PER I GIORNI DELLA
MEMORIA!
RICEVIAMO
DALLE DONNE IN NERO QUESTO GRIDO DI DOLORE
marzo 2002, di Marianne Blume.
Traduzione di G. Pozzobon
A Tulkarem, l'esercito israeliano ha ordinato a tutti gli uomini di 14 a 40 anni di uscire dalle case e radunarsi.
I soldati israeliani hanno loro legato le mani e bendato gli occhi, meticolosamente, ad uno ad uno.
Erano 800, camminavano come ciechi verso una destinazione sconosciuta.
I soldati avevano un'aria umana: nessuno di loro gridava o picchiava; ciascuno di loro faceva il proprio "lavoro" coscienziosamente.
Lo stesso scenario si è riprodotto a Deheishe, a Qualqilya o a Wadi Saka
Cosa è successo dopo ?
Lo sappiamo da testimonianze di amici e dai giornali. I prigionieri sono stati portati in una fabbrica che l'esercito aveva delimitato con filo spinato. I soldati israeliani hanno stampato, con un inchiostro difficilmente cancellabile, un numero personale sul braccio di ogni prigioniero.
Degli uomini dai 16 ai 40 anni sono stati spostati e radunati,semplicemente perchè appartenenti ad un gruppo identificato,numeri sull'avanbraccio,foto e films fatti dai soldati dell'esercito.
Mia madre, mia nonna e mio nonno sono stati nei campi di concentramento tedeschi per fatti di resistenza.
Cosa penserebbero se fossero ancora di questo mondo?
Cosa ne pensate voi, voi i cui discorsi sono risonanti di parole come umanità, democrazia, diritti dell'Uomo o lotta contro il terrorismo?
Accusatemi di ciò che volete, non m'importa: non voglio essere colpevole di aver taciuto quando era ancora possibile parlare.
Gli atti barbari restano barbari da ovunque essi vengano