L'azione dell'MST oggi.
Intervento di Joao Pedro Stedile, responsabile del Movimento Sem Terra, tenuto a Trento di fronte a gruppi di solidarietà italiani. Di Serena Romagnoli, dal Notiziario della Rete Radiè Resch. Ottobre 1999.


La prima ragione per la quale sono contento di essere qui è che dopo 100 anni torno alla regione dei miei antenati, che non sono solo amici, ma sono gli antenati di 300.000 famiglie di senza terra brasiliani.
L'altro motivo è il ritrovarmi tra persone che appoggiano il MST (Movimento contadini senza terra). Per noi il significato più importante del lavoro che voi fate qui è il senso di solidarietà perché noi pensiamo che l'umanità passa per una grande sfida, una crisi sociale generalizzata che va molto al di là della povertà e non si può uscire da questa crisi se non recuperando la traiettoria del cammino storico dell'umanità, costruendo una società basata sulla solidarietà, la giustizia sociale e l'uguaglianza.
Sempre quando abbiamo notizie di persone che ancora si indignano contro qualsiasi ingiustizia, in qualsiasi parte del mondo e praticano la solidarietà, per noi questo è un germe della nuova società che sogniamo. Mi sento qui con compagni di una stessa causa.
Potrei dire molto sul Brasile. Se devo parlare del governo starò qui una settimana, se delle élite un mese, se dei danni della politica USA, 100 anni. Ma sarò breve.

La congiuntura
Il primo aspetto che voglio commentare è che c'è stato un mutamento nella congiuntura brasiliana negli ultimi due anni.
Durante il primo governo di FHC (Femando Henrique Cardoso) le élite brasiliane sono riuscite a creare un falso consenso nella popolazione facendo pensare che tutto andava bene e che il progetto neoliberista avrebbe funzionato. E noi abbiamo passato questi anni con grande difficoltà nell'affrontare il governo perché il governo aveva un forte appoggio popolare. In relazione alla riforrma agraria il governo faceva una falsa propaganda alla sua riforma e una propaganda perennemente contro il MST.
Nei 15 anni del MST non avevamo mai incontrato una stampa così ferocemente contro di noi. In quel periodo sono uscite solo notizie negative su di noi, l'unica cosa che ha colpito l'opinione pubblica è che loro sono stati talmente prepotenti che commisero quei due massacri a Corumbiara e Eldorado e questo ci ha aiutato a modificare un po' l'atteggiamento della gente.
Ora all'inizio del 2° governo, quest'anno, la maschera è caduta, l'economia e la politica sono entrate in una crisi molto profonda; è questo il grande mutamento della situazione; mentre prima sembrava che l'economa andasse avanti, che le privatizzazioni andassero bene, che il capitale straniero, anche italiano stava appoggiando il governo, ora la popolazione si rende conto che era una grande farsa.

La popolazione ha ormai chiaro che si tratta di un governo proconsole degli interessi dei capitali internazionali e di quello USA in particolare. Due esempi sintomatici di questa politica sono che il governo ha nominato presidente del Banco Central , che è il tesoro nazionale, una persona considerata uno dei maggiori speculatori del mondo, George Soros, che ha nazionalità nordamericana così come è stato nominato a capo della maggior impresa petrolifera brasiliana Petrobras un cittadino francese.
Il risultato di questo modello è che il Brasile non ha mai avuto un debito estero tanto alto. Oggi il debito interno è il 60% del Pil. E il governo spende il 40% del bilancio pubblico per il pagamento degli interessi. 130 miliardi di reais in interessi, 7 miliardi per l'educazione, 1 miliardo per la riforma agraria.
Il debito estero si sta pagando intorno ai 50 miliardi di dollari l'anno. L'economia continua a decrescere, il prodotto industriale è diminuito del 13,5%. La disoccupazione continua nella fascia del 20% e c'è una totale marginalizzazione dell'agricoltura. Questa crisi dell'agricoltura colpisce direttamente noi che stiamo lottando per la terra perché in questo modello di subalternità al capitale finanziario internazionale non c'è nessun interesse a sviluppare l'agricoltura. In Brasile si potrebbero coltivare 300 milioni di ettari di terra mentre noi coltivavamo dieci anni fa 45 milioni e ora, con la crisi, 34.
Di fronte a questo quadro, come sempre nella vita, ci sono conseguenze positive e negative. È negativo l'aumento dei sacrifici della popolazione, mentre è positivo il fatto che il popolo non sopporta più il governo e mentre il primo governo aveva l'appoggio popolare questo governo può contare soltanto sull'8 % del consenso.

Come si colloca l'azione del MST di fronte ad una situazione così difficile?
La Consulta Popolare

1° Obiettivo strategico: lotta per modificare il modello economico
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In primo luogo questo ci ha costretto a porre come uno degli obiettivi strategici del movimento la lotta per la modificazione del modello economico perché se non modifichiamo il modello economico la piccola agricoltura familiare non ha possibilità di sopravvivere e la lotta per la terra si trasforma in una lotta donchisciottesca. Infatti, che significato ha continuare a conquistare la terra del latifondo se il governo poi toglie le terre ai piccoli agricoltori? Negli ultimi dieci anni 942.0000 piccole proprietà sono scomparse, mentre noi, con le nostre lotte, siamo riusciti a ricollocare nella terra 300.000 famiglie. Con questo modello non riusciremo a sconfiggere la strategia del governo.
Senza quindi abbandonare la lotta e il nostro obiettivo primario che è l'occupazione delle terre che rende possibile la sopravvivenza immediata delle famiglie, noi dobbiamo avere altri obiettivi, unirci con altre forze popolari, per cercare di costruire un grande movimento di massa che metta in discussione il modello economico.
In questo tentativo di articolazione noi ci siamo resi conto che l'opposizione e la sinistra stessa non hanno un progetto strategico per il Brasile. Perché la crisi ideologica che ha colpito i movimenti sociali in America Latina negli ultimi dieci anni ha fatto sì che le forze e i partiti politici si dedicassero appena alle campagne elettorali.
Il nostro primo passo è stato quindi tentare di discutere con le organizzazioni popolari, i militanti dei partiti di opposizione, ecc. per capire cosa potrebbe essere un progetto popolare alternativo per il Brasile e da un anno in qua stiamo moltiplicando occasioni di incontro con agenti di pastorale della chiesa, movimenti popolari urbani, MST, movimenti di donne, pastorale della gioventù, piccoli agricoltori, movimento sindacale per discutere e dibattere con la popolazione su cosa dovrebbe essere un progetto per il Brasile.
È questo che stiamo chiamando Consulta Popolare. Gli abbiamo dato questo nome per sottolineare che è possibile costruire un movimento alternativo in Brasile soltanto se il popolo partecipa e non se alcuni illuminati fanno una proposta. Il Brasile non ha bisogno di candidati salvatori della patria. Ha bisogno di un popolo che si coscientizzi e si organizzi da solo. In questo sforzo di costruzione della consulta popolare e di dibattito che abbiamo fatto durante quest'anno, oltre alle attività svolte con la base nei singoli stati, abbiamo organizzato una grande marcia nazionale che ha camminato per 1600 Km da Niteroi (Rio de Janeiro) a Brasilia dove siamo arrivati il 7 ottobre.

La marcia
Questa marcia è durata circa 80 giorni e, più che arrivare a Brasilia, il suo obiettivo era la stessa camminata perché è passata per 130 città dove ha dibattuto con la popolazione. Il secondo obiettivo era mostrare un esempio di sacrificio. Persone che si sottoponevano alla fatica per arrivare a discutere nelle città con la gente povera è la pedagogia di una nuova politica perché la gente capisca che politica non è solo fare comizi ma è riunirsi con altri e discutere dell'avvenire del paese.
Terzo obiettivo era stimolare la solidarietà perché la marcia non poteva andare avanti senza la solidarietà delle persone. Noi siamo partiti da Niteroi senza un soldo.
È impossibile quantificare il costo finanziario della marcia, ma potete immaginare che significa alimentare 1100 marciatori ogni giorno.
Un'altra attività importante della Consulta è stato il fatto che, subito dopo la marcia, è stata realizzata a Brasilia un'assemblea dei militanti che loro hanno chiamato dei "Lottatori del Popolo"; 5000 persone di oltre 700 municipi che hanno discusso per tre giorni su che cosa è un progetto alternativo per il Brasile.
Da questa assemblea abbiamo tirato fuori anche due obiettivi pratici per la costruzione e la mobilitazione popolare attraverso la lotta.

Paralizzazione nazionale del 10 novembre
È più di uno sciopero, perché in Brasile i lavoratori che hanno un impiego regolare sono pochi. Non è uno scherzo. Su 65 milioni di popolazione adulta attiva ci sono solo 15 milioni di occupati in modo regolare, 20 milioni sono disoccupati, tutti gli altri si arrangiano. Per questo uno sciopero generale può raggiungere solo 15 milioni.
La paralizzazione invece vuole coinvolgere studenti, chiesa, movimenti popolari, piccoli agricoltori, tutta la popolazione. Il governo sta reagendo molto duramente e una delle conseguenze è che sto rispondendo ad un processo nella polizia federale.

Plebiscito sul debito
Con la Chiesa e altre forze politiche realizzeremo, nell'ultima settimana di aprile del 2000, un plebiscito contro il debito estero. Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo faremo un grande dibattito perché la popolazione si renda conto che una delle cause della nostra situazione è la dipendenza dal debito e non interromperemo questa dipendenza se non smettiamo di pagare il debito.
Il MST è impegnato prioritariamente in questo progetto per sconfiggere l'attuale modello economico

2° Obiettivo strategico: riforma agraria.
Il secondo obiettivo strategico nostro è proseguire la lotta per la riforma agraria nelle forme che già conoscete, occupazioni, marce ecc.

Relativamente alla riforma agraria noi stiamo affrontando una nuova barriera che il governo brasiliano unito ideologicamente alla Banca mondiale ci ha posto di fronte. Stanno proponendo, infatti, in Brasile, come alternativa al processo di riforma agraria, l'idea di avviare una riforma agraria di mercato. Che cos'è?
Loro propongono che, invece della organizzazione dei senza terra, delle loro lotte, delle pressioni sul governo, siano i fazendeiros i protagonisti della riforma. Se un fazendeiro vuol vendere la terra, la Banca va e la paga. La terra viene poi data alle associazioni di senza terra che diventano debitrici della banca stessa.
Apparentemente è una soluzione miracolosa che può convincere la popolazione. Il fazendeiro vende, il governo paga e il senza terra resta debitore della banca. Tutto bene. La Banca mondiale sta utilizzando questa proposta per smobilitare anche altri movimenti di contadini nell'Africa del sud, delle Filippine, del Perù e di altri paesi del terzo mondo dove c'è un forte movimento contadino. Questa proposta nasconde un fondamento ideologico gravissimo. Trasferisce il potere di decisione sulla riforma agraria al fazendeiro. Se il fazendeiro non vuole vendere non succede nulla. E nonostante i fazendeiros siano cattolici da duemila anni non si è mai avuta notizia che avessero intenzione di distribuire le terre. Quando la terra viene venduta è perché è cattiva, viene comunque chiesto un prezzo molto alto, e poi, con quel denaro, i latifondisti comprano terre migliori. Ma il vero obiettivo strategico, come dicono spesso nei loro documenti, è distruggere l'organizzazione dei senza terra.
Perché le élite del terzo mondo non ammettono che i poveri abbiano diritto ad organizzarsi. Ammettono solo che un povero possa piangere, reclamare che ha fame, ma organizzarsi no perché questo potrebbe colpire i loro privilegi, perché l'organizzazione è pericolosa.
Questo nostro secondo obiettivo strategico punta quindi a sconfiggere il progetto della Banca mondiale e una delle cose che chiediamo ai gruppi di solidarietà è che ci aiutino nella lotta contro la Banca mondiale. Noi abbiamo già fatto richiesta alla Banca Mondiale di essere ascoltati su questo progetto, utilizzando le contraddizioni della stessa banca. Perché la Banca, quando ha fatto l'accordo con il governo brasiliano, ha detto: "Questo accordo ha come obiettivo principale quello di eliminare la povertà dall'ambiente rurale". Ma questo progetto non elimina la povertà, l'aumenta diciamo noi.
Questo progetto di riforma agraria di mercato si chiama progetto della "banca della terra". ll governo sta facendo molta propaganda in tutto il Brasile e anche convincendo alcuni con la loro tattica che punta a distruggere i Sem Terra. Loro fanno così, utilizzano questo meccanismo: vanno in un comune, avvicinano un parroco, un sindaco un presidente di sindacato e parlano con loro.
Immaginate un comune, una parrocchia in cui ci sia un accampamento con 100 famiglie ed è molto difficile ottenere un esproprio. ll Ministro, per esempio, telefona al padre e gli dice: "Padre, so che nella tua parrocchia c'è un accampamento". "Sì, stiamo soffrendo molto, facendo una campagna... perché non soffrano la fame" In generale il padre è italiano. Ma il ministro dice: "Ma io ho la soluzione". "Si?, Quale?". "Lei trovi un fazendeiro amico, che può dare la terra e io ci metto i soldi". "Oh che meraviglia, che sant'uomo che è lei, ora con i soldi risolveremo il problema dei senza terra". E così il padre va a cercare il fazendeiro e si dà da fare e la terra viene comprata e in questo modo si disorganizzano i senza terra perché è ora il ministro che risolve il problema. E in realtà, molti Padri soprattutto stranieri, con la buona volontà di aiutare questi poveri, si sono imbarcati in questo progetto.
Sulle nostre posizioni abbiamo l'appoggio di tutta la conferenza episcopale brasiliana e di monsignor Balduino, presidente della CPT che ha firmato il documento di condanna di questo progetto. In questa lotta c'è anche una campagna che prevede di spedire cartoline. Nelle cartoline è rappresentata una targa nella quale si parla di questo programma e ci sono i nomi dei deputati del comune: "Questa terra è stata ottenuta grazie al tale deputato, al tale sindaco ecc."
Sempre a proposito della Banca Mondiale c'è una proposta che "Christian Aid" in Inghilterra ci vuole aiutare a realizzare; forse anche altre organizzazioni possono essere interessate. Si tratta di organizzare in marzo una riunione di movimenti di contadini delle Filippine, dell'Africa del sud, Brasile, Colombia, Bolivia, i paesi dove la Banca mondiale sta portando avanti la maggiore offensiva, perché noi possiamo decidere una pratica comune.

3° Obienivo strategico: organizzazione interna
Il terzo obiettivo strategico è migliorare la nostra organizzazione interna. Nella storia del MST ci sono tre fasi caratteristiche in relazione alla attuazione della R.A. (riforma agraria).
Nei primi 5 anni di vita del movimento le élite ci hanno ignorato, non ci davano importanza, quasi non uscivano notizie sui giornali su di noi.
Nei secondi 5 anni l'atteggiamento era: "Oh questi poveri qui, bene, vediamo di risolvere un po' la situazione". Ci trattavano come un movimento che assisteva i poveri. Da tre anni in qua le élite si sono rese conto che la nostra organizzazione è molto forte e che anche se parlano male di noi sulla stampa o tentano di cooptare alcuni leader non sono riusciti a danneggiarci.
Ora stiamo passando in una fase molto più grave perché il governo ha deciso di distruggerci politicamente, ossia è la fase più complessa della lotta di classe ed in questo momento, al di là della Solidarietà che ci viene dall'esterno, è importante che la nostra organizzazione sia molto solida internamente. I tre campi nei quali stiamo lavorando a questo fine sono:

a) il campo educativo. Vogliamo approfondire e ampliare il lavoro con i nostri ragazzi negli insediamenti perché è importante che le persone si coscientizzino fin da piccole su "in che mondo stanno", in che lotta stanno. E per questo l'educazione è per noi uno dei nostri obiettivi strategici.
Quest'anno l'università Candido Mendez di Rio de Janeiro, che è una università molto conservatrice, ha dato il premio per i diritti umani al lavoro del settore educativo del MST.

b) Organizzazione della produzione. Il governo tenta di strangolarci diminuendo il credito agricolo. Fino all'anno passato avevamo una linea di credito speciale nella Banca del Brasile che si chiamava Procera, ora è chiusa e hanno messo i senza terra insieme ai piccoli agricoltori, in una linea generale di credito rurale che si chiama Pronaf.
Anche qui ci sono aspetti negativi e positivi. Il lato negativo è che sono diminuiti i sussidi per gli insediamenti e il lato positivo è che la lotta per il credito la facciamo ora insieme ai piccoli agricoltori. E già stiamo pianificando le lotte, come quella che faremo all'inizio dell'anno contro le banche insieme ai piccoli agricoltori.
Ma la nostra sfida interna per quel che concerne la produzione è di andare avanti nella organizzazione delle cooperative e delle agroindustrie, che sono le due uniche possibilità per gli agricoltori insediati di aumentare il loro reddito.

c) La formazione dei quadri. Continuiamo a sforzarci in ogni modo per ampliare e massificare i corsi di formazione dei militanti. La nostra organizzazione può resistere all'offensiva della destra solo se avremo molti militanti coscienti del momento che stiamo vivendo.
Cerchiamo di moltiplicare rapidamente i corsi di formazione. 2 notizie, una cattiva e una buona. Stiamo organizzando (uno lo abbiamo fatto a luglio a Campinas) corsi di 10/15 giorni nelle università, nel periodo estivo, con insegnanti scelti da noi.
L'università offre la struttura e l'alimentazione. I nostri senza terra, abituati ad accamparsi, dormono per terra nei sacchi a pelo. Al corso di luglio hanno partecipato più di 1200 giovani tra i 15 e i 25 anni. Questo corso ha provocato critiche nei giornali contro l'università. Il rettore, che è un uomo di sinistra, ha rischiato di perdere il posto. I corsi parlano della realtà brasiliana: geografia, storia, economia, situazione del popolo, della cultura, ecc.
Altri rettori progressisti hanno però avuto invidia di Campinas. Quindi stiamo organizzando nuovi corsi per febbraio e se voi potete aiutarci vi saremmo grati, almeno per spiegare cosa hanno significato 500 anni di colonizzazione europea in Brasile.
La nostra scuola nazionale (e questo è un fatto negativo) non abbiamo ancora potuto cominciare a costruirla, ma speriamo di farlo nei prossimi mesi

d) I problemi della giustizia. Non possiamo infine dimenticare i nostri problemi giudiziari che aumentano continuamente perché ormai la lotta è molto dura.
Vorrei chiedere il vostro appoggio per due attività concrete. La prima è relativa al processo contro José Rainha jr., che è stato recentemente fissato per il giorno 13 dicembre, nella città di Vittoria. In questo caso non serve più scrivere lettere al giudice, ma è importante che escano notizie qui in Italia e in Europa che possano influenzare il governo e cercare di stimolare la presenza di varie organizzazioni e della stampa durante il processo. L'altra attività concreta è relativa al processo per le vittime di Eldorado. Il processo è attualmente sospeso ma probabilmente riprenderà a febbraio. In questo caso è ancora necessaria una pressione sul governo perché si vergogni di questo caso. Noi stiamo facendo una campagna inviando cartoline con una foto di un monumento, dedicato alla vittime di Eldorado, che è stato fatto da un compagno del Galles. E sarebbe importante anche in questo caso che, quelli che possono, fossero presenti durante i giorni del giudizio, perché la presenza di persone che vengono dall'estero influenza molto i giudici.

Le relazioni del MST con gli zapatisti e le posizione relativa all'incontro di Belém
Non abbiamo nessuna articolazione politica con lo zapatismo perché siamo organizzazioni di natura diversa. Loro sono in un'altra fase di lotta, si sono costituiti in esercito, in quanto organizzazione politica-militare. La nostra priorità, nelle relazioni internazionali è avere rapporti con quelli che sono uguali a noi. Ossia movimenti contadini, cooperativi, tutti quelli che lavorano per realizzare il principale obiettivo del mondo contadino che è la riforma agraria. Al di là di questa linea politica è evidente comunque che noi vogliamo solidarizzare con loro, partecipare a possibili eventi che promuovano in Messico o all'estero. Noi siamo solidali con la loro lotta e pensiamo che stanno realizzando una esperienza in Messico che si differenzia un po' dalla tradizione della sinitra e che può dare un grande contributo alle trasformazioni in America latina. C'è stato un incontro con gli zapatisti, alcuni mesi fa. Loro hanno preso l'iniziativa di realizzare incontri internazionali contro il neoliberismo. Ne hanno fatto un primo in Chiapas e un altro in Spagna. Noi abbiamo partecipato a tutti e due. Ma l'incontro spagnolo ci ha lasciato molto preoccupati. Perché a nostro giudizio non ha riunito le principali forze popolari nemmeno della Spagna e, detto tra noi, è finito per diventare una scampagnata della piccola borghesia che non aveva niente da fare. 2 persone sono poi venute in Brasile, non erano del Chiapas, ma facevano parte del fronte di appoggio, e ci hanno cercato per organizzare un terzo incontro. Cosa gli abbiamo detto? Un incontro come quello spagnolo non aiuta nessuno, né voi né noi, e quindi se si vuole fare un nuovo incontro questa volta deve rappresentare l'insieme delle articolazioni già esistenti. Per esempio i contadini hanno la CLOC a livello di America Latina e Via Campaesina e quindi bisogna coinvolgere tutti loro. I movimenti popolari dell'America latina hanno la FECOC, che è una federazione importante, bisogna quindi discutere con questa organizzazione. La chiesa progressista ha una articolazione in America Latina che si chiama Assemblea del Popolo di Dio; i neri e i popoli indigeni hanno loro organizzazioni, i partiti politici di sinistra si articolano nel Foro di S. Paolo. Quale è stata la nostra proposta quindi: facciamo un incontro a cui partecipino tutte queste forze, cerchiamo di mettere insieme l'intera rete di forze che esistono, così l'incontro rappresenterà effettivamente tutti quelli che si sentono coinvolti in questo progetto. Anche il luogo dell'incontro era da discutere. Non necessariamente il Brasile, ma un luogo che fosse facilmente raggiungibile da tutti i paesi dell'America Latina. Uno dei luoghi più indicati sarebbe stato lo stesso Messico perché in Messico, l'anno prossimo, c'è una marcia contadina dal canale di Panama agli Usa e c'è un'altra marcia di donne (vedi Marcia mondiale delle donne, nel corrente numero di Reds) durante tutto l'anno. I nostri interlocutori sono stati d'accordo su tutto. Avevamo deciso di dedicare 6 mesi alle consultazione e poi di vederci di nuovo. Dopo una settimana queste due stesse persone sono andate dal sindaco di Belém, che è di sinistra e, senza consultare nessuno, hanno stabilito che l'incontro sarebbe stato a Belém. Allora noi abbiamo detto: "Voi avete scelto un cerco tipo di incontro. Da questo tipo di incontro noi restiamo fuori perché non ci sembra che possa essere produttivo". Questo tipo di incontro non tende a mettere insieme forze diverse, è un atto di propaganda. È possibile che militanti di MST vi partecipino, ci saranno persone interessanti. Ma il MST nazionale e quello del Para ufficialmente non vi parteciperanno. Si possono trovare in Internet molte sigle sotto un appello. È chiaro, basta che aderisca una persona della CUT e lì appare che la CUT è presente. Ma la CUT non alzerà un dito per questo incontro. C'è molta differenza tra quello che appare su Internet e la situazione reale.

Ora ci può essere ancora una aggravante. Siccome la stampa borghese brasiliana sta chiamando questo incontro "incontro dei guerriglieri dell'America Latina" questo può danneggiare il processo di Eldorado. Hanno inviato dal Messico un'altra persona la settimana scorsa per chiedere perché non parcecipavamo e alla fine hanno detto che se pensavamo che la loro presenza potesse danneggiare il movimento non sarebbero venuti. Questa decisione verrà presa la prossima settimana. Ma io penso che indipendentemente dalla volontà nostra e degli zapatisti, l'incontro sarà realizzato. Sarà un festival di propaganda delle idee della sinistra ma non costruirà una concreta organizzazione di forze. Si possono fare atti nazionali o internazionali di propaganda, si devono fare, vanno benissimo, ma la nostra preoccupazione è discutere con gli zapatisti e con voi e con tutte le forze progressiste del mondo perché ci sembra che la congiuntura internazionale sia favorevole al creare eventi che cerchino di mettere insieme forze diverse perché già esiste un cammino tracciato. Ma come riusciamo ad invitare altre forze contadine a venire a partecipare ad un incontro in Brasile contro il neoliberalismo se non si è avuto il tempo di discuterne all'interno della CLOC dove abitualmente discutiamo tutto. Bisogna rispettare queste procedure. È come se noi venissimo in Italia senza consultare le forze che già lavorano nella solidarietà con noi e ci mettessimo a fare qualche iniziativa sui senza terra in Italia. Ma noi stiamo costruendo una relazione con voi e qualsiasi cosa abbiamo intenzione di fare in Italia ci mettiamo prima in contatto con voi.
Quindi, tornando a Belém, un incontro di questa natura avrebbe avuto un potere di aggregazione molto più grande se fosse stato organizzato con un'altra metodologia

La Paralizzazione del 10 novembre e le dichiarazioni di Stedile
La manifestazione prevede il blocco delle strade e delle autostrade, il non pagamento dei pedaggi, l'occupazione dei latifondi, la sospensione delle lezioni. Verranno inoltre bloccate le agenzie bancarie e i cantieri delle centrali idroettriche (là dove non sono stati pagati indennizzi agli agricoltori danneggiati). Queste strategie sono state decise da più di 50 organizzazioni, riunite nel Foro di lotta, sotto il coordinamento della CUT.
Stedile dice di essere tranquillo in relazione all'inchiesta della Polizia Federale rispetto alle sue dichiarazioni, in cui si parlava di spezzare i caselli dove si pagano i pedaggi.
Il leader di MST dice che aveva spiegato chiaramente che non voleva assolutamente riferirsi ad una distruzione concreta delle strutture. "Io desidero che queste strutture restino in piedi per molto tempo perché da qui a 10/15 anni potremo far vedere alla popolazione queste strutture come simbolo della nostra borghesia che vende la patria, che è arrivata a cedere anche le strade pubbliche".

La campagna internazionale lanciata da Via Campesina e dal Fian
Questa campagna insiste sulla riforma agraria come diritto umano il cui obiettivo principale è recuperare a livello internazionale l'idea che la riforma agraria è ancora la miglior soluzione per combattere la fame. Perché con questa egemonia del neoliberismo quel che veniva fuori erano altre proposte di politica agricola di mercato. Il grande obiettivo di questa campagna è riaccendere nei mezzi di comunicazione, nell'opinione pubblica nella popolazione l'idea che la riforma agraria nel terzo mondo è necessaria. Ogni paese deve trovare la strada e i contenuti per portare avanti queste idee.