Unitad
Popular e classe operaia
Un
governo che si richiama alle legittime aspirazioni del popolo lavoratore, ma
che poi intraprende un percorso diverso, apre nei fatti la strada a spinte reazionarie.
L’esperienza del Cile di Allende. A cura di Maurizio Attanasi. Reds –
Dicembre 2007
L’11 settembre del 1973 un colpo di stato militare, sostenuto in modo
determinante dagli USA, cancellò in Cile la democrazia borghese costruita
del presidente Allende, eletto solo tre anni prima, reo, secondo la leggenda
creata dalla destra, di voler portare la nazione verso il comunismo.
A questa visione del pericolo rosso, è stata contrapposta quella dell’iconografia
allendista che ha presentato il Presidente socialista, come un democratico sincero
e, nello stesso tempo, rivoluzionario-riformista, rispettoso delle regole della
democrazia.
Ma oggi, dopo trent’anni, siamo in grado di indagare più approfonditamente
sull’esperienza di unidad popular, quel sogno in cui cedettero milioni
di persone, non solo in Cile ma in tutto il mondo.
Infatti, esaminando la storia dei tre anni del governo di Allende si possono
individuare i germi del colpo di stato già nell’ordinamento politico
da lui voluto.
Un ordinamento senza una chiara identità, che mostrava un Allende in
bilico tra l’essere un rivoluzionario determinato a porre fine allo stato
capitalista borghese, o un timido riformista limitatosi ad attaccare alcuni
interessi forti, senza voler minare alla radice il sistema economico preesistente
la presa del potere
Un Allende rivoluzionario o riformista? Ancora oggi gli storici danno a questa
domanda risposte diverse, se non contrapposte.
Un fatto però è certo: nel corso degli anni di governo Allende
perse l’appoggio di quegli stessi lavoratori che lo avevano eletto e che
in lui credevano, e che lo videro progressivamente dimenticare quanto promesso
nel 70. Lo vedevano inesorabilmene scivolare dentro a una logica riformista
che, come poi è accaduto, preparava il terreno al colpo di stato dell’esercito,
delle destre e delle multinazionali.
I cordones Industriales
Nel 1972 il governo di Unitad Popular si trova a un bivio: accelerare nel percorso
di riforme intraprese dal giorno delle elezioni, rischiando uno scontro frontale
con la borgesia, oppure lasciare decantare la situazione evitando le riforme
e cercando l’alleanza con la dc e le forze armate. UP su indicazione del
pc e della corrente di Allende, maggioritaria nel ps sceglie la seconda strada.
Ma i lavoratori non accettano questa opzione. Quindi per esercitare una pressione
sul Governo di UP e per non disperdere il livello di coscienza di classe raggiunto
danno vita a nuclei di contro potere che hanno avuto un ruolo fondamentale nei
giorni del paro del 1972 : i Cordones Industriales,
Il primo si costituisce nel giugno del 72: il Cordone Cerrillos, nel complesso
industraile Cerillos_Maipù.
L’intenzione dei lavoratori era quella di creare i primi nuclei del nuovo
stato socialista (esattamente come i soviet nella rivoluzione russa).
Nel giro di qualche mese i Cordones Industrailes si diffondono in tutto il paese.
Riportiamo una lettera scritta dagli operai dei Cordones Industriales a Salvador
Allende che è sufficientemente esplicativa del tipo di rapporto che si
era instaurato tra il governo e la classe lavoratrice e della diversa visione
della situazione politico sociale del Cile.
Lettera
degli operai dei Cordones Industriales a Salvator Allende
Compagno
Salvador Allende,
è arrivato il momento in cui la classe operaia organizzatasi nel coordinamento
provinciale dei Cordones Industriales, il Comando Provincial de abastecimientos
directo e il Frente Unico de Trabajoradores in lotta ha deciso con urgenza di
rivolgersi a Lei, preoccupata per il verificarsi di una serie di avvenimenti
che crediamo porteranno non solo alla liquidazione del processo rivoluzionario
cileno, ma , a breve termine, a un regime fascista sanguinario e criminale.
Prima, temevamo che il processo verso il socialismo si stesse modificando arrivando
ad essere un governo di centro, riformista, democratico-borghese che cercava
di smobilitare le masse o a indurle a compiere azioni insurrezionali di tipo
anarchico per spirito di conservazione. Ma ora, analizzando gli ultimi avvenimenti,
la nostra paura non è più questa, ora abbiamo la certezza che
ci dirigiamo verso una strada che porterà inevitabilmente al fascismo.
Perciò le elenchiamo le misure che, come rappresentati della classe lavoratrice,
consideriamo imprescindibile prendere.
In primo luogo, compagno, esigiamo che si realizzi con lei il programma della
UP , noi nel 1970, non abbiamo votato per un uomo, abbiamo votato per un programma.
Curiosamente, il primo capitolo del programma della UP si intitola “potere
popolare”, citiamo:
Pagina 14 del programma … “le forze popolari e rivoluzionarie non
si sono unite per lottare per la semplice sostituzione di un presidente della
repubblica con un altro, né per sostituire nel governo un partito con
un altro, ma per portare a termine i cambiamenti di fondo che la situazione
nazionale esige, sulla base del passaggio di potere dai vecchi gruppi dominanti
ai lavoratori, al “campesinado” (l’insieme dei campesinos
–contadini ndt), ai settori progressisti della classe media… “
“Trasformare le attuali istituzioni dello stato dove i lavoratori e il
popolo abbiano il reale esercizio del potere..” “… il governo
popolare consoliderà fondamentalmente la propria forza e autorità
sull’appoggio che gli offrirà il popolo organizzato ..”
Pagina 15: “ … Attraverso una mobilitazione di massa si costituirà
dalla base la nuova struttura del potere” Si parla di un programma di
una nuova costituzione politica, di una camera unica, dell’assemblea del
popolo, del tribunale supremo con i membri scelti dall’assemblea del popolo.
Nel programma si indica che rifiuterà l’impiego delle forze armate
per opprimere il popolo.. (pg. 24).
Compagno Allende, se non le dicessimo che queste frasi sono citate dal programma
di UP, che era un programma minimo per la classe, in questo momento ci direbbe
che è un linguaggio estremista dei cordones industriales. Ma noi chiediamo,
dov’è il nuovo stato, la nuova costituzione politica, la camera
unica, l’assemblea popolare, i tribunali supremi?
Sono passati tre anni, compagno Allende, e voi non avete appoggiato le masse
e ora i nostri lavoratori sono sfiduciati.
Noi lavoratori sentiamo una profonda frustrazione e abbattimento quando il proprio
presidente, il governo, i loro partiti, le loro organizzazioni danno ogni volta
l’ordine di ripiegare invece di invitarli ad avanzare. Noi esigiamo non
soltanto che lei ci informi, ma anche ci consulti sulle decisioni, che alla
fine sono decisive per il nostro destino.
Sappiamo che nella storia delle rivoluzioni ci sono stati momenti per ripiegare
e momenti per avanzare, ma sappiamo, abbiamo la certezza assoluta, che negli
ultimi tre anni avremo potuto vincere non solo battaglie, ma anche la guerra.
……..
In ottobre, quando fu la volontà e l’organizzazione della classe
operaia che si oppose al paro (serrata) padronale, da cui nacquero i cordones
industriales nel vivo di quella lotta si conservò la produzione, l’approviggionamento,
i trasporti, grazie al sacrificio dei lavoratori, e si è potuto dare
il colpo mortale alla borghesia.
Voi non avete avuto fiducia, nonostante che nessuno possa negare la terribile
potenzialità rivoluzionaria dimostrata dal proletariato, e Lei diede
a questa lotta uno sbocco che fu uno schiaffo alla classe operaia, facendo nascere
un governo con i militari (nel testo la definizione è civicomilitar ndt),
con l’aggravante di includere anche due dirigente della centrale unica
dei lavoratori (CUT), che accettarono di entrare al governo, facendo perdere
la fiducia della classe lavoratrice nel suo stesso massimo organismo di rappresentanza.
Organismo (la Cut ndt), che qualunque fosse l’indirizzo politico del governo,
deve rimanere fuori dallo stesso per difendere i problemi dei lavoratori.
Nonostante il riflusso e la smobilitazione che fu provocata, dall’inflazione,
dalle code e dalle mille difficoltà che uomini e donne del proletariato
hanno vissuto quotidianamente, nelle elezioni del marzo del 1973, mostrarono
ancora una volta di più la chiarezza e la coscienza dando il 43 % dei
voti militanti ai candidati di UP.
Anche li, compagno, si dovevano prendere misure che il popolo merita ed esigeva
per proteggerlo dal disastro che temiamo.
Già il 29 giugno, quando i generali e gli ufficiali sediziosi, alleati
al Partito nazionale, a Frei e a Patria e libertà si posero onestamente
in una posizione di illegalità, si sarebbe potuto bloccare i sediziosi
e, appoggiandosi al popolo e concedendo responsabilità ai generali leali
e alle forze armate che allora obbedivano e che avrebbero portato il processo
verso il trionfo, passare all’offensiva.
Quello che mancò in tutte queste occasioni fu la decisione, la volontà
rivoluzionaria, che fece diminuire la fiducia nelle masse; quello che mancò
fu la consapevolezza della propria organizzazione e della propria forza; quello
che mancò fu una avanguardia decisa ed egemone.
Ora i lavoratori non soltanto sono sfiduciati, sono preoccupati.
La destra ha creato un apparato terrorista cosi poderoso e ben organizzato,
che non c’è alcun dubbio che è finanziata e dalla Cia. Uccidono
operai, fanno saltare oleodotti, …. ferrovie. Causano black-out in due
province, fanno attentati contro i dirigenti, i nostri partiti e le nostre sedi
locali dei sindacati.
Si puniscono o si arrestano? No compagno!
Si puniscono e si arrestano i dirigenti della sinistra.
I Pablo Rodriguez, i Benjamines Matte, confessano apertamente di aver partecipato
al “Tanquetazo” (il cosiddetto Tancazo, il tentativo di golpe effettuato
nel giugno del 1973 ndt).
Si perquisiscono e si umiliano? No compagno!
Si perquisisce Lanera Austral de Magellanes dove si assassina un operaio e si
torturano i lavora tori per ore e ore.
I trasportatori paralizzano il paese, lasciando umili abitazioni senza paraffina,
senza alimenti, senza medicine.
Li mortifica, li punisce? No compagno!
Si mortificano gli operai di Cobre Cerrillos, di Indugas, di Cemento Melon,
di Cervecerias Unidas.
Frei, Jarpa e le loro comparse, finanziati dalla ITT, fanno appelli pubblici
per la sedizione.
Si compie un sopruso, li querela? No compagno!
Si processano e si compie un sopruso verso Palestro, Altamirano, Garreton, verso
quelli che difendono i diritti della classe operaia.
Il 29 giugno si sollevarono generali e ufficiali contro il governo, sparando
per ora e ora contro il palazzo della Moneda, causando 22 morti.
Si fucilano, si torturano? No compagno!
Si torturano in forma inumana i marinai e i sottufficiali che difendono la costituzione,
il volere del popolo, Lei, compagno Allende.
Patria e Libertà spinge il golpe.
Si puniscono o si arrestano? No compagno!
Continuano la loro azione, tenendo conferenze stampa, e lei da loro salvacondotti
per cospirare con lo straniero.
Mentre si perquisisce Sumar, dove muoiono operai e cittadini, e i campesinos
di Cautin, che difendono il governo, sottomette loro alle torture più
implacabili, portandoli in giro sospesi per i piedi, in elicottero sulla testa
dei propri familiari fino a dar loro la morte.
Viene attaccato Lei, compagno, i nostri dirigenti, e attraverso loro i lavoratori
nel loro insieme nella forma più insolente grazie ai mezzi di comunicazione
milionari della destra.
Li distrugge, li zittisce? No compagno!
Rende al silenzio e distrugge i mezzi di comunicazione di sinistra, il canale
9 della tv, l’ultima voce dei lavoratori.
E il 4 settembre, nel terzo anniversario del governo ai lavoratori, mentre il
popolo, un milione e quattrocento mila, uscirono a salutarlo, a testimoniare
la nostra decisione e la coscienza rivoluzionario, la Fach (gioventù
cilena universitaria cattolica ndt) perquisiva Mademsa, Madeco, Rittig, in una
delle provocazioni più insolenti e inaccettabili, senza che esistesse
nessuna risposta visibile.
Per tutto quello che è successo, compagno, noi lavoratori, siamo d’accordo
in un punto con il signor Frei, che qui ci sono solo due alternative: la dittatura
del proletariato o la dittatura militare
E’ chiaro che il signor Frei è anche ingenuo, perche crede che
la dittatura militare sarà solo di transizione, per portarlo successivamente
alla presidenza.
Siamo assolutamente convinti che, storicamente, il riformismo che si cerca attraverso
il dialogo con quelli che hanno tradito più volte, è la via più
rapida verso il fascismo.
E i lavoratori sanno già cosa sia il fascismo.
Fino a poco tempo fa era solo una parola, che non tutti i compagni capivano.
Dovevamo ricorrere ad esempi vicini o lontani: Brasile, Spagna, Uruguay ecc.
Ma lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle, in quello che sta succedendo a marinai
e sottoufficiali, in cui stanno soffrendo i compagni di Asmar, Famae, i campesinos
di Cautin.
Sappiamo già che il fascismo significa porre fine alle conquiste della
classe operaia, le organizzazione operaie, i sindacati, il diritto allo sciopero.
Al lavoratore che reclama i suoi elementari diritti umani gli si spara, lo si
imprigiona, tortura o assassina.
Riteniamo non solo che ci si sta conducendo per la strada che ci porterà
al fascismo in tempi brevi, ma che ci sta privando dei mezzi per difenderci.
Pertanto chiediamo a Lei, compagno Presidente, che si ponga alla testa di questo
vero esercito senza armi, ma poderoso per la coscienza, la decisione, che i
partiti proletari mettano da parte le proprie divergenze e si trasformino nella
nera avanguardia di questa massa organizzata, ma senza direzione.
Esigiamo:
1) Davanti alla serrata dei trasportatori, la requisizione immediata dei camion
senza deroghe da parte degli organismi di massa e la creazione di una impresa
statale di trasporti, per togliere dalle mani di questi banditi la possibilità
di paralizzare il paese.
2) Di fronte al paro (equivalente della serrata padronale ndt) criminale del
collegio medico, chiediamo che si applichi la Ley de Seguridad Interior del
Estrado perché ami più sia nelle mani di questi mercenari della
salute, la vita delle nostre donne e dei nostri figli. Tutto l’appoggio
ai medici patrioti.
3) Di fronte al paro (equivalente della serrata padronale ndt) dei commercianti,
che non si ripeta l’errore di ottobre quando facemmo capire che non avevamo
bisogno di loro come gruppo. Che si metta fine alla possibilità di questi
trafficanti alleati con gli autotrasportatori, che pretendono di assediare il
popolo per fame. Che si stabilisca una volta per tutte la distribuzione diretta,
i magazzini popolari….. Che si trasferiscano all’area sociale le
industrie alimentari che ancora sono nelle mani del popolo.
4) In merito all’ area sociale ; che non solo non si trasferisca da questa
area nessuna industria …, ma che questa area diventi quella predominante
nell’economia. Che si fissi una nuova politica dei prezzi. Che la produzione
e la distribuzione delle industrie dell’ area sociale sia ottimizzata.
Non più produzioni di lusso per la borghesia. Che si eserciti all’interno
di esse un autentico controllo operaio.
5) Chiediamo una deroga alla Ley de control de armas. Una nuova legge “maldita”
che è servita soltanto per offendere i lavoratori, con le perquisizioni
effettuate nelle industrie e nelle cittadine, legge che sta servendo come una
prova generale per quei settori come risposta della classe operaia di fronte
ad un tentativo di identificare e intimidire i propri dirigenti.
6) Di fronte all’inumana repressione dei marinai di Valparaiso e Talcahuano,
chiediamo la immediata libertà di questi fratelli eroici, i cui nomi
sono già incisi nelle pagine della storia del Cile, e che si individuino
e condannino i responsabili.
7) Dinnanzi alle torture e alla morte dei nostri fratelli campesinos di Cautin,
esigiamo un processo pubblico e la condanna dei responsabili.
8) Per tutti gli implicati nei tentativi di rovesciare il legittimo governo
la massima pena.
9) Di fronte alla controversia su Canal 9 della TV, che questo mezzo di comunicazione
dei lavoratori non si abbandoni e su questo ne si transige per nessun motivo.
10) Protestiamo per la destituzione del compagno Jaime Faivovic, sottosegretario
dei trasporti.
11) Chiediamo che Lei esprima il nostro appoggio all’ambasciatore di Cuba,
il compagno Mario Garcia Inchaustegui, e , a tutti i compagni cubani perseguitati
dal fior fiore della reazione e che offra i nostri quartieri proletari perché
stabiliscano li la propria ambasciata e la sua residenza, come forma di sostegno
a quel popolo, che è arrivato a privarsi della propria razione di pane
per aiutare la nostra lotta. chiediamo che venga espulso l’ambasciatore
USA , attraverso i cui uffici, il pentagono, la cia, la itt fornisce in maniera
documentabile istruttori e finanziamenti ai sediziosi.
12) Esigiamo la difesa e la protezione di Carlo Altamirano, Mario Palestro,
Miguel Henriquez, Oscar Gerreton perseguitati dalla destra e la fiscalia naval
per difendere valorosamente i diritti del popolo, con o senza uniforme.
La avvertiamo compagno, che con il rispetto e la fiducia che ancora abbiamo
in lei, se non si realizza il programma di Unidad Popular, se non si fida delle
masse, perderà l’unico appoggio reale che ha come uomo e come governante
e sarà responsabile di portare il paese non ad una guerra civile, che
è gia in pieno sviluppo, ma ad un massacro freddamente pianificato della
classe operaia più cosciente e organizzata dell’America Latina.
E sarà di questo governo, portato al potere e mantenuto con tanto sacrificio
dai lavoratori, dai contadini , dagli studenti e dagli intellettuali, professionisti,
la responsabilità della distruzione e della fine ….. non solo del
processo rivoluzionario cileno, ma anche di tutti i popoli dell’america
latina che stanno lottando per il socialismo.
Le facciamo questa richiesta urgentemente, compagno presidente, perché
crediamo che questa è l’ultima possibilità di evitare insieme,
la perdita delle vite di migliaia dei migliori individui della classe operaia
cilena e latinoamericana.
Coordinadora Provincial de Cordones Industriales – comando provinciale
di Abastecimiento Directo. Frente unico de trabajadores en Conflicto.
5 SETTEMBRE 1973
(traduzione di Maurizio Attanasi)