La discriminazione a Timor Est.
Le responsabilità delle Nazioni Unite sui problemi irrisolti della popolazione est-timorese, dopo l'intervento internazionale. Di Sam King dalla Green Left Weekly. Gennaio 2000.


DILI - Lo scopo dichiarato dell'Amministrazione Provvisoria delle Nazioni Unite a Timor Est (UNTAET) è quello di amministrare effettivamente il paese durante il periodo di transizione verso un governo eletto dal popolo. Tuttavia un'amministrazione effettiva, per non parlare di democratica, è impossibile là dove viene dato un così scarso potere decisionale alla comunità e alle organizzazioni politiche timoresi. Persino il più alto organismo timorese, il Transitional Council, composto da sette membri, ha soltanto un ruolo consultivo presso l'UNTAET.

Sebbene il fatto che l'UNTAET debba rispondere esclusivamente al segretario generale dell'ONU e al Consiglio di Sicurezza non sembri precludere automaticamente la possibilità di praticare politiche gradite al popolo timorese, un numero sempre maggiore di prove indica che le Nazioni Unite non hanno operato in questa direzione.

Un bollettino interno del 22 novembre, trapelato all'esterno e intitolato "District Profile Ermera UNTAET, Civil Affairs", esprimeva preoccupazione per il livello di militanti di base organizzati dai timoresi nella regione. Il bollettino afferma che "Il CNRT [Consiglio nazionale della Resistenza Timorese] ha anche organizzato brigate di sicurezza con il compito di prevenire possibili azioni da parte delle milizie" e dà ordine di "ridurre, con l'arrivo di INTERFET e della CivPol (polizia civile), il coinvolgimento della CNRT negli aspetti legati alla sicurezza, in modo che tutte le funzioni di sicurezza e di polizia risultino completamente cedute."

La relazione osserva anche che "il coinvolgimento del CNRT nella distribuzione degli aiuti umanitari si sta rivelando estremamente importante per via del fatto che le ONG sono state incapaci di organizzare la distribuzione di cibo", ma raccomanda la limitazione dei compiti affidati al CNRT perché "il loro coinvolgimento diretto crea pressione da parte della popolazione". Conclude quindi che "sarebbe desiderabile che le agenzie dell'ONU e le ONG cominciassero a seguire più direttamente (o attraverso la creazione di ONG locali) la distribuzione degli aiuti umanitari".

Un rapporto simile proveniente dalla regione di Liquica osserva che il "CNRT ha un grosso appoggio e gode della fiducia della maggior parte della popolazione, è altamente organizzato ed efficiente nella gestione dei programmi", ma raccomanda allo stesso tempo che l'UNTAET assuma su di sé quel ruolo: "È essenziale che gli affari civili sviluppino rapidamente una più forte presenza nel distretto così che l'UNTAET sia vista come l'autorità amministrativa".

Rapporti da parte di timoresi in altri distretti fanno pensare che l'approccio assunto a Ermera e Liquica costituisca uno schema nazionale.

Alloggi

Il vandalismo devastante organizzato dall'esercito indonesiano prima di lasciare Timor Est produce oggi una grande competizione per i pochi edifici rimasti utilizzabili. Tutti gli edifici più grandi, di miglior qualità e meglio localizzati sono stati presi dall'UNTAET, da ONG straniere e da ricche organizzazioni internazionali di aiuti, giunte in massa a Timor Est negli ultimi mesi.

L'apparato militare dell'Interfet si è appropriato di numerose e vaste costruzioni e di appezzamenti di terra di prima qualità oltre ad aver insediato il complesso residenziale della struttura a Faroel, il distretto più ricco di Timor Est. Questa zona, che precedentemente ospitava ville appartenenti ai generali portoghesi ed indonesiani e all'elite governativa e finanziaria, potrebbe diversamente ospitare migliaia di senza casa timoresi.
Sempre a Faroel, dall'altra parte della strada (e oltre una recinzione di tagliente filo spinato) rispetto al complesso dell'Interfet, ci sono alcune grandi case vuote sopravvissute agli incendi, sotto la custodia del personale dell'ONU. Alla popolazione locale che chiede informazioni circa la possibilità di trasferirsi in quelle abitazioni i dipendenti dell'ONU hanno l'ordine di rispondere che le case e il loro contenuto sono riservati al personale dell'UNTAET quando arriverà a Timor Est.

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati occupa, ma senza utilizzarlo interamente, un grande e intatto edificio ex-governativo e il terreno circostante. Il personale impiegato, prevalentemente straniero, vi lavora con i computer più all'avanguardia in stanze fornite di aria condizionata.
Dall'altra parte della strada, circa 100 timoresi vivono in blocchi di taglia simile nei quali solo quattro case sono rimaste ancora in piedi. Molte di queste persone risiedono in strutture fatte di vecchio legno e ferro arrugginito raccolte dalle rovine delle altre case.

Lavoro

Uno dei problemi principali a Timor Est è rappresentato dalla disoccupazione cronica e dalla sottoccupazione. Quasi tutta la produzione si è arrestata dopo il referendum e ora il paese è totalmente dipendente dalle agenzie per gli aiuti per quanto riguarda la maggior parte degli alimenti, dei medicinali e degli altri generi di prima necessità.
Sta riprendendo una modesta attività agricola mentre in molti hanno preso a lavorare come venditori ambulanti dei prodotti della terra o di altre merci introdotte dai quasi 10 mila rifugiati rientrati dall'Indonesia.
Timor Est è stata in gran parte distrutta dalle forze indonesiane in fuga, ma, in ogni caso, lo smantellamento del ruolo della presente comunità timorese operato dalle Nazioni Unite ha sicuramente rallentato il processo di ricostruzione. Il CNRT per esempio, con la sua elaborata struttura sociale, è in una buona posizione per identificare e organizzare le capacità popolari nello sforzo di ricostruzione; tuttavia l'UNTAET sta cercando di mettere in piedi delle strutture completamente nuove, condotte da stranieri, che devono cominciare dal nulla.

Ad un livello locale, l'UNTAET cerca sì di coinvolgere la comunità est-timorese in gruppi di lavoro, come il Food Working Group, o il comitato per la ricostruzione, ma queste commissioni sono state create per consentire all'UNTAET di organizzare comunità al di fuori della struttura del CNRT o di altre organizzazioni timoresi controllate politicamente.
L'UNTAET si serve di organizzazioni delle Nazioni Unite o di altri partners oltre oceano per organizzare aiuti di emergenza, per il ritorno dei profughi, la ricostruzione e così via. Queste organizzazioni hanno il controllo su grandi quantità di denaro, così come sulla scelta di quali materiali fare entrare nel paese, dei destinatari dell'assistenza e dei metodi usare nelle operazioni di salvataggio e ricostruzione.
Tali partner, costituiti in gran parte da agenzie internazionali per la salute e da ONG sostenute da organizzazioni come World Vision, Oxfam, Care International e il Comitato Internazionale per la Croce Rossa, sono responsabili soltanto di fronte all'UNTAET a non al popolo che si presume debbano andare ad assistere.

Le posizioni direttive sono monopolio di personale estero. Alcuni giovani di Timor Est hanno cominciato a trovare lavoro in agenzie per gli aiuti, ma sono un numero davvero esiguo rispetto alla massa dei 10mila disoccupati. Questo lavoro è quello retribuito meglio e naturalmente il più ricercato. La paga minima per un impiegato di Timor Est in una organizzazione internazionale è di circa 25.000 rupie al giorno (circa 5 dollari australiani), sufficienti a comprare 5 kg di riso a Dili. Alcuni lavoratori locali non ricevono al netto che 3 dollari al giorno e in ogni caso questi salari non basterebbero a pagare neanche un'ora di lavoro di uno straniero impiegato nelle medesime organizzazioni.

Risorse

C'è anche un divario stridente tra le risorse tecniche disponibili per la popolazione est-timorese le sue organizzazioni politiche e sociali e quelle adoperate dalle Nazioni Unite e dalle grosse organizzazioni internazionali per gli aiuti.
Un est-timorese va a piedi, mentre gli stranieri girano in veicoli nuovi fiammanti a quattro ruote. Mentre la maggior parte dei timoresi non dispone di un telefono privato, i magazzini dell'UNTAET sono pieni fino al soffitto di computer e materiali di ogni tipo, inviati per rimpiazzare tutto ciò che fu requisito o distrutto dalle milizie Indonesiane quando, il 12 settembre, le Nazioni Unite abbandonarono Timor Est.
Molte piccole compagnie private sono sorte a Dili per servire i ricchi lavoratori stranieri e le loro organizzazioni. I commessi dei negozi di biciclette, moto e autovetture del Manuel Carascalao riferiscono che delle centinaia di vendite realizzate da quando sono arrivate le Nazioni Unite, quelle concluse con timoresi ammontano forse ad una dozzina.

Il palese sfruttamento della crisi di Timor Est da parte del mondo degli affari, insieme all'aperta discriminazione contro gli abitanti locali da parte dell'ONU e delle agenzie per gli aiuti, hanno spinto molti timoresi a porre in discussione la direzione che l'UNTAET sta esercitando su Timor Est. L'amministrazione non gode di grande popolarità, tuttavia essa è ancora generalmente tollerata. E questo perché l'intervento delle Nazioni Unite che ha posto fine al terrore e il conseguente ritiro delle forze armate indonesiane hanno comunque costituito una conquista di grande qualità per il popolo di Timor.