ARGENTINA, VITTIMA OBBEDIENTE
LA LEZIONE PER IL MONDO È NON COMPRARE IL DISCORSO DEL FMI, CHE CONDUCE ALLO STERMINIO


22 gennaio 2002, intervista a Eduardo Galeano a cura di Jaime Avilés.




L'Argentina ha fatto tutto quello che le aveva ordinato l'FMI ed è distrutta!
È una lezione per tutto il mondo. L'Argentina è vittima della dottrina universale che aveva accettato, eseguendo tutto ciò che va via le ordinavano, e ora, per colmo, viene pure castigata perché obbediente. La lezione è che non si deve comprare quel discorso che non solo conduce alla distruzione delle economie nazionali, ma che produce conseguenze terribili, e non solo di natura economica. Un discorso che non si traduce solo nell'impoverimento di massa e nella scandalosa concentrazione di ricchezze, ma in quell'insulto quotidiano che è l'ostentazione del potere di pochi in mezzo all'abbandono dei tanti!


E quali sono le conseguenze non economiche?
Primo: il discredito della democrazia. Ora la si identifica con la corruzione, l'inefficienza, l'ingiustizia, che è il peggio che potrebbe succedere alla democrazia. Alla fin dei conti democrazia significa "potere del popolo": e fino a che punto è stata umiliata questa parola, che ha finito per convertirsi in antonimo [opposto] di giustizia. Molta, moltissima gente sempre di più lo sente così, soprattutto tra i giovani. La democrazia è una tana di ladri che non serve a niente e che non fa altro che ferire i poveri. Questa è la visione della democrazia che sta acquisendo sempre più gente, per lo meno nei paesi latinoamericani, e questa è la conseguenza culturale più grave, perché c'è una cultura democratica che rende possibile che l'esercizio della democrazia sia qualcosa di più che un gioco di ombre cinesi.


Un brodo di coltura per il fascismo!
Altri danni tremendi sono le ferite che ha sofferto in tutti questi anni la cultura della solidarietà. I legami sociali solidali hanno espressioni culturali nate dal vincolo con gli altri. In un sistema che predica l'egoismo e lo pratica, la cultura della solidarietà viene sempre più compromessa. Oggi come oggi la cultura che domina è quella del si salvi chi può e che ognuno si tenga il suo e chi cade si fotta. E questo pure mi addolora tanto. Sono dati della realtà culturale attuale che mi rattristano e che si traducono in un cambiamento di linguaggio; è in atto una fottuta attualizzazione del vocabolario.


Che ne pensa della melanconia che prevale in Paesi come Argentina e Uruguay, abitati soprattutto da immigrati nostalgici dell'Europa?
Sì, questi sono Paesi che hanno una popolazione composta in gran parte da immigrati, ed è interessante notare che ciò sta al fondo di una universale perplessità di fronte alla dimensione della crisi che sta colpendo l'Argentina. Perplessità universale perché non si comprende come è possibile che accada questo in un Paese bianco, ben nutrito, senza problemi di esplosione demografica; ma il fatto in sé interroga le teorie di antropologi, sociologi, politologi e altri ologi che identificano, ad esempio, sottosviluppo e povertà con esplosioni sociali, cose, ci dicono, che accadono in regioni oscure del pianeta, le regioni condannate a patire la povertà per il colore della loro pelle, dovuto a meticciati che non hanno dato buoni frutti. Ma contro queste interpretazioni razziste della disgrazia umana si producono episodi come quello argentino e allora non riescono a capire come sono potuti accadere.


Ma l'Argentina ha tutto: acqua, petrolio, grano, carne, un territorio gigantesco e vuoto. Alcuni settori di sinistra pensano che potrebbe salvarsi da sola.
Non è praticabile. Da solo non si salva nessuno. L'unica possibilità per i Paesi latinoamericani, per non perdere tutto e recuperare parte di quello che si è già perso, è che siano capaci di unirsi. In America Latina i presidenti si riuniscono ma non si uniscono; fanno vertici, si parlano addosso, posano per le foto, ma non sono capaci di unirsi per affrontare uniti la borghesia internazionale che ci governa, il debito estero che ci strangola, il crollo dei prezzi di tutto quello che vendiamo. Se i presidenti si unissero forse si potrebbe fare qualcosa per non assistere con fatalismo a questa sorta di imposizione universale della disgrazia come destino al quale pretendono di condannarci. Ma lì c'è una nuova entrata nel nuovo vocabolario.


Quale?
Il nuovo nome della dittatura finanziaria è "comunità internazionale"; qualsiasi cosa si faccia per difendere quel poco che ci rimane di sovranità, è un attentato contro la comunità internazionale, non un atto di legittima difesa contro l'usura che pratica il banchierume che governa il mondo e al quale tanto più gli dai e tanto più gli devi. Per questo in un Paese come l'Argentina è stato smantellato tutto, l'economia, lo stato, l'identità collettiva della gente che non sa più chi è, per cosa è, da dove viene e dove va. C'è uno svuotamento spirituale che simmetricamente corrisponde a uno svuotamento materiale di un Paese spolpato sino all'osso.