FRAMMENTI DI CRONACA
AFGHANA
PER
RICOSTRUIRE LA MEMORIA , RIPRODUCIAMO BREVI NOTIZIE DIFFUSE DALLE
DONNE AFGHANE TRA IL MAGGIO E IL LUGLIO DEL '97
settembre 2001, da RAWA
"SOLO DONNE DISSOLUTE LAVORANO PER LE ASSOCIAZIONI DI AIUTO STRANIERE"
Il 25 maggio 1997 cinque impiegate della CARE, un'associazione di aiuto internazionale, sono state collettivamente picchiate in pubblico a Kabul per "frequentazione di stranieri" e "cattivo hejabi", un termine integralista che denota l'abbigliamento femminile non conforme al rigido codice di vestiario per donne e ragazze imposto dai Talebani. Le donne, ferite e umiliate, erano tutte in possesso di permessi di lavoro rilasciati dalle autorità talebane. La milizia talebana ha inoltre annunciato che tutte le donne che lavorano per organizzazioni straniere sono dissolute. Per protesta contro questo oltraggio la CARE ha sospeso tutte le sue attività fino a quando le autorità talebane non chiederanno formalmente scusa per l'accaduto, ma Radio Shariat, la voce ufficiale dei Talebani, ha ufficialmente rifiutato queste scuse e ha annunciato che i Talebani non hanno fatto nulla di cui scusarsi.
LAVORATRICI PICCHIATE A KABUL
Kabul, (AFP): I poliziotti talebani hanno picchiato cinque donne impiegate presso una agenzia straniera di aiuto a Kabul.
Sabato le donne che lavoravano per la CARE International Agency stavano viaggiando sull'auto dell'associazione quando sono state fermate dagli agenti del dipartimento talebano per la prevenzione del vizio e la promozione della virtù.
Gli agenti del dipartimento, noto come polizia religiosa, le hanno costrette a scendere dall'auto e le hanno malmenate, presumibilmente perché lavorano con un'associazione straniera.
Nessuna di loro è stata ferita in modo grave.
Le donne erano in possesso di documenti che permettevano loro di continuare a lavorare nel settore assistenziale.
Un agente graduato del cosiddetto dipartimento di polizia religiosa è stato sentito urlare: "Basta con le istituzioni straniere. A morte le donne che ci lavorano".
In seguito all'accaduto, che ha gettato nuove preoccupazioni tra le comunità di aiuto a Kabul, la CARE ha sospeso il suo programma di assistenza per migliaia di vedove colpite dalla povertà.
"Protesteremo contro i Talebani per l'azione che è stata commessa contrariamente alle loro promesse" ha detto un operatore straniero per l'assistenza.
The Daily MUSLIM, 26 maggio 1997
I TALEBANI IMPONGONO ALTRI DIVIETI AI CITTADINIPeshawar. Oltre ad imporre ulteriori restrizioni alla libertà individuale, i Talebani in Afganistan hanno bandito il sostentamento di piccioni e il possesso di uccelli, descrivendo ciò come non islamico. I trasgressori di questo divieto, secondo un decreto di Kabul, saranno incarcerati e gli uccelli uccisi.
È stato anche proibito far volare gli aquiloni.
Un altro elemento interessante in materia riguarda quello che viene descritto come la promozione dell'acconciatura islamica. Hanno avvertito gli afgani di non avvicinarsi alle acconciature di stile americano o britannico che potrebbero condurli al carcere. Il dipartimento in questione ha anche autorizzato a rasare i capelli di queste persone e si fa carico delle spese.
Ai sarti di sesso maschile è stato vietato cucire abiti femminili e prendere le misure alle donne, aggiungendo che se nella bottega del sarto viene trovata una donna o una rivista femminile, il proprietario sarà arrestato.
The Daily MUSLIM, 24 maggio 1997
ESCLUSE LE ELEZIONI IN AFGANISTANISLAMABAD. L'ambasciatore afgano a Islamabad Maulvi Shahabuddin Dilawar ha escluso che si terranno elezioni in Afganistan dicendo che la popolazione del paese devastato dalla guerra ha già dato il suo verdetto a favore dei Talebani.
Durante la conferenza stampa di domenica nella sua residenza, ha affermato che rigettare i voti è un modo per determinare la visione della popolazione, aggiungendo che la popolazione ha sacrificato la vita per i Talebani, che indica chiaramente il loro supporto al movimento.
Ha sottolineato che un'assemblea di circa 2000 ulema (teologo e giurista musulmano, ndt) provenienti da diverse parti dal pese ha accettato Mullah Muhajmmad Umar come leader e ha aggiunto che una base così ampia gli ha permesso di formare un governo in accordo con i principi islamici.
Dilawar ha detto che un'altra assemblea di ulema ha anche confermato fedeltà a Mullah Muhajmmad Umar.
Rispondendo ad una domanda, ha affermato che ciascun individuo che si un buon musulmano e non abbia commesso crimini contro la popolazione dell'Afganistan sarà ben accetto al governo. "Questo è il concetto di un governo di base popolare" ha evidenziato.
Ha detto che la rappresentanza di tutte le parti politiche non significa un governo di base popolare e ha aggiunto che il governo del Pakistan non di base popolare, se un governo di base popolare significa rappresentare tutte le parti politiche. Ha comunque detto che, nonostante il fatto che il PPP non era più al potere, il governo del Pakistan guidato dal PML non può essere definito antidemocratico.
L'ambasciatore afgano ha detto che la maggior parte dei problemi dell'Afganistan è stata causata da fazioni e partiti. Ha detto che la nazione era stata divisa da questi partiti e fazioni aggiungendo che non dovrebbe essere lecito nulla che divida la nazione.
Ha detto che le vite di circa 45000 persone innocenti in Afganistan sono state perse durante la feroce guerra tra Burhanuddin Rabbani e Gulbadin Hekmatyar.
The Daily MUSLIM, 26 maggio 199
ABORTO FORZATO, IN STILE TALEBANOIl 29 maggio 1997 Layla, residente a Khairkhana, Kabul, che era incinta di 5 mesi, lasciò la sua casa per una visita ginecologica di routine alla vicina clinica di maternità Parwan. Era vestita dalla testa ai piedi nell'obbligatorio burqa che prevede solo una piccola griglia per gli occhi, ma non riusciva a vedere. Doveva avvolgersi con attenzione nel burqa, perché far vedere il vestito è contro il codice di abbigliamento imposto. A metà strada dalla clinica si sentiva soffocare e sentiva un gran bisogno di aria fresca. Dopo aver girato in un viottolo deserto, sollevò il suo velo e prese grandi boccate d'aria, gustandosi la sensazione di sollievo. Improvvisamente comparve dal nulla un uomo della milizia talebana che brandiva un flagello e gridava insulti. "Perché hai scoperto la faccia! Perché hai scoperto la faccia!" continuava a gridare mentre riversava gli insulti più vili. La sua frusta era alzata e prima che Layla potesse dire una parola il colpo atterrò sul suo ventre gonfio. Layla poté solo gridare "Bradar jan (caro fratello) non mi picchiare, aspetto un bambino, sto andando all'ospedale" me il frenetico talebano continuò a piovere colpi sulla povera donna. Il dolore e la pura fecero sedere Layla per terra e il talebano se ne andò dopo alcuni altri secchi colpi di frusta. Nessuno dei pochi passanti poté osare intervenire. Ora Layla stava sanguinando ma sia lei che quei due o tre passanti sapevano che non poteva sperare in un aiuto dato che non c'erano donne intorno ed è contro la "morale" talebana e contro le loro leggi toccare una donna se non si è un parente prossimo. Qualsiasi uomo avesse proteso una mano a una donna bisognosa di aiuto, era sicuro che avrebbe ricevuto lo stesso trattamento che era stato riservato a Layla un attimo prima. Laylà poté solo trascinarsi alla clinica dove perse i sensi. Quando tornò in sé era inzuppata del suo sangue e le infermiere le dissero che aveva perso il bambino. Erano molto preoccupate anche per le sue stesse condizioni e non passò molto prima che Layla perse nuovamente conoscenza. Il giorno seguente sviluppò una febbre e i dottori diagnosticarono una peritonite. Era necessario un intervento chirurgico d'urgenza ma prima che potessero ottenere il necessario nullaosta dalle autorità talebane Layla diede il suo ultimo respiro.
GIUDIZIO UNIVERSALE PER AVER INDOSSATO CALZE FINI
Il 5 luglio (1997) alle 11,30 circa del mattino stavo camminando sulla strada a nord del parco Shshr-i-Nao (un parco nel centro di Kabul). Non ero molto lontana dall'ingresso del Ministero per i Caduti e gli Invalidi quando mi si è parato davanti un talebano che brandiva una frusta di cavo metallico. Io indossavo il burqa e mi ero impegnata a fondo per assicurarmi che il mio aspetto fosse in totale conformità con le prescrizioni talebane. Non sapevo che fare per capire che cosa avevo fatto per infastidire il mostro. Il talebano mi ha chiesto ferocemente nel dialetto Pashtu di Khandari "Le calze che indossi sono sottili come la pelle della cipolla. Come risponderai per questo nel Giorno del Giudizio? Brucerai nelle fiamme eterne!". Ne sapevo abbastanza per non cercare di difendermi. Gli disse pietosamente che non avevo la lucidità mentale per ricordare che queste calze erano proibite; avevo fatto un grave errore e assicurai che non si sarebbe mai ripetuto in futuro. Il mio scocciatore non mi lasciava in pace. "Avete sempre abbastanza lucidità mentale per non dimenticarvi i libri e le penne e per piagnucolare che non vi è permesso andare a scuola, ma quando si tratta di vestiti appariscenti, allora perdete sempre la vostra lucidità mentale!". Ho visto che stavo davanti ad un cretino e il terrore di quello che avrebbe potuto fare dopo mi ha reso senza parole. Sono rimasta in silenzio. Il talebano era evidentemente scontento dato che anche lui stava esaurendo i pretesti per molestarmi. Aveva iniziato a formarsi un capannello di gente. "Dì il toba qui e ora per aver indossato calze fini!" ha ordinato. (toba: pentimento; è considerato molto umiliante se si è forzati a farlo in pubblico). Potevo sentire gli occhi della gente che bucavano il mio burqa. Ero fradicia di sudore e mi sentivo soffocare. Avevo una scelta di due specie diverse di dolore: il pubblico flagello o il pubblico toba. Ho scelto il meno violento.
Ancora oggi rivivo nei miei incubi il toba pubblico di ripetere a voce alta, forte, affinché tutti sentano che non sarò mai, mai più così dissoluta da indossare ancora calze fini. Quando finirà l'incubo?
BOTTINO DI GUERRA O CAMPO DI BATTAGLIA?
Il 20 luglio (1997) le truppe talebane attaccarono Takana e Jalrez (circa 150 km a ovest di Kabul, abitate soprattutto dall'etnia degli Hazara). Le truppe Wahdat (un gruppo politico militare composto di Hazara) si ritirarono nelle valli, nelle loro retroguardie. Ma in un contrattacco a sorpresa presero la parte più esterna delle truppe talebane e fecero prigionieri circa 70 soldati talebani vivi. Legarono i loro ostaggi, poi li cosparsero di benzina e li diedero alle fiamme vivi. Quando i Talebani vennero a conoscenza del destino dei loro compagni si abbatterono sui villaggi hazara nelle vicinanze e portarono via circa 30 40 donne hazara. Queste donne furono ripetutamente e sistematicamente stuprate dai soldati talebani. Una settimana dopo i soldati Wahdat guidati dal comandante Qambar, conosciuto come Qambar lo Zoppo, si abbatterono sui villaggi vicini abitati da Pashtoon (i Talebani sono predominantemente di etnia Pashtoon) e portarono via circa 40 donne pashtoon per vendetta. Le donne pashtoon furono soggette allo stesso trattamento che le donne hazara ricevettero nelle mani dei talebani. Al momento della stesura di questo rapporto nessuna della donne è stata liberata da entrambe le parti.