I primi passi del Presidente Gutierrez.
"Economia
di guerra" , "Austerità e sacrifici": i primi passi
del governo del Presidente Lucio Gutierrez non sono certo quelli auspicati
dai settori popolari. Di Giona Di Giacomi. Febbraio
2003.
"Economia di guerra", "Austerità e sacrifici", i primi passi del governo del Presidente Lucio Gutierrez non sono certo quelli auspicati dai settori popolari. Infatti, il primo pacchetto di provvedimenti economici risponde più ai dettami del Fondo Monetario Internazionale che a quelli indicati dai movimenti sociali. La manovra economica denominata "pinchazo" (puntura) prevede un aumento del 39% del prezzo dei combustibili e il blocco dei salari dei dipendenti pubblici. Se si considera che dal 1979, cioè dalla fine della dittatura militare, ogni presidente eletto aumenta il prezzo della benzina, le critiche di continuismo rivolte alla politica economica del governo, sono pienamente giustificate. Lo scopo del ministro delleconomia, il liberista Mauricio Pozo, è di ottenere un prestito di 500 milioni di dollari dal FMI. E non è un caso che la stessa Conaie, la potente organizzazione degli indios dellEcuador, abbia qualificato la manovra come "imposta dal FMI". In effetti, laumento del prezzo del diesel e della benzina, in un paese in cui ogni trasporto avviene su strada, ha come effetto immediato lincremento dellinflazione. I prezzi dei trasporti e di alcuni generi alimentari sono già aumentati provocando le prime manifestazioni studentesche (a Quito) che sono sfociate in scontri con la polizia. Gli appelli che Gutierrez ha rivolto alle forze dellordine "di non reprimere le manifestazioni di protesta", sono stati praticamente ignorati. Per controbilanciare la manovra antipopolare il governo ha portato il sussidio mensile per i poveri da 11.5 a 15 dollari ed ha aumentato di 5 dollari le pensioni. Ma gli stessi pensionati hanno definito una miseria gli aumenti e si sono svolte marce di protesta per chiedere interventi consistenti sulle pensioni che generalmente oscillano tra i 20 e i 30 dollari mensili. Come alcuni settori della sinistra temevano, sembra abbiano preso il sopravvento le posizioni neoliberiste del ministro delleconomia Mauricio Pozo.
Pozo condensa le tensioni del governo, non è un caso che dopo appena 15 giorni dallinsediamento del nuovo esecutivo diversi settori dei movimenti sociali chiedano di cambiare lequipe economica del presidente. In effetti già da ora emergono le contraddizioni di Gutierrez nello sforzo di integrare la critica al neoliberismo e la difesa dellamministrazione ortodossa delleconomia.
E il movimento indios? I suoi rappresentanti hanno già respinto la manovra economica, lasciando però trapelare una certa comprensione a causa del deficit fiscale di 2.000 milioni di dollari ereditato dal precedente governo di Gustavo Noboa. Al momento non sono previste manifestazioni di protesta, ma la preoccupazione di deludere le aspettative dei settori popolari è grande. Lo si avverte anche nelle dichiarazioni di Gutierrez che si scusa per le misure, promettendo che saranno le uniche antipopolari nei prossimi 4 anni. Nel suo discorso inaugurale, il neopresidente, ha proposto di raggiungere un accordo con i paesi creditori per una moratoria sul debito estero. In un intervento sul quotidiano di Quito "El Hoy" leconomista Alberto Acosta, molto vicino al movimento indios, con un articolo dal titolo "Una perla persa del discorso di Gutierrez" ha affermato, in tono decisamente critico, che la proposta del presidente "resterà un miraggio a causa della sua gestione economica continuista, poiché, anche se questa gestione venisse combinata con qualche intervento sociale o si vestisse del poncho degli indios, questa risponde unicamente agli interessi dei creditori del debito, che non soffriranno per gli effetti della manovra economica".
Dopo aver sconfitto il suo diretto avversario,limprenditore bananiero Alvaro Noboa, al secondo turno, Gutierrez aveva affermato che da quel momento iniziava la parte più difficile "quella di vincere il terzo turno", cioè di realizzare le aspettative dei settori popolari che lo hanno portato alla presidenza del paese. Con le attuali premesse il terzo turno è iniziato tutto in salita.
27/01/03
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pubblichiamo anche un pezzo di Giona Di Giacomi scritto all'indomani della vittoria di Gutierrez
Ecuador: Gutierrez e i suoi fantasmi.
Larrivo al potere del colonnello Lucio Gutierrez, vincitore delle elezioni presidenziali, ha dato origine ad innumerevoli interventi sulla stampa ecuadoregna. Un pò come per Lula in Brasile, i commentatori dei giornali si chiedono quali saranno le scelte politiche del nuovo presidente. In un intervento apparso il 9 gennaio dal titolo "Ecuador: i fantasmi di Lucio Gutierrez", leconomista neoliberista ecuadoregno, Franklin Lopez Buenaño, ipotizza lesistenza di due Gutierrez. Il "Lucio I", quello che prese parte allinsurrezione del 21 gennaio 2000, del primo turno elettorale, dei discorsi ribelli, lalleato degli indios, dei sindacati e delle formazioni marxiste e il "Lucio II", quello del secondo turno elettorale, più moderato, spostato verso il centro, colui che ha nominato due banchieri di taglio ortodosso nei posti chiave della sua amministrazione. Chi prevarrà dei due Lucio? Si chiede Buenaño e sottolinea con toni preoccupati lincombere di alcuni "fantasmi": i movimenti sociali. Scrive: "Quando si parla di organizzare le truppe (il popolo) in assemblee popolari (come propongono i movimenti di sinistra) occorre tenere molto in considerazione che questi sono gruppi di scontro, come i "circoli bolivariani" o i comitati di difesa della rivoluzione cubana. Non solo promuovono la loro "identità nazionale" attraverso lautostima e fomentando la partecipazione civile, ma soprattutto, in un determinato momento, questi gruppi invadono i municipi, le aziende agricole, le industrie, bloccano le strade ed organizzano scioperi per esigere che si "rispetti il piano".
Buenaño rievoca con terrore linsurrezione indios del 1990 "padroni di aziende furono cacciati dalle loro case, perseguitati" e conclude: "non cè da aspettarsi che queste "assemblee popolari" arrivino a rivendicare le loro posizioni allo stesso modo? Si farà avanti il "Lucio II" per imporre lordine, per far rispettare la legge, per difendere i diritti della proprietà privata o forse prevarrà il "Lucio I" che ignorerà allegramente il vandalismo ed i saccheggi? Affioreranno il suo spirito ribelle e le sue ansie insoddisfatte di cambiamento? Apparirà allora il "chavismo venezuelano" in Ecuador?"
Lincognita dei movimenti sociali è la preoccupazione maggiore delle oligarchie ed i poteri forti dentro e fuori dellEcuador. Non è un caso che proprio in questi giorni il quotidiano impresariale "El Universo" stia pubblicando una serie di inchieste sulla struttura e le organizzazioni di base delle comunità indios, scoprendo la nascita di università e scuole popolari e lemergere di nuovi delegati indios in rappresentanza delle comunità e dei villaggi. Una attenzione nuova verso le organizzazioni indios e sicuramente non disinteressata.
In un editoriale dellottobre scorso una rivista quitegna vicina ai movimenti sociali "Tintajì", ai lettori che chiedevano: "Perché sostenere Gutierrez?" rispondeva "Per lo spettro sociale che rappresenta e le forze sociali che stanno dietro la sua candidatura", una risposta molto simile a quella di Joao Pedro Stedile, coordinatore del movimento brasiliano dei "Sem Terra", che riferendosi a Lula, accusato di aver moderato il suo discorso, ribatteva: "la nostra preoccupazione non sono i discorsi dei candidati, la nostra preoccupazione è nelle forze sociali che ognuno rappresenta".
In definitiva, i Lula, i Chavez e i Gutierrez sono lespressione politica dei nuovi movimenti sociali dellAmerica Latina, saranno le mobilitazioni popolari a determinare il corso di questi governi. I fantasmi si aggirano anche per lAmerica Latina.
16/01/03