Londra +50: un momento per la memoria. Lo strumento del debito dei paesi dipendenti è efficace per forzare il debitore a fare la volontà del creditore. Di Alberto Acosta, economista equatoriano. Dal quotidiano "El Hoy" - Quito - Ecuador, 27 febbraio 2002. Traduzione di Giona di Giacomi.


Proprio un 27 di febbraio di 49 anni fa, si sottoscrisse a Londra un accordo storico. Invidiabile, ma poco conosciuto. Durante negoziati che si protrassero per 6 mesi, alla Germania si offrì un meccanismo per risolvere definitivamente il suo problema del debito estero.

Questo paese ottenne uno sconto del suo debito, derivato direttamente o indirettamente dalle guerre mondiali del 1914 e del 1939, tra il 50% fino al 75%; una drastica riduzione dei tassi d'interesse, che furono fissati tra lo 0% e il 5% per il debito restante; un largo periodo di grazia per iniziare i pagamenti di interessi e capitale; l'estensione delle rate; la possibilità di realizzare pagamenti anticipati in funzione del suo sviluppo economico. E, cosa più risaltante, la forma di calcolare il debito si stabilì a partire dalla capacità di pagamento di una economia in processo ricostruzione: il famoso "miracolo" tedesco, puntellato dal Piano Mashall, è stato possibile anche grazie al fatto che i vecchi nemici, non solo ridussero i debiti della Germania, ma anche aprirono unilateralmente i loro mercati ai prodotti tedeschi. Il servizio del debito, in concreto, era subordinato all'eccedenza di esportazioni garantite dai creditori; così la relazione servizio/esportazioni raggiunse il suo valore più alto nel 1959 con un 4,2%, situazione più che desiderabile per i paesi latinoamericani, che hanno sacrificato, per tanti anni, più del 30% delle loro esportazioni per soddisfare un debito impagabile; l'Ecuador, per menzionare un paese immerso in una grave crisi, ha destinato nel 2001 il 44% delle sue esportazioni (ricordiamo che nella stessa Germania, durante la crisi degli anni 20, questo servizio non superò mai il 20% delle esportazioni).

Nel 1971, l'Indonesia, con il coordinamento del banchiere che rinegoziò il debito della parte tedesca - Hermann J. Abs - raggiunse un accordo simile, spiegabile con il desiderio di appoggiare il governo che aveva "allontanato la minaccia comunista", assassinando più di mezzo milione di persone... Simili concessioni si sono ripetute poi con la Polonia, per favorire la sua economia dopo il regime comunista negli anni '80; con l'Egitto, per assicurare la sua lealtà durante l'operazione bellica di Washington e dei suoi alleati nella guerra contro l'Iraq nel 1991; con il Pakistan durante il 2001 nel mezzo della "guerra contro il terrorismo", quando gli Stati Uniti avevano bisogno del suo appoggio per bombardare l'Afghanistan... "generosità" allettate dal realismo geopolitico.

Nonostante che il trattamento che ricevette la Germania si spieghi con la paura dei carri armati sovietici, attira l'attenzione il comportamento dei creditori, che allora furono più efficienti in termini economici e di certo più umani del Banco Mondiale, il FMI o il Club di Parigi attualmente.
Oggi, nonostante che il debito esterno ha impoverito ancor di più i paesi poveri, sarebbe illusorio sperare che i creditori accettino volontariamente una uscita simile a quella tedesca. Ciò che sarebbe praticabile e salutare, di sicuro, è che quelle forze sociali del Sud e del Nord, convinte che un altro mondo è possibile, organizzino un incontro "Londra +50" destinato a dimostrare, una volta di più, che il debito estero è stato ed è, parafrasando Karl von Clausewitz, se avesse scritto sulla finanza e non sulla guerra, non solo un mezzo per estrarre risorse del mondo sottosviluppato, ma in special modo la continuazione della politica con altri mezzi, in quanto strumento efficace per forzare il debitore a fare la volontà del creditore.

*Ecuatoriano. Economista all'Università di Colonia. Membro del Foro Ecuador Alternativo. Professore universitario. Consulente internazionale e dell'Istituto Internazionale di Ricerche Sociali. Consulente di organizzazioni indios e sociali in Ecuador.