Aceh: Migliaia in sostegno dell'indipendenza.
Le manifestazionidi novembre. Di James Balowski, da
ASIET. Dicembre 2000.


Il 10 novembre, circa 400,000 persone si sono riversate nella capitale indonesiana, per la maggior parte dalle province settentrionali di Aceh, Banda Aceh, per una manifestazione di due giorni sull'indipendenza, malgrado una ventina di uccisioni perpetrate dalle forze di sicurezza che cercano di prevenire le attese dimostrazioni.

L' 11 novembre, il quotidiano South China Morning Post affermava che nel tardo pomeriggio, 10.000 persone si sono riunite in assemblea nella moschea di Baiturrahman per ricordare il primo anniversario della manifestazione popolare per il voto per l'autogoverno della regione. Alla dimostrazione dell'anno scorso partecipò quasi un milione di persone - almeno un quarto della popolazione della provincia.

Hanno gridato "libertà", come la donna, il cui marito è stato ucciso dai soldati indonesiani, che ha detto con parole infiammate all'inizio della riunione: "E' tempo che Aceh ottenga la sua indipendenza. La nostra sofferenza è quasi insopportabile".

Gli organizzatori hanno dato la colpa della bassa partecipazione allo sciopero all'atteggiamento violento delle forze di sicurezza, tese a fermare la partecipazione delle gente alla manifestazione. Il 9 novembre, la cronaca dell'Agenzia France-Presse riporta che la polizia ha ammesso l'uccisione di 13 persone per motivi di "legittima difesa." Altri resoconti ritengono che i morti siano 26. Gli attivisti dei gruppi per i diritti umani hanno riportato che più di 100 erano state ferite. Hanno detto che il numero finale dei morti potrebbe essere più di 40 una volta controllato i rapporti provenienti da aree lontane.

L'attivista per i diritti umani Faisal Hadi è stato citato sul Sidney Morning Herald dell'11 novembre: "E' chiaro che la polizia e l'esercito erano preparati a fare qualsiasi cosa per impedire alla gente di raggiungere Banda Aceh per la manifestazione."

Hadi ha riferito che alcune delle morti sono avvenute quando un convoglio di autocarri e macchine si è rifiutato di aggirare un blocco stradale della polizia mentre altre sono state uccise quando hanno cercato di raggiungere la città in barca dal mare. "La polizia ha aperto il fuoco sulla folla mentre era in mare e stava attraccando alla banchina. Non c'era nessun modo per evitare i colpi" ha sottolineato.

Il quotidiano South China Morning Post ha scritto che, secondo un testimone, un ragazzo di 14 anni è stato ferito gravemente quando i soldati hanno sparato in una moschea gremita di migliaia di residenti nella zona di Tualang. Le vittime si erano riparate nella moschea dopo che la polizia aveva sbarrato la via di accesso alla manifestazione.

Il South China Morning Post ha anche riportato che in un diverso incidente a Aceh Est, lo stesso giorno, le forze di sicurezza hanno assassinato due persone che hanno cercato di resistere al tentativo di impedire loro di andare alla riunione. Nel distretto di Bireun quattro persone sono state uccise e dozzine sono state ferite in incidenti simili.

Il Presidente indonesiano Abdurrahman Wahid ha diffidato le forze di sicurezza dall'uso della violenza che potrebbe minare la "pausa umanitaria" tra il governo ed i ribelli del Movimento Aceh Libero. "Non permetterò che gli Acehnesi.... siano cacciati" ha detto Wahid "sono il responsabile di militari e polizia. Pensano che ho paura di far sparare su di loro?"

L'8 novembre, 10.000 Acehnesi favorevoli all'indipendenza hanno fatto una manifestazione di fronte all'ufficio delle Nazioni Unite a Jakarta esigendo l'intervento internazionale per far cessare la violenza nell'Aceh. Un volantino distribuito durante la manifestazione dal Centro per il Referendum di Aceh (che era anche responsabile dell'organizzazione della manifestazione del 10 novembre a Banda Aceh) ha chiamato il governo "neo-colonialista".

"Diversi....crimini contro l'umanità diretti dal Governo Indonesiano hanno distrutto la cultura e l'economia di Aceh" si legge nella dichiarazione. "Le arbitrarie operazioni militari guidate dal governo Indonesiano sono violazioni evidenti dei comuni sforzi per la pausa umanitaria tra lo stato di Aceh ed il governo colonialista" .

La dichiarazione pone tre domande: che l'ONU e la comunità internazionale intervengano per cercare una soluzione pacifica al conflitto; che sia riconosciuto il diritto storico di Aceh all' indipendenza, e che l'ONU faccia pressione affinchè l'Indonesia fermi la violenza.