LA VOCE DELLE DONNE PALESTINESI PER LA PACE MESSA A TACERE L'OTTO MARZO IN USA
DIRIGENTE DEL JERUSALEM CENTER OF WOMEN, DOVEVA PARLARE DELLE DONNE COME COSTRUTTRICI DI PACE


marzo 2001, da Bat Shalom. Traduzione di F. Lipparini.

 

 

Sumaya Farhat-Naser, dirigente del Jerusalem Center for Women (partner di Bat Shalom in Jerusalem Link) non andrà a San Francisco questa settimana. Era prevista la sua presenza come momento centrale al Global Fund per la celebrazione della giornata internazionale delle donne l'8 marzo. Essendole stato negato il visto (situazione normale per tutti i palestinesi), Sumaya aveva accettato l'offerta di assistenza del comitato direttivo di Bat Shalom per un intervento presso il ministro degli esteri israeliano in suo nome. Dopo oltre una settimana di trattative con le autorità israeliane, il massimo che le hanno offerto è stato di stare a San Francisco un solo giorno e tornare immediatamente indietro.
Inutile a dirsi, Terry Greenblatt, dirigente di Bat Shalom e co-speaker di Sumaya al Global Fund, non ha incontrato nessun ostacolo al viaggio. Terry starà negli Stati Uniti due settimane, senza restrizioni.
Non dovrebbe il paese ospitante - in questo caso gli Stati Uniti - a decidere autonomamente chi può entrare nel suo territorio e per quanto tempo? Evidentemente no.
È difficile capire come, anche considerando le misure di sicurezza, Sumaya possa costituire un problema di "sicurezza". Una donna sposata, con due figli adolescenti, una docente universitaria di scienze, un membro del direttivo del Global Fund for Women, che ha ricevuto numerosi premi internazionali per il suo lavoro per la pace.
Tuttavia, la vera questione qui non è la "sicurezza", ma piuttosto il desiderio dello stato israeliano di estendere la politica di "chiusura" e intimidazione, oltre le città e i villaggi dei Territori Occupati, al mondo intero.
Dice Sumaya: "Restrizioni ai miei movimenti e alla mia persona? È qualcosa che non accetterò mai. È una questione di principio e fa anche parte della mia lotta per la libertà. Oltre all'occupazione della mia terra nativa e della mia casa, posso forse accettare che l'occupazione di Israele si estenda in tutto il globo? È insultante e va contro ogni senso di dignità".
Il discorso di Sumaya l'8 marzo aveva per tema "le donne come costruttrici di pace". Stiamo ancora tentando tutti gli sforzi per farle ottenere un visto senza restrizioni, ma le prospettive di successo sono irrisorie
Bat Shalom suggerisce di commemorare la giornata internazionale delle donne facendo sentire la vostra voce a difesa di una donna e di un'organizzazione di pace. Qualsiasi siano i vostri mezzi, dovunque e comunque lavoriate per un cambiamento sociale e politico, fate qualcosa l'8 marzo perché non vinca il silenzio.
Coloro che desiderano inviare messaggi di solidarietà a Sumaya, possono inviarli al Jerusalem Center for Women's, e mail jcw@palnet.com