinge le donne a partecipare alle elezioni e pensa che il ruolo delle donne sia veramente molto importante. Quindi c'è grande collaborazione e supporto da parte dell'ANP.

Siete in contatto con altre organizzazioni internazionali di donne?
Abbiamo un gemellaggio in corso con un'associazione di donne francesi. Siamo, inoltre, in contatto con un'associazione di donne del Canada, con una norvegese e con un'altra in America. Era anche iniziata una collaborazione con Rachel Corrie prima che morisse. Ma purtroppo si è conclusa.

Cosa rappresenta Rachel Corrie per la vostra associazione e per le donne di Rafah?
Rachel è vissuta a Rafah per 3 mesi. Era molto socievole. Andava sempre a trovare le persone, parlava con loro. Tutte le persone di Rafah conoscevano Rachel, prima che lei morisse. Quando è stata uccisa, non solo le donne, ma veramente tutti ne sono rimasti scioccati. Per quanto riguarda l'associazione, abbiamo una tomba speciale per Rachel e in città abbiamo organizzato 3 manifestazioni. Nessuno dimenticherà Rachel, soprattutto le donne non la dimenticheranno mai. Noi ricorderemo Rachel per sempre. Perché era una ragazza americana che ha lasciato la sua vita, i suoi genitori, la sua gente per venire in Palestina, per esprimere solidarietà alla nostra gente.
Questo è stato molto apprezzato da noi. E questo è il motivo per cui amiamo Rachel così tanto.
Rachel è nel cuore di ogni donna di Rafah. E' un grande esempio, un modello di donna forte e combattiva. Rappresenta un modello ancora più forte per come è stata uccisa. Il modo in cui è stata uccisa ci ha causato molta sofferenza. La nostra associazione ha realizzato diverse conferenze stampa, ricevendo molti giornalisti per parlare di lei, del suo ruolo con le donne e con la gente di Rafah in generale. Quello che abbiamo potuto fare per Rachel è molto poco. Ha perso la sua vita per noi e questo ci ha veramente colpiti.