ONU, burattino della Francia
contro il popolo sahrawi.
Come e perché i diritti di un popolo
sono negati dal neo-colonialismo delle multinazionali del petrolio. A cura del
Comitato Milanese per il Referendum nel Sahara Occidentale. Novembre 2001.
IL PETROLIO
C'era una volta
un territorio conteso tra un popolo, i Sahrawi, e uno stato, il Marocco; oggi
il Sahara Occidentale è invece terra di conquista per le multinazionali
del petrolio che hanno la sorte di avere sede in uno stato che siede in qualità
di membro permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il 4 ottobre è stato firmato tra il Marocco e la società petrolifera
americana Kerr-McGee un accordo di concessione per l'esplorazione dell'intera
costa del Sahara Occidentale. L'ONAREP (l'ufficio nazionale del Marocco per
la ricerca e lo sfruttamento delle risorse petrolifere) ha garantito all'azienda
americana l'esplorazione di una zona costiera di 11,400 kmq situata a nord di
Boujdour (Sahara Occidentale) con un accordo che prevede studi geologici e geofisici
da effettuare in 12 mesi. La concessione a monte di questa, quella per lo sfruttamento
dell'eventuale risorsa petrolifera, è stata aggiudicata alla società
petrolifera francese TotalFinaElf il 20 ottobre 2001, anticipando l'accordo
di due settimane (era previsto per novembre).
Altri contratti di esplorazione sono stati siglati per le zone intorno a Cap
Draa (Marocco meridionale) con la stessa Kerr-McGee, la Enterprise Oil (Gran
Bretagna) e la Energy Africa (SudAfrica) (fonte: SPS).
I rappresentanti del Fronte Polisario a Washington DC hanno pianificato
azioni di pressione sia sulla Kerr-McGee che sulla TotalFinaElf per farle rinunciare
perché l'eventuale attività nella zona renderebbe le aziende "obiettivi
militari" (fonte: UpstreamOnline).
Criticando il ruolo dell'ONU nella questione del Sahara Occidentale, Mohammed
Salem Old Salek, il responsabile Affari Esteri della Repubblica Araba Sahrawi
Democratica, ha detto che il Fronte Polisario intende richiamare il governo
francese e gli USA a valutare le proprie responsabilità riguardo alla
pericolosa involuzione che potrebbe portare a perniciose conseguenze sul piano
politico (fonte: radio algerina).
In una lettera del 17 ottobre M. Mohamed Abdelaziz, Presidente della RASD,
ha sollecitato l'intervento del presidente USA per ''mettere fine'' al contratto
firmato dalla Kerr-McGee e il Marocco, esprimendo la propria ''inquietudine''
di fronte a quest'accordo ''illegale'', che è destinato a creare ''una
confusione internazionale'' nel territorio e alimenta una ''situazione d'ingiustizia
contro la volontà di un popolo pacifico e che ha fiducia nel ruolo che
possono giocare gli USA per la realizzazione di una pace durevole nel Sahara
Occidentale''. (fonte: SPS).
(http://www.wsahara.net/news.html)
GLI STATI NEO-COLONIALISTI E IL LORO "BRACCIO DIPLOMATICO"
La Spagna, l'ex
madre patria della colonia, continua a siglare accordi con il Marocco per lo
sfruttamento delle risorse ittiche della costa, riconoscendo al Marocco piena
sovranità sul territorio.
La Francia, anch'essa in passato coinvolta come patria colonialista della regione,
riesce a regalare a megasocietà nazionali, accordi di sfruttamento petrolifero
che sbilanciano drammaticamente i rapporti di sovranità tra i contendenti.
In entrambi i casi non è difficile rendersi conto che il popolo sahrawi
si sta confrontando con meccanismi di scoperto neo-colonialismo; la formula
è la solita: business, soldi, potere, con un pizzico di furbizia in più:
l'appoggio diplomatico di un organismo che si presume al di sopra delle parti.
Le Nazioni Unite (risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1359-2001) hanno repentinamente
ratificato la proposta del Segretario Generale di risolvere la questione del
Sahara Occidentale con l'annessione temporanea (leggi annessione tout court)
del territorio conteso al Marocco.
Si tratta di una palese violazione del diritto all'autodeterminazione dei popoli,
peraltro riconosciuto dalla Carta delle Nazioni Unite.
Con il rapporto del Segretario Generale del giugno 2001, ratificato dal CdS, è la stessa ONU a dichiarare il fallimento del piano di pace che l'organizzazione ha supportato:
nessuna delle principali previsioni del piano di pace è stata pienamente attuata dalla creazione della MINURSO ci sono seri dubbi sul fatto che il piano di pace possa essere attuato, con le attuali caratteristiche, in modo che ne consegua una pronta, duratura e concordata soluzione alla disputa sul Sahara Occidentale.
L'accanimento col quale il Segretario Generale insiste sul fallimento sfiora l'autolesionismo; per rincarare la dose fornisce anche dati finanziari di lungo periodo:
La spesa totale per le operazioni della MINURSO è calcolata raggiungere qualcosa come 420 milioni di dollari dalla data di inizio fino al 30 giugno 2001.
Si dà per
assodato che quanto fatto fino ad oggi è un capitolo che conviene chiudere,
anche per evitare ulteriori spese; le responsabilità non sono dell'ONU:
E' particolarmente importante notare che forse il principale problema nell'implementazione
del piano di pace è l'impossibilità per le Nazioni Unite di implementare
alcuna misura in assenza del consenso di entrambe le parti a cooperare. La creazione
del corpo elettorale per il referendum nel Sahara Occidentale è stata,
ed è tutt'oggi, il tema più controverso ed una delle principali
ragioni dei successivi punti morti nel lavoro della MINURSO.
ma semmai della natura tribale e nomadica dei sahrawi:
22. Le difficoltà nella determinazione chi tra i sahrawi ha diritto a
partecipare al referendum erano dovute, in particolare, alle caratteristiche
della popolazione sahariana, la sua tradizione nomadica e la struttura tribale
della società.
e dell'impossibilità di trovare un accordo tra le parti:
Il Fronte POLISARIO sosteneva che, secondo il piano di pace, solo le 74,000 persone censite dalla Spagna nel 1974 avrebbero dovuto partecipare al referendum. Il Marocco manteneva la posizione contraria, cioè che migliaia di ulteriori membri delle tribù sahrawi hanno ugualmente diritto al voto, inclusi coloro che erano nel Territorio al tempo del censimento ma non erano state contate, coloro che erano emigrati in Marocco in anni precedenti e coloro che provenivano dalle regioni originariamente parte del Territorio ma poi retrocesse dalla Spagna al Marocco negli anni 50 e 60 (e oggi sono parte del Marocco meridionale).
In altri termini,
l'ONU getta la spugna, ponendo il Fronte Polisario (il Governo della Repubblica
Araba Sahrawi Democratica-RASD) davanti al fatto compiuto.
La maggiore organizzazione mondiale abdica al proprio ruolo di controllo e vigilanza
sul rispetto del piano di pace; non solo: offre uno strumento di attacco ad
una delle Parti contendenti (il Marocco) facendo propria la bozza di accordo
da questa elaborata:
Mentre i colloqui sull'accordo quadro proseguono, il piano di pace non sarà abbandonato ma vedrà una fase di sospensione. Contemporaneamente, la Commissione per le Identificazioni della MINURSO e il suo staff di supporto sospenderebbero le loro attività
La bozza di accordo quadro offre quella che potrebbe essere l'ultima finestra per anni. Questa opportunità deve essere valutata da tutte le Parti coinvolte nell'interesse del popolo del Sahara Occidentale così come dei paesi della regione. E' ora di chiudere la disputa sul Sahara Occidentale, in modo che la regione del Maghreb possa finalmente concentrarsi sulla cooperazione e lo sviluppo e mettere in grado la propria gente di cercare un futuro migliore.
Il referendum,
che ha rappresentato per il popolo sahrawi la sola alternativa alla guerra e
l'obiettivo di intere generazioni di sahrawi, è così relegato
ad una sospensione senza limiti di tempo; il Marocco, che ha sempre boicottato
il referendum mandando coloni ad occupare i territori allo scopo di poterli
inserire nelle liste elettorali e ingolfando il processo con migliaia di ricorsi
da parte di sedicenti sahrawi, ha ottenuto un vero successo:
28. Grazie ai costanti sforzi di almeno tre Rappresentanti Speciali e del mio
Inviato Personale, il processo di identificazione è stato finalmente
completato alla fine del 1999. Comunque, MINURSO si è trovata poi ad
affrontare un totale of 131,038 ricorsi. A giudicare dalla passata esperienza
della Missione con entrambe le Parti, i cui interessi e preoccupazioni nel controllo
del processo di identificazione sono stati la causa principale delle difficoltà
e ritardi incontrati, la fase di appello potrebbe essere addirittura più
lunga, onerosa e controversa che la fase di identificazione stessa.
Si tratta di un successo che il Marocco non si fa scrupoli di celebrare dichiarando,
nelle parole del neo-re Mohammed VI, che "la questione del Sahara Occidentale
è inesistente" (discorso di incoronazione, 01-01-2000).
IL DUPLICE RICATTO
Dichiarato il fallimento
del piano di pace, il Segretario Generale passa alla sostanza della nuova posizione
delle Nazioni Unite: l'appoggio alla bozza di Accordo Quadro elaborata dal Marocco.
Vale la pena sottolineare che si tratta di un ribaltamento fenomenale dei presupposti
su cui si sono basati per oltre un decennio i lavori dei funzionari ONU sul
luogo (la MINURSO) e il cessate-il-fuoco da parte dei contendenti.
A volere essere ingenui, si potrebbe definirlo un ripensamento pragmatico, dettato
dalle effettive difficoltà di ricomposizione delle divergenti volontà.
Siccome però vogliamo essere attenti, la lettura risulta molto più
squallida: il Marocco si è venduto il petrolio e in cambio ha ottenuto,
in seno al Consiglio di Sicurezza (Francia in testa) l'appoggio per l'annessione
del Sahara Occidentale. Il Segretario Generale si è quindi asservito
agli intenti neo-colonialistici di Francia e Marocco e ne ha intessuto la rete
di protezione "diplomatica".
Nelle righe che seguono riportiamo e commentiamo la bozza di accordo quadro
sullo status del Sahara Occidentale allegata al rapporto del Segretario Generale
delle Nazioni Unite del giugno 2001.
1. La popolazione
del Sahara Occidentale, attraverso i propri organi esecutivo, legislativo e
giudiziario avrà competenza esclusiva in materia di amministrazione locale,
finanza locale (tasse e spese), applicazione della legge, sicurezza interna,
servizi sociali, cultura, istruzione, commercio, trasporti, risorse agricole,
minerarie e ittiche, industria, ambiente, residenzialità e sviluppo urbano,
acqua ed elettricità, strade ed altre infrastrutture di base.
2. Il Regno del Marocco avrà competenza esclusiva in materia di politica
estera (inclusi accordi internazionali e trattati), sicurezza nazionale e difesa
(inclusa la determinazione dei confini marittimi, aerei o terrestri e la loro
protezione attraverso qualsiasi mezzo appropriato), ogni questione riguardante
la produzione, la vendita, la proprietà o l'uso di armi o esplosivi e
la preservazione dell'integrità territoriale contro tentativi secessionistici
sia interni che esterni al territorio. Inoltre la bandiera, la moneta, le dogane,
i sistemi postale e di telecomunicazioni del regno saranno applicati al Sahara
Occidentale. Relativamente a tutte le funzioni descritte in questo paragrafo
(2) il Regno può nominare rappresentanti da dedicare al Sahara Occidentale.
Questi primi due
articoli sono l'asse portante dell'intero disegno annessionistico del Marocco;
una volta demandata la competenza in materia di confini e forze armate al Marocco,
all'Autorità sahrawi non resta che disarmarsi e attendere l'eccidio dei
propri membri.
La previsione di organi di governo interni, con competenze meramente locali,
rappresenta un'ipocrisia da parte del Marocco inaccettabile e un suicidio per
i sahrawi.
Il nucleo di uno stato autonomo è rappresentato dalla difesa del proprio
territorio, anche armata. Senza esercito/polizia, senza confini, senza leggi
autonome, insomma senza sovranità, non esiste Stato né autorità
che possa proteggere i propri membri dall'aggressione di terzi.
La bozza prevede anche che il Marocco sia esplicitamente legittimato a reprimere
qualsiasi istanza secessionistica, sia interna che esterna (leggi: i sahrawi
residenti nel territorio e i sahrawi in esilio in Algeria); nessun osservatore
o nessuno Stato terzo potrebbe quindi legittimamente alzare un dito contro un
eventuale eccidio dei sahrawi
La competenza in materia di risorse minerarie, che include quindi le risorse
petrolifere, alla luce del nuovo accordo Total-Elf-Fina, sarebbe poi il secondo
ricatto che viene imposto in questa vicenda: se i sahrawi si muovono velocemente
per accettare la bozza, esiste qualche lontana probabilità di beneficiare
dell'eventuale petrolio, mentre se la rifiutano, l'accordo petrolifero prosegue
comunque e i sahrawi perdono tutto.
3. Nel Sahara Occidentale il potere esecutivo sarà svolto da un Esecutivo,
che verrà eletto dagli aventi diritto identificati tali dalla Commissione
per le Identificazioni della Missione ONU per il Referendum nel Sahara Occidentale,
ed i cui nomi sono contenuti nella lista provvisoria dell'ONU (aggiornata al
30 dicembre 1999) non rendendo efficace alcun ricorso o altre obiezioni. Per
essere candidati all'Esecutivo, occorre essere tra chi ha diritto di voto attivo
ed il cui nome sia sulla menzionata lista provvisoria dei votanti. L'Esecutivo
sarà eletto per un periodo di quattro anni. Dopodiché sarà
eletto dalla maggioranza dei voti dell'Assemblea. L'Esecutivo nominerà
amministratori incaricati dei settori esecutivi per periodi di quattro anni.
Il potere legislativo sarà svolto da un'Assemblea, i cui membri saranno
eletti direttamente dai votanti per periodi di 4 anni. Il potere giudiziario
sarà svolto da quanti tribunali saranno necessari, i giudici saranno
scelti nell'Istituto Nazionale per gli studi giudiziari e saranno del Sahara
Occidentale. Tali tribunali avranno competenza in materia di legge locale. Per
essere candidati all'Assemblea, occorre avere più di 18 anni ed essere
(i) un residente costante nel territorio dal 31 ottobre 1998, o (ii) elencato
nella lista dei rimpatriati del 31 ottobre 2000.
E' curioso rilevare come la lista elettorale del 1999 non sia dal Marocco accettata
per il referendum ma lo sia per l'elezione dell'organo Esecutivosarà
perché tanto è un organo che non conta nulla?
L'autorità giudiziaria sarebbe composta da giudici formati in Marocco,
dall'Istituto Nazionale, e di provenienza del Sahara Occidentale, ma non sahrawi;
il che è anche coerente con il fatto che la legge che dovranno essere
chiamati ad applicare sarebbe comunque quella marocchina. Va riconosciuto al
redattore di questo testo una precisione ed una diligenza, nella negazione dei
diritti del popolo sahrawi, esemplari.
4. Tutte le leggi approvate dall'Assemblea e tutte le decisioni dei tribunali
di cui al paragrafo 3 devono rispettare ed essere conformi alla costituzione
del Regno del Marocco, con particolare riguardo alla protezione delle libertà
civili. Tutte le elezioni o referenda relative al presente accordo saranno svolte
con ogni appropriata garanzia e nel rispetto del Codice di Condotta siglato
dalle Parti nel 1997, salvo quando in conflitto con quanto nel presente accordo.
Non solo l'Autorità sahrawi avrà competenze marginali, ma su di
esse andrà ad impattare anche un sistema di gerarchia che vedrà
prevalere la costituzione del Marocco, non approvata né elaborata da
sahrawi alcuno.
Lo stesso Codice di Condotta potrà essere disatteso se in contrasto con
la Costituzione marocchina; chiaramente non si specifica quale organo dovrà
dirimere l'eventuale conflitto e con quali garanzie. È insomma un processo
unilaterale, che vede il Marocco protagonista assoluto; il Fronte Polisario,
che ha firmato il Codice, non viene mai menzionato e tantomeno considerato in
qualsivoglia aspetto dell'implementazione del famigerato accordo.
5. Nè il Regno nè gli organi esecutivo, legislativo, o giudiziario
dell'Autorità del Sahara Occidentale di cui sopra potranno unilateralmente
modificare o eliminare lo status del Sahara Occidentale. Qualsiasi modifica
o emendamento al presente accordo deve essere approvato dall'Esecutivo e dall'Assemblea
del Sahara Occidentale. Lo status of Sahara Occidentale sarà deciso da
un referendum di votanti aventi diritto nella data che le Parti concorderanno,
entro 5 anni dall'inizio dell'implementazione del presente accordo. Per avere
diritto di voto a tale referendum, il votante deve essere un residente effettivo
del Sahara Occidentale per il precedente anno.
Ed ecco il secondo pilastro del progetto marocchino: al referendum che sarà
organizzato (e non celebrato) entro 5 anni dall'attuazione dell'accordo potranno
votare i residenti nel territorio da un solo anno. Voilà! Il gioco è
fatto: oltre ad annettere il Sahara Occidentale con la benedizione dell'ONU
e senza troppi sforzi, il Marocco celebrerà un referendum farsa, in cui
chiunque, che abbia risieduto per un anno nel territorio, potrà votare
alla faccia del piano di pace e dei criteri di inclusione delle liste elettorali!!!
Allora via con la colonizzazione forzata! Via con lo sterminio di chi esprimerà
la minima intenzione di votare a favore dell'indipendenza !
Di osservatori internazionali manco a parlarne visto che si tratterà
di una questione interna al Marocco.
6. Il Segretario
Generale delle Nazioni Unite offrirà la propria intermediazione e buoni
uffici per assistere le due Parti nell'implementazione o interpretazione del
presente accordo.
7. Le Parti concordano di implementare il presente accordo prontamente e richiedono
l'assistenza delle Nazioni Unite a tal fine.
Al fine di promuovere una soluzione concordata della disputa sul Sahara Occidentale,
i Governi di Francia e Stati Uniti d'America garantiscono l'esecuzione delle
Parti del presente accordo*
(*nessun Paese si è impegnato ma entrambi hanno concordato di tenerlo
in considerazione, se fosse necessario per raggiungere un accordo)
E questa è
la chiosa per dare una forma la più condivisa possibile all'Accordo;
c'è da chiedersi come l'ONU o governi terzi rispetto al Marocco, possano
intervenire nella vigilanza del rispetto dell'accordo, visto che qualsiasi questione
riguardante il territorio sarebbe qualificata come interna al Marocco.
Quanto proposto ed avallato dall'ONU non è una soluzione ma un'eliminazione
della questione; lo status disegnato per il Sahara Occidentale non è
altro che un'integrazione al Marocco e comporta l'annullamento della specificità
dei sahrawi, del concetto di un'entità sahrawi e l'essenza vera e propria
del popolo sahrawi.