Timor Est dopo la vittoria.
Le sfide del popolo Maubere dopo
la sconfitta dell'occupante indonesiano. Di Max Lane, da Green Left Weekly.
Ottobre 1999.
Il processo di autodeterminazione
La sconfitta dell'occupazione
militare indonesiana ha dato il via al processo per la creazione di uno Stato
indipendente di Timor Est. La costituzione di questo Stato è ormai accettata
da tutte la parti in causa, comprese quelle che si opponevano ad una soluzione
del genere, e cioè i governi indonesiano e australiano. Entro il 21 ottobre
il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe affidare alle Nazioni
Unite il mandato per una Amministrazione di Transizione per Timor Est (UNTAET,
United Nations Transitional Administration for East Timor) che organizzerà
il passaggio verso l'indipendenza, compreso il compito di indire le elezioni
politiche, nello spazio di due o tre anni.
L'UNTAET avrà il mandato di collaborare con le forze politiche e sociali
di Timor Est, ma non è ancora chiaro quale saranno le modalità
di tale collaborazione. Durante il periodo dell'UNAMET (United Nations Assistance
Mission to East Timor) era stato costituito un consiglio consultivo composto
da membri del CNRT, altri leader filoindipendentisti, tra i quali il segretario
generale del PST, insieme ad altre personalità favorevoli all'autonomia.
In seguito all'inizio del terrore seminato dalle milizie, a partire dal 4 settembre,
i portavoce dell'UNAMET hanno affermato che difficilmente i leader pro-autonomia
avrebbero potuto continuare ad essere inclusi nel consiglio.
I dirigenti del CNRT si sono riuniti a Darwin per formulare alle Nazioni Unite
una proposta sul tipo di collaborazione da organizzare tra l'amministrazione
ONU e i gruppi politici di Timor Est, ma il Consiglio per la Resistenza non
ha ancora reso note tali proposte.
Nuova fase di lotta
Nel prossimo futuro
i nodi cruciali della battaglia politica a Timor Est riguarderanno la determinazione
del meccanismo di cooperazione con l'UNTAET e la necessità che le decisioni
dell'amministrazione delle Nazioni Unite rispetto al processo di transizione
verso l'indipendenza e alla stabilizzazione dell'economia siano in accordo con
la volontà della popolazione di Timor Est. Gli amministratori Onu avranno
poteri legislativi e questo significa che l'effettiva capacità di influenza
del popolo di Timor orientale dipenderà dalla forza delle formazioni
politiche timoresi, specie presso la base. Alcune organizzazioni hanno un radicamento
sociale e un grosso potenziale di mobilitazione, come il Fretilin, ad esempio,
che tra il 1974 e il 1975 è riuscito a mobilitare migliaia di persone
contro l'amministrazione portoghese. Ha ottenuto importanti successi in un programma
di alfabetizzazione di massa che ha ristabilito il Tetum come lingua nazionale
e ha dato inizio alla costituzione delle cooperative agricole. Dopo l'invasione
indonesiana ha fornito il modello organizzativo e la base di attivisti per la
lotta della guerriglia e per la battaglia clandestina nelle città e nei
villaggi di Timor Est. Negli anni '80, le strutture del CNRM (Conselho Nacional
da Resistencia Maubere) sono divenute strumenti della mobilitazione al fianco
del Fretilin, soprattutto dopo che Xanana Gusmao lasciò il Fretilin per
porsi alla guida del Consiglio nazionale, inteso come organizzazione generale
della Resistenza conglobante al suo interno lo stesso Fretilin, la più
conservatrice Unione Democratica Timorese (UDT, Union of Democratic Timorese)
e individui non legati ad alcun partito. Quando il movimento degli studenti
indonesiani ha costretto alle dimissioni Suharto, nel maggio 1998, si sono aperti
nuovi spazi di democrazia in Indonesia e quindi anche a Timor orientale.
Il periodo seguente al maggio '98 ha segnato il rapido sviluppo di nuovi gruppi
e associazioni, alcune delle quali impegnate nel monitoraggio dei diritti umani,
altre nella raccolta fondi per lo sviluppo, oltre ad un certo numero di organizzazioni
di donne. Uno dei gruppi più attivi durante il 1998 è stato il
Consiglio di Solidarietà degli Studenti di Timor Est, guidato da Anteiro
de Silva, che si trova attualmente a Darwin. Il Consiglio di Solidarietà
degli Studenti ha aperto la strada alle manifestazioni di massa in favore dell'indipendenza
che hanno portato alla mobilitazione di migliaia di persone nel corso del 1998.
Altre organizzazioni giovanili e studentesche sono il Renetil e l'OJETIL, che
sono rappresentate nel CNRM (più tardi rinominato CNRT) e l'Impettu,
costituita principalmente da studenti che hanno frequentato l'università
in Indonesia e lavorato in gruppi politici indonesiani, tra i quali il Partito
Democratico del Popolo (PRD).
Nel corso del 1998 anche il Partito Socialista (PST) ha cominciato ad organizzarsi
più apertamente. Ha costituito proprie sezioni in diverse città
di Timor Est e attraverso timoresi in Indonesia, ponendosi fuori dal CNRM/CNRT.
Intorno all'aprile 1999 ha stabilito una relazione di lavoro con la dirigenza
del CNRT allo scopo di assicurare la vittoria nel referendum del 30 agosto a
favore dell'indipendenza. Il PST ha fatto propri molti degli orientamenti politici
del Fretilin nel 1975, come dimostrano il sostegno alla costituzione di cooperative
rurali anche sotto l'occupazione indonesiana, e l'impegno nella mobilitazione
della base attraverso la costituzione di organizzazioni di lavoratori, studenti
e donne.
La rapida costituzione di queste organizzazioni di base è essenziale
per assicurare che il popolo di Timor Est riesca a far valere la propria volontà
all'interno dell'amministrazione dell'UNTAET nel processo di transizione all'indipendenza.
Un compito cruciale per il movimento di solidarietà durante la prossima
fase sarà il sostegno alle organizzazioni sociali e politiche timoresi,
rappresentative dell'opinione della maggioranza della popolazione affinché
la transizione alla democrazia sostenuta dalle Nazioni Unite sia democratica,
e cioè sia realizzata in accordo con il volere della maggioranza del
popolo.
In particolare sarà molto importante fornire ogni supporto materiale
e politico a tutti gli sforzi volti a rafforzare la capacità di organizzazione
e mobilitazione a livello di base. La forza organizzata dello stesso popolo
di Timor Est sarà la migliore garanzia per un processo democratico.