Kashmir: i rivali nucleari si preparano alla guerra.
Di Eva Cheng, dalla Green Left Weekly. Febbraio 2002.


Cavalcando l'onda della "guerra al terrorismo" del presidente degli Stati Uniti G.Bush, il regime dei fondamentalisti hindu dell'India, guidato dal premier Atal Behari Vajpayee, e il dittatore militare del Pakistan, generale Pervez Musharraf, stanno ammassando truppe lungo il tratto di frontiera comune attorno al conteso territorio del Kashmir. I due Paesi sono stati grandi rivali per 54 anni e il possesso di armi nucleari rende particolarmente pericolosa qualsiasi eventualità di scontro militare fra i due.

Il 3 gennaio Musharraf ha messo in guardia sul fatto che "se [gli Indiani] commetteranno l'errore di attaccare il Pakistan se ne pentiranno".

Il ruolo cruciale del Pakistan nel facilitare i bombardamenti di Washington sull'Afghanistan ha posto Musharraf in posizione privilegiata agli occhi dell'unica superpotenza mondiale, indebolendo seriamente l'India - situazione che Vajpayee è deciso a correggere.

Il primo ottobre un attacco suicida all'asseblea legislativa della parte indiana del Kashmir da parte di un gruppo terrorista mussulmano, con base in Pakistan, ha causato 35 morti. Un attacco simile al parlamento nazionale indiano il 13 dicembre ne ha provocati 14.

Vajpayee ha attribuito la responsabilità degli attentati a due delle organizzazioni più vicine ai militari pakistani - Jaish-e-Mohammed (JEM) e Lashkar-e-Taiba (LT) - e ha chiesto a Musharraf di chiuderle.
Questo pone Musharraf in una posizione molto critica: mettere al bando i due gruppi gli creerebbe grossi problemi interni e rifiutarsi di agire contrasterebbe con le dichiarazioni di lealtà verso i suoi padroni americani.

Il terrorismo sponsorizzato dal Pakistan

LT, la più grande delle organizzazioni politiche fondamentaliste islamiche, cerca di promuovere una jihad (guerra santa) contro l'India. È nota come membro del Fronte Islamico Internazionale per la Jihad contro gli USA e Israele di Osama Bin Laden ed è considerata mandante dell'attacco al Red Fort del 22 dicembre del 2000.

JEM, che gli Stati Uniti accusano di essere centro di raccolta di fondi per Bin Laden, rivendica l'attacco del primo ottobre.

Musharraf si è rifiutato di chiudere queste organizzazioni, compiendo in cambio solo qualche arresto simbolico - cosa che difficilmente può soddisfare Vajpayee. Il Primo Ministro Indiano, con il suo attacco ai gruppi fondamentalisti, si pone tre obiettivi:
guadagnare punti a spese del Pakistan con gli imperialisti americani; accomunare tutti i mussulmani ai terroristi profittando degli attentati e della "guerra al terrorismo" di Bush, a tutto vantaggio delle forze Hindu scioviniste e anti-mussulmane; rafforzare le pretese dell'India sul Kashmir.

In Pakistan la classe dominante fondò lo Stato nel 1947, dopo l'abbandono dell'India da parte degli Inglesi, in nome della difesa della religione islamica.
Nello stesso tempo la classe dominante indiana per consolidare il suo ruolo promuoveva con altrettanta cura l'induismo. L'antagonismo fra le due nazioni e le due religioni è stato mantenuto e alimentato per permettere alle classi al potere di rafforzare la loro posizione all'interno di ognuno dei due paesi.

Kashmir

La lotta per l'indipendenza del Kashmir rischia di diventare una vittima di questa situazione. I governanti dell'India e del Pakistan hanno entrambi reclamato la sovranità sul Kashminr sin dal 1947 e il Pakistan sembra essere avvantaggiato, a livello superficiale, dal fatto che la maggior parte della popolazione è musulmana, ma non è certo credibile come promotore dell'indipendenza del paese.

L'India si è rimangiata la promessa di una votazione per l'indipendenza e sta sempre più decisamente reclamando il Kashmir come parte integrante del suo territorio.

Le classi al potere nei due paesi, inoltre, hanno favorito e sostenuto una connotazione religiosa delle istanze kashmire, cercando, attraverso le loro ali fondamentaliste ed estremiste, di "scippare" il movimento di lotta per l'indipendenza.
Ironicamente sono proprio le maniere forti che Dehli usa nei due terzi del territorio sotto il suo controllo a mantenere viva la volontà di indipedenza.

L'allargarsi della guerra civile afghana iniziata alla fine degli anni '70 ha fortemente danneggiato la lotta kashmira. Mentre la resistenza alle forze di occupazione, soprattutto indiane, non è mai cessata da quando il paese è stato diviso, insurrezioni armate consistenti sono cominciate solo nel 1989.

Quanto tutto questo sia guidato da forze realmente a favore dell'indipendenza è difficile da accertare, di certo è fuori di dubbio la preponderanza delle forze pro-Pakistan: il ruolo chiave avuto dal Pakistan nel distribuire ai mujaheddin anti-Sovietici armi date dalla CIA e altri aiuti ha rafforzato la sua posizione in Kashmir.

Le azioni armate dei gruppi pro-Pakistan o di quelli della jihad con basi in Pakistan sono aumentate considerevolmente, alimentando il sospetto che molte armi sono arrivate in Kashmir per promuovere gli interessi pakistani.

Questi gruppi di mujaheddin pro-Pakistan hanno dimostrato scarso interesse sia per la sicurezza dei kashmiri con la loro tattica di terrorismo indiscriminato nei confronti delle forze di occupazione indiane che per l'impatto sulla popolazione della susseguente repressione attuata dall'India. Il loro impegno per una reale autodeterminazione del popolo kashmiro è retorico, dato che la maggior parte stanno tentando di sostituire una dominazione pakistana al controllo dell'India.

Una nota dell'Human Rights Watch (HRW) del 1999 riferisce: "Nel tentativo di frenare il sostegno ai militanti indipendentisti, le forze di sicurezza indiane hanno proceduto ad arresti arbitrari e punizioni collettive di interi sobborghi... I militanti hanno rapito e ucciso impiegati statali e sospetti informatori... Sebbene i gruppi continuino a reclutare militanti fra la popolazione locale, dal 1996... i Kashmiri Pakistani, o i Pakistani provenienti dal resto del paese, sono predominanti fra i sostenitori della lotta per l'indipendenza... I gruppi spesso includono Afghani e combattenti stranieri che non hanno basi locali anche se possono reclutare Kashmiri".

La nota prosegue: "I rimanenti gruppi (escluso il Fronte di Liberazione Kashmiro e Jammu, la più grande organizzazione kashmira indipendentista, che ha abbandonato la lotta armata nel 1994), la maggior parte dei quali hanno stretti legami con il Pakistan... hanno massacrato più di 300 civili (solamente tra il 1997 e la metà del 1999) ... Nonostante i cosiddetti stranieri che operano in Kashmir fuori della regione del Kargil siano al massimo poche centinaia, rappresentano un pericoloso sviluppo del conflitto, dato che incuranti della situazione locale organizzano azioni di estrema violenza provocando scontri fra i Kashmiri hindu e mussulmani".

Un'altra nota dell'HRW del 2001 dice: "L'esercito indiano che opera sotto le direttive particolari ("Atto per le aree in rivolta dello Jammu e del Kashmir" e "Atto che conferisce poteri speciali alle forze armate nello Jammu e nel Kashmir") continua a condurre operazioni militari nei sobborghi e nei villaggi mussulmani, incarcerando giovani, aggredendo i loro familiari e procedendo ad esecuzioni sommarie di sospetti militanti".

Il numero di novembre di Liberation, la rivista mensile del Partito Comunista dell'India (marxista-leninista) offre un'analisi delle intenzioni di Vajpayee, partendo dal recente bando di una organizzazione di studenti mussulmani in India: "È destinato [il bando] a inviare un forte segnale agli USA sulla maggiore affidabilità dell'India rispetto al Pakistan nella lotta globale al terrorismo... al terrorismo internazionale [leggi islamico] ... sull'incondizionata offerta di supporto alle truppe statunitensi, incluso facilitazioni territoriali,... non solo per isolare il Pakistan... ma essenzialmente per creare una atmosfera di guerra nel paese (se non addirittura nel trasformare l'intera regione asiatica in un teatro di guerra), sull'immagine di una India Hindu che combatte, alleata agli Stati Uniti, il terrorismo mussulmano in Kashmir, aiutato e istigato dai mussulmani pakistani".