Appello per la liberazione dei prigionieri
politici sahrawi detenuti nelle carceri marocchine.
A
cura del Comitato Milanese per il referendum nel Sahara Occidentale.
Ottobre 2001.
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TU
Stampa l'appello, firmalo e spediscilo via posta al Comitato Milanese per il
Referendum nel Sahara Occidentale-Via P.Giannone, 9-20154-Milano; più
firme saranno raccolte, maggiore risulterà la pressione sul governo del
Marocco. La consegna alle autorità marocchine avverrà ai primi
di dicembre ti manterremo aggiornato dalle pagine di REDS. Grazie !!!
La questione
del Sahara Occidentale in breve
Il Sahara Occidentale è un territorio costiero tra Mauritania
e Marocco, conteso dalla popolazione Sahrawi, riunita nella Repubblica Araba
Saharawi Democratica, e il Regno del Marocco.La popolazione civile, a causa
dei bombardamenti marocchini al fosforo e napalm del 1975, si è dovuta
rifugiare nel deserto algerino, un luogo assolutamente inospitale dove prevale
il senso della precarietà.
Gli accordi di pace siglati nel 1991 prevedono, oltre al cessate il fuoco, la
celebrazione di un referendum di autodeterminazione che questioni procedurali
avanzate dal Marocco continuano a rinviare.
La nuova soluzione annunciata dall'ONU nel settembre 2001 mortifica le speranze
del popolo sahrawi di tornare a casa, in patria, e si prende gioco del diritto
dei popoli all'autodeterminazione, appoggiando la creazione di una provincia
interna al Marocco.
Le autorità
marocchine negano l'esistenza di prigionieri politici sahrawi e riconoscono
solo la detenzione di un prigioniero "comune": si tratta di Mohammed
Daddach, arrestato nel 1979, condannato a morte nel 1980 (pena commutata in
ergastolo nel 1994) e ad oggi detenuto nel carcere centrale di Kénitra.
E' riconosciuto prigioniero politico da Amnesty International e le Organizzazioni
Internazionali di difesa dei diritti umani lo definiscono il prigioniero politico
sahrawi che ha subito la più lunga detenzione.
Dal settembre 1999, quando la popolazione sahrawi si è nuovamente sollevata
contro l'occupazione marocchina, decine di cittadini sahrawi sono stati arrestati
e condannati arbitrariamente a pene pesanti dai tribunali marocchini. M.Daddach
e altri 25 sahrawi sono ancora in carcere, condannati per aver difeso, in
modi diversi, il diritto del loro popolo all'autodeterminazione e alla libertà.
Sono quindi detenuti per ragioni politiche e la loro situazione carceraria
è molto precaria.
Si tratta di: Daddach Sidi Mohamed (condannato all'ergastolo), Laâroussi
Mohamed e Laâroussi Bachir (condannati a 15 anni di detenzione), Malainin
Abderrahman ould Mouhamed ould Saleh (10 anni), Dah Cheikh e Moussamih Laârbi
(2 anni), Louloud Mohamed Ali (4 anni), Laghzal Brahim, Messaoud Laârbi
e Khaya Cheikh (4 anni), Saleh Elghazouani (10 anni), Boussoulla Hassana e
Bachir Tounssi (7anni), Haidan Alisalem e Beilla Sidimahfoud (5 anni), Rejaâ
Brahim (5 anni), Abdelliha Bouknou, Berdellil Houcine, Bekri Abdessalam, Chakourri
Omar, Jemâa Mohamed Yahdih, Bouguenna Mouloud, Belhaj Mohamed Mustapha
e Kezzhar Mohamed Fadel (2 anni), Bahaha Salek (4 anni), Ayach Baba Yaddih
(2 anni).
E' per questa ragione che lanciamo una campagna internazionale per esigere
dalle autorità marocchine la loro liberazione immediata e chiedere
all'ONU di imporre al Marocco il rispetto delle convenzioni internazionali
sui diritti umani.