AFGHANISTAN DENTRO IL BURQUA
INTERVISTA ALL'ATTIVISTA DEL RAWA CHE HA RACCOLTO TESTIMONIANZE FILMANTE PER LA CAUSA DEL PROPRIO PAESE


luglio 2001, di Michele Landssberb - Life Columnist. Traduzione di Fatima Di Marco

 

Immagina una donna come tante, avvolta dalla testa ai piedi nel suo barqua blu che sbircia il mondo circostante attraverso una piccola rete sugli occhi.
Fa' caldo dentro il burqua, si soffoca ed è difficile camminare senza inciampare."Tutto il tempo che lo indossi" mi dice Treena che è una donna afgana giovane e snella che indossa moderni abiti occidentali e che siede al tavolo di un ristorante di Toronto, tutto il tempo che lo indossi devi prendertene cura badando a tenere nascoste le mani e a non sbattere contro tutti gli oggetti.

Immagina una donna infagottata e impacciata questa volta, che nasconde una telecamera di contrabbando sotto il suo barqua, nel mezzo di una folla rumoreggiante in uno stadio di Kabul dove un'adultera sta per essere brutalmente giustiziata. La donna con la telecamera è un'attivista segreta del RAWA l'associazione rivoluzionaria delle donne afgane. Lei non ha mai usato una telecamera prima d'ora e potrebbe essere uccisa per aver fatto ciò che sta facendo ma è determinata a registrare le terribili violazioni dei diritti umani commessi dai criminali che governano il suo paese. (il film che n'è risultato sarà mostrato durante la conferenza di Toronto la prossima settimana)

Le immagini provenienti dall'Afganistan richiamano alla mente quelle terribili di alcuni film con scenari post nucleari:Una città, capitale ridotta in macerie,bambini che muoiono di fame e di freddo, cani randagi alla ricerca di cibo tra le rovine, e che dilaniano i cadaveri abbandonati, ignoranti attaccabrighe al potere che senza alcun motivo attaccano e picchiano cittadini inermi in modo particolare le donne, naturalmente. In questo paese disseminato da mine più di ogni altro paese al mondo il popolo affamato si nutre di erba e di foraggio per animali e le donne sono state private di ogni vestigia di speranza, diritti umani e dignità, ma a poche nazioni sembra importare. Gli Stati uniti sembrano solo preoccuparsi della presenza in quel territorio del loro nemico attuale il temibile terrorista Osam bin Laden.
Nel frattempo, negli ultimi mesi i talebani hanno ordinato agli Indiani e ai non mussulmani di indossare un distintivo giallo e alle donne straniere venute, in quel paese per aiutare e lavorare, di non guidare l'automobile (che essi dicono sia contro la religione islamica)

Le donne sono i bersagli preferiti della rabbia dei talebani. Non è loro permesso di lavorare, di frequentare la scuola (prima dell'avvento dei talebani il 40% dei medici e il 70% degli insegnanti erano donne) di scoprire le caviglie di ridere in pubblico, di uscire senza un uomo come "guardiano"
Pur tuttavia in numero sempre crescente esse escono da sole. Questo non perché i Talebani si stiano"civilizzando" No, la mentalità dei talebani non cambierà mai" dice Treena "ma perché le donne oppongono sempre di più resistenza e i talebani non possono controllare questa provocazione.
Sebbene la paura, la fame, la debolezza e la claustrofobia abbiano portato molte donne al suicidio, gli stessi motivi le hanno portate a reagire, come la donna che ha testimoniato l'assassinio con la sua telecamera nascosta.
Treena una snella e amabile giovane donna nata in Afganistan e che ora vive in Pakistan e lavora a tempo pieno per la RAWA. Lei ha passato clandestinamente il confine del suo paese nascosta in un burqua che lei avrebbe voluto strappare e lanciare in faccia ai talebani oppressori.
Ma a dispetto della difficile situazione Treena (nome di battaglia) parla pacatamente e con saggezza misurando le parole.

Lei è a Toronto, per un breve periodo, per partecipare, alla conferenza"Anima" che avrà luogo dal 21 al 24 giugno sullo spirito femminile organizzato al Victoria College da Catherine Collective.
Artisti, e capi spirituali di numerose religioni vi parteciperanno Treena è lì per parlare del lavoro fatto dal RAWA l'unica organizzazione femminista afgana che promuove la libertà, la democrazia e i diritti delle donne.
Per ventitré anni la RAWA ha resistito alla tirannia prima quella da parte dei sovietici poi quella imposta da diversi regimi fondamentalisti. La Rawa organizza migliaia di classi segrete per ragazze, come pure unità mobili ospedaliere per salvaguardare la salute,laboratori dove le donne possono sbarcare il lunario tessendo tappeti e ricamando, centri dove le donne ricevono un'istruzione politica e sociale.

La Rawa ha bisogno d'urgenti aiuti finanziari. Le donne canadesi vogliono dare il proprio aiuto. I boicottaggi, le sanzioni, e le petizioni tramite internet servono a poco. I talebani non si curano per nulla di tutto ciò. Ciò che è necessario, è premere sugli Stati Uniti e i loro alleati produttori di petrolio affinché smettano di finanziare i Talebani attraverso la vendita delle armi e l'aiuto finanziario che lì si riversa attraverso il Pakistan e L'Arabia Saudita.
Si può aiutare la Rawa inviando donazioni attraverso Catherine Collective che li trasferirà direttamente alla Rawa.
Per collegarsi al sito della conferenza cliccare http://www.catherinecall.com o chiamando 416-462-1219.
Per conoscere qualcosa di più sulla Rawa è consigliabile leggere il libro di storie narrate in prima persona "Women of the Afghan war" un bel libro dell'attivista Deb Ellis e cliccare sul sito web http.//www.rawa.org. per conoscere indimenticabili nuove storie che non possono essere ignorate.