Il congresso romano e la candidatura di Rutelli
A luglio si è svolto il Congresso della Federazione di Roma del PRC reso necessario dopo che a maggio il Comitato Politico Federale aveva deciso di lasciare la Giunta Rutelli. Ci è parso utile ripercorrere tutte le tappe di questa vicenda, solo apparentemente, ci pare, di natura locale con il compagno Germano Monti segretario del Circolo degli operatori sociali "M. Sanna", membro del Comitato Politico Federale di Roma. Ottobre 2000.


A luglio si è svolto il Congresso della Federazione di Roma del PRC reso necessario dopo che a maggio il Comitato Politico Federale aveva deciso di lasciare la Giunta Rutelli. Dopo un dibattito assai vivace che ha visto la presentazione di cinque mozioni contrapposte si è formata una maggioranza che ha rinegoziato il ritorno in Giunta arrivando rapidamente ad un accordo con Rutelli. Anche alla luce della recente decisione del partito di intraprendere una qualche forma di intesa elettorale con il centrosinistra a livello nazionale e del ruolo che sta assumendo la figura di Rutelli, ci è parso utile ripercorrere tutte le tappe di questa vicenda, solo apparentemente, ci pare, di natura locale con il compagno Germano Monti segretario del Circolo degli operatori sociali "M. Sanna", membro del Comitato Politico Federale di Roma.

1) Il partito a Roma: ce ne puoi fare una breve panoramica? Vorremmo sapere il numero di iscritti, i circoli, la composizione sociale, il radicamento, l'influenza sui movimenti sociali...

Fino al 13 maggio 2000, gli iscritti erano circa 2000, più o meno il 70% dell'anno precedente, quando si era già registrata una drastica diminuzione, solo in parte attribuibile alla diaspora cossuttiana; nel corso del Congresso, il numero degli iscritti supererà magicamente i 3000, dando luogo a polemiche molto dure.
I Circoli territoriali hanno risentito meno dei Circoli di lavoro della crisi delle iscrizioni, anche perché la maggior parte di questi ultimi, direttamente o indirettamente, hanno a che fare con il Comune e l'internità del PRC alla maggioranza rutelliana ha creato difficoltà insormontabili; basti pensare ai Circoli delle aziende municipali privatizzate per farsi un'idea della "simpatia" che lavoratori e lavoratrici provano verso la Giunta e chi la sostiene. Alcuni Circoli di lavoro sono ridotti ai minimi termini.
Quanto al radicamento e alla composizione sociale del Partito a Roma, la situazione è molto diversificata; in linea di massima, mi sento di dire che pochi Circoli - sia territoriali che di lavoro - sono effettivamente riconosciuti dai propri referenti sociali, mentre la maggior parte va caratterizzandosi come un corpo estraneo, avvitato su sé stesso.
I rapporti con le organizzazioni sindacali di base - a Roma molto forti - non sono, purtroppo, facili, anche a causa dell'appartenenza alla CGIL della maggior parte dei gruppi dirigenti; ciò non toglie che il Partito abbia condotto battaglie significative insieme ai sindacati di base, come la CNL del trasporto pubblico o i Cobas della scuola, passando per l'organizzazione autonoma degli LSU.
La presenza di immigrati nel Partito, infine, è irrilevante; gli iscritti si contano sulle dita di due mani e, anche qui, la collocazione in Giunta del Partito non fa che creare difficoltà, visto il comportamento reazionario di Rutelli nei confronti dei rom e la sua esaltazione della "tolleranza zero".

2) Rutelli. Ci descrivi il personaggio che sembra destinato a divenire il candidato del centrosinistra? In sei anni di Giunta Rutelli com'é cambiata Roma?

Per descrivere il personaggio Rutelli servirebbe un'enciclopedia del trasformismo: radicale negli anni '70, Verde Arcobaleno prima e poi Verde Sole che Ride nella seconda metà degli anni '80 e fino al '97, quando si costruisce una lista su misura (la Lista Rutelli) per concorrere al secondo mandato come sindaco, per poi aderire al somaro democratico; un tempo mangiapreti anticlericale, ora baciapile papalino; una volta ambientalista, ora paladino delle cementificazioni; in gioventù sostenitore dei diritti civili, oggi inseguitore della destra sul terreno della "sicurezza" e di un improbabile moralismo nei confronti delle minoranze e delle diversità oltre che contro gli zingari e gli immigrati, Cicciobello ha tuonato contro i sindacati di base, gli ambientalisti non asserviti, i gay irrispettosi del "suo" Giubileo. Contemporaneamente, il sindaco si è prodotto in iniziative semplicemente ignobili, come la proposta di intitolare una strada al gerarca fascista Bottai e la pubblicazione di un manifesto sulla strage delle Fosse Ardeatine in cui le vittime e i carnefici nazisti venivano accomunati da un generico invito alla pietà ed alla riconciliazione.
Il suo atteggiamento verso i movimenti è esemplare delle sue capacità onnivore: si è comprato la benevola neutralità di molti centri sociali riconoscendoli di fatto ed elargendo sovvenzioni per iniziative e ristrutturazioni, così come ha ammorbidito le maggiori associazioni ambientaliste con finanziamenti e cooptazioni di loro dirigenti, spuntandone le armi critiche anche nei confronti dello scempio che ha fatto - in omaggio ai suoi sponsor, palazzinari e Vaticano - di aree naturali come Tormarancia o archeologiche come il Gianicolo; al contrario, si mostra inflessibile verso le istanze realmente antagoniste, come le lotte dei lavoratori e dei disoccupati.
Non va dimenticata, infine, la sua inclinazione guerrafondaia, concretizzatasi ultimamente con il ricevimento in Campidoglio, con tutti gli onori, del Gen. Wesley Clark, il macellaio della Jugoslavia; anche in quel caso, purtroppo, il nostro Gruppo Consiliare si è caratterizzato per il suo colpevole silenzio, analogamente a quanto era avvenuto per la partecipazione del Comune di Roma alla famigerata "Operazione Arcobaleno", di cui ben conosciamo gli esiti.

3) Quali sono le ragioni che hanno causato la fuoriuscita dalla Giunta Rutelli e quali dinamiche hanno portato ad indire un congresso straordinario di federazione?

Nelle settimane precedenti il 13 maggio, su tutta la stampa romana compaiono articoli che annunciano "novità" riguardo la composizione della Giunta comunale presieduta da Francesco Rutelli; l'evento più significativo è l'annunciato ingresso in Giunta ­ come Assessore al Lavoro ­ della Segretaria del PRC romano, Patrizia Sentinelli. Nei confronti di questi articoli, non viene nessuna seria smentita.
Bisogna dire che il PRC romano è in "sofferenza" da più di un anno proprio in relazione al rapporto con Rutelli e la sua Giunta, in cui è presente con un solo Assessore (Giusy Gabriele, alla Promozione della Salute) dopo il passaggio ai cossuttiani di Stefano Tozzi, Assessore alla Casa e al Lavoro; sin da prima del Congresso successivo alla scissione cossuttiana, il CPF aveva iniziato ad interrogarsi sulla scelta di collaborare con la Giunta e, nei mesi successivi, il dibattito del CPF andò concentrandosi su questo problema.
Il 14 maggio 1999, un'ordine del giorno presentato al CPF venne votato a maggioranza (35 a favore, 33 contro ­ fra cui tutta la Segreteria, tranne Nando Simeone - e 2 astenuti); l'o.d.g. vincolava i Consiglieri Comunali del PRC ad ottenere dalla Giunta una moratoria delle privatizzazioni di aziende e servizi pubblici e, in caso contrario, ad uscire dalla maggioranza.
L'o.d.g. venne di fatto disatteso, tanto dalla Segreteria quanto dal Gruppo Comunale, anche perché i suoi stessi sostenitori ritennero preferibile avviare un percorso politico finalizzato ad una verifica con le altre forze della maggioranza, al termine del quale decidere il "che fare", anziché puntare ad una rottura tout court che rischiava di spaccare il Partito.
Si giunse così all'o.d.g. approvato a larghissima maggioranza (71 voti a favore, 2 contrari e 11 astenuti) dal CPF del 2 dicembre; il documento, esprimendo un giudizio "complessivamente negativo" sull'operato della Giunta, indicava alcuni elementi di verifica sulla base dei quali valutare "entro aprile" il da farsi: i punti riguardavano temi quali quello "urbanistico, il lavoro, il trasporto pubblico, i servizi sociali" e le richieste andavano dalla "realizzazione dei 27 asili nido pubblici, al cambiamento del progetto sperimentale SAVI, alla definitiva stabilizzazione degli LPU (), alla riqualificazione delle condizioni di lavoro in tutti i comparti, a partire da quello del trasporto, sanando il problema del precariato anche nelle imprese che operano in affidamento e nelle cooperative sociali () con un'inversione di rotta nei processi di privatizzazione", per concludersi con la "riqualificazione di tutte le aree e spazi dismessi". Con grande chiarezza, si scriveva che il mancato riconoscimento di questi elementi programmatici avrebbe reso "inevitabile una precipitazione, una rottura negli equilibri della coalizione che potrà portare il PRC all'opposizione".
La convocazione del CPF decisivo (che avrebbe dovuto essere preceduta da incontri periodici ­ in realtà, mai effettuati - fra la Direzione romana del Partito e il Gruppo Comunale) slittò di qualche settimana a causa delle elezioni regionali che hanno segnato la vittoria della destra anche nel Lazio e in particolare nei quartieri popolari di Roma.
In questo clima, condizionato anche dagli articoli sull'ingresso di Patrizia Sentinelli in Giunta, si arriva ad una frettolosa convocazione del CPF per sabato 13 maggio. L'organismo dirigente del Partito (composto da 129 persone) viene convocato con sole 48 ore di anticipo e in giorno assolutamente insolito, appunto il sabato.
L'impressione ­ confermata anche dalla stampa ­ è che la convocazione risponda alle esigenze del Sindaco, in procinto di partire per una tournée promozionale negli U.S.A., che voleva far precedere dal trionfale annuncio del rafforzamento della propria posizione, in virtù del maggiore coinvolgimento del PRC.
Nonostante il giorno semifestivo e il breve preavviso, il CPF del 13 maggio è partecipato da un centinaio di dirigenti, che danno vita ad un dibattito serrato e, a tratti, drammatico; si vota su tre proposte di o.d.g., sui quali si divide la Segreteria: Patrizia Sentinelli ed altri tre membri si schierano su un documento che prevede il maggiore coinvolgimento del PRC nella Giunta; Nando Simeone, al contrario, sottoscrive un documento che non solo respinge la prima ipotesi, ma chiede l'uscita dalla Giunta e l'apertura della crisi; Maurizio Fabbri, a sua volta, presenta un documento che propone di non chiudere la verifica e di prendere la decisione in un nuovo CPF da riconvocare. Gli altri membri della Segreteria (Bracci Torsi, Alunni e Steri) chiedono alla Segretaria di inserire nel suo documento alcuni vincoli precisi, disponendosi, in tal caso, a sostenerlo, ma la replica di Patrizia Sentinelli è netta: se non volete votare questo testo, siete liberi di presentarne un altro.
Si vota e prevale, con 42 voti, il documento Simeone, mentre il documento Sentinelli si ferma a 40; il documento Fabbri non supera i tre voti. Determinante l'astensione di 14 membri del CPF, fra cui Bracci Torsi, Alunni e Steri. Il CPF di Rifondazione Comunista, dunque, delibera di uscire dalla Giunta Rutelli.
I giorni seguenti al 13 maggio offrono uno spettacolo sconcertante: inizia il Sindaco, che rivela candidamente alla stampa di essere andato a dormire sabato sera convinto di annunciare la domenica l'ingresso della Sentinelli in Giunta e di essersi svegliato in una situazione completamente diversa. "la Repubblica" di domenica 14 maggio pubblica un articolo che annuncia l'ingresso di Patrizia Sentinelli in Giunta. Il fatto è che il CPF ha votato intorno alle 23.00, ora in cui il Sindaco era probabilmente già a nanna e l'articolo di "Repubblica" già scritto domanda: chi poteva sentirsi tanto sicuro dell'esito del voto da comunicarlo in anticipo, come cosa fatta, al Sindaco e alla stampa?
Lo spettacolo continua nei giorni successivi: Patrizia Sentinelli "sconfessa" sui giornali il voto del CPF, dichiarando alla Repubblica: "Questi 42 non sono la maggioranza" e rincarando la dose in una trasmissione a Radio Città Futura, dove definisce un "agguato" il voto del 13 maggio. Scende in campo anche il Segretario Nazionale del PRC, Fausto Bertinotti, che annuncia di voler "congelare" il voto del CPF, cioè di mantenere la presenza in Giunta con Giusy Gabriele, senza new entry, che non è precisamente quanto votato, in piena legittimità, dall'unico organismo deputato a decidere su Roma, vale a dire il CPF.
Il 18 maggio, nuovo giro di valzer: la Segreteria Nazionale ­ Bertinotti compreso ­ decide di dare seguito al voto del CPF romano, ritirando l'Assessore dalla Giunta e convocando il Congresso straordinario della Federazione romana. Il Manifesto del 19 maggio, con un articolo di Cosimo Rossi, illustra spietatamente la situazione: "Bertinotti ne esce con qualche osso rotto: in poche ore si è rimangiato la proposta annunciata, è costretto a ritirarsi dal governo romano, e senza riconquistare il malcontento interno". Sempre secondo il Manifesto, però, il vero obiettivo di Bertinotti e della Sentinelli sarebbe quello di regolare i conti con i "sommergibili", come in Via del Policlinico definiscono l'area dai "trascorsi cossuttiani" che fa capo a Grassi e Pegolo; con la convocazione del Congresso, scrive Rossi, Bertinotti pensa di "recuperare il malcontento e potrà scagliarlo contro l'area moderata che gli impiomba le ali. Tant'è che è già suonata la resa dei conti ()".

4) Al dibattito precongressuale sono state presentate cinque mozioni. Dato che questa suddivisione non corrisponde alle aggregazioni dell'ultimo congresso nazionale, vorremmo capire con chiarezza quali settori politici, persone, gruppi sociali, idee queste mozioni rappresentassero e come mai la maggioranza "nazionale" a Roma si è suddivisa in quattro tronconi. Vorremmo capire inoltre il grado di partecipazione dei circoli, il livello di democrazia, il protagonismo della base. Ed anche il grado di partecipazione dei giovani e delle donne in rapporto al numero degli iscritti. E poi il congresso: quali percentuali hanno preso le diverse mozioni? Come è stata la discussione congressuale? Ci sono state interferenze "nazionali?"

Nei Congressi di Circolo e in quello di Federazione, si sono confrontati ben cinque documenti, a testimonianza di quanto la situazione nel Partito romano fosse diventata difficile: il primo documento esprimeva le posizioni della Segretaria uscente, favorevole al rientro in Giunta, e ha ottenuto complessivamente 848 voti e 90 delegati (il 48,6%); il secondo documento ­ che vedeva come primo firmatario Nando Simeone ­ rivendicava il voto del 13 maggio e indicava un secco ultimatum alla Giunta, prefigurando come inevitabile l'uscita del PRC dalla maggioranza di Rutelli, ottenendo 314 voti e 33 delegati (il 18%); il terzo documento ­ primo firmatario Gualtiero Alunni ­ si caratterizzava come la proiezione degli astenuti del 13 maggio ed è stato identificato (non del tutto a proposito) come quello dei "sommergibili", ottenendo il 18,5% dei voti (322) e 34 delegati; il quarto documento, presentato da Riccardo Faranda, si richiamava anch'esso al voto del 13 maggio, ponendo però condizioni più sfumate, ottenendo l'11,7% dei voti (205) e 22 delegati; infine, l'area che fa capo, sul piano nazionale, a Marco Ferrando ha presentato un suo documento per il passaggio immediato all'opposizione, raccogliendo 56 voti (il 3,2%) e 6 delegati. Nei diversi Circoli, 33 militanti si sono astenuti, con il caso singolare del Circolo delle Ferrovie dello Stato, dove si sono astenuti tutti i partecipanti.
Le "interferenze nazionali" ci sono state, e pesanti: per il documento n. 1 si è speso in prima persona il Segretario nazionale, anche con un violentissimo intervento nel Congresso di Federazione e, se il documento n. 3 è apparso come quello della "destra" di Pegolo e Grassi, il documento n. 4 è stato voluto da Paolo Ferrero, con il brillante risultato di indebolire e rendere meno credibile l'area non ideologica indisponibile a mantenere il sostegno a Rutelli. Il documento 5, poi, era esplicitamente "quello di Ferrando".
A fare le spese di tutta questa agitazione "nazionale" siamo stati noi, cioè quei compagni che ­ non essendo e non volendo essere una "corrente" ­ abbiamo tentato di mantenere lo spirito unitario che ci ha sempre caratterizzato, tanto è vero che a riconoscersi nell'area che ha prodotto il documento n. 2 sono compagne e compagni di diversa provenienza: ci sono i famigerati trotskisti di Bandiera Rossa, compagni provenienti dal vecchio PCI, da DP, da Lotta Continua, dall'autonomia operaia, dai Verdi e, per fortuna, anche compagne e compagni troppo giovani per sentirsi addosso il peso delle appartenenze passate.
La fase precongressuale è stata caratterizzata da due elementi, entrambi prodotti da alcuni compagni del documento n. 1 (non tutti, e nemmeno la maggioranza, per la verità): la moltiplicazione degli iscritti e la rozzezza delle argomentazioni usate verso gli altri compagni, accusati di voler attaccare direttamente il Segretario Bertinotti e la linea sancita dal Congresso del 1999. I compagni mi scuseranno se non entro in dettaglio, ma anche a distanza di due mesi il mal di stomaco non mi è passato... basti sapere che ho sentito con le mie orecchie, nel Congresso di Circolo di un quartiere popolare (Spinaceto), un tizio che non si è vergognato di dire che votava il documento Sentinelli perché doveva difendere il posto di lavoro e, per difenderlo meglio, aveva iscritto e portato a votare anche sua moglie.

5) Descrivici meglio la questione della "moltiplicazione degli iscritti", non ci pare un episodio secondario in un partito che afferma a tutti i livelli di voler rinnovare le vecchie forme della politica.

Allo scopo di non lasciare spazio a speculazioni, va detto che un solo elemento - p. es. l'alto numero di consensi riportato da un documento in un Circolo ­ non è di per sé sufficiente a determinare un'anomalia, poiché non vi è nulla di singolare nel fatto che la stragrande maggioranza o anche la totalità degli iscritti di un Circolo si riconoscano in una posizione. A conti fatti, ogni documento ha mostrato di avere le sue "fortezze" in questo o quel Circolo. Per poter parlare di fenomeni preoccupanti, bisogna dunque prendere in considerazione più elementi, quali:
a) la presenza di un numero significativo di iscritti, perché nei Circoli più piccoli i picchi delle variazioni percentuali sono determinati dall'iscrizione, o reiscrizione, di poche unità;
b) il tasso di aumento delle iscrizioni dopo il CPF del 13 maggio, quando la prospettiva del Congresso straordinario inizia a delinearsi;
c) il tasso di aumento delle iscrizioni fino al 12 giugno, data ultima per l'ammissione di nuovi iscritti aventi diritto al voto;
d) il tasso di aumento del rinnovo delle vecchie iscrizioni;
e) la percentuale di partecipazione alle operazioni di voto.
Dai dati di cui disponiamo ­ le rilevazioni effettuate periodicamente dalla Federazione romana ­ non è possibile stabilire con certezza alcune cose, quali il numero effettivo di nuovi iscritti, poiché fino al 12 giugno potevano iscriversi sia nuove unità che rinnovare la tessera vecchi iscritti.
I Circoli in cui appaiono presenti gli elementi a), b), c), d) ed e) sono i Circoli territoriali di Garbatella, Primavalle, San Basilio e Tor de Schiavi, oltre al Circolo dei lavoratori dei Taxi; la tabella n. 1 illustra la progressione degli iscritti in questi Circoli (nell'ultima colonna, gli iscritti dello scorso anno e il rapporto percentuale con gli iscritti 2000 a fine Congresso).

 

Tab.1
 CIRCOLO  4.5.2000  26.5.2000  12.6.2000  10.7.200  1999 e %
 Taxi  0 15 28 79 99 (80%)
 Garbatella  49 49 97 106 100 (106%)
 Primavalle  60 77 113 115 96 (120%)
 San Basilio  29 42 57 58 nuovo
 Tor De Schiavi  34 34 54 68 82 (83%)

 

Alcuni dati saltano agli occhi: prima del CPF del 13 maggio, il Circolo Taxi non aveva ancora consegnato in Federazione una sola tessera, il che, peraltro, non vuol dire che non avesse effettuato iscrizioni , ma non può non sorprendere il fatto che ben 51 vecchi iscritti del Circolo rinnovano la tessera solo fra il 12 giugno e il 10 luglio come mai tanta improvvisa solerzia, dopo mesi di negligenza? Quanto ai Circoli di Garbatella, Primavalle e San Basilio, è difficile non notare il raddoppio degli iscritti fra il CPF del 13 maggio e il Congresso, in presenza dell'elemento a), cioè di un elevato numero di unità che rende significativa la variazione, testimoniando di uno sforzo notevole di proselitismo scattato solo dopo il CPF, in vista del Congresso .
In tutti i circoli presi in esame la percentuale di partecipazione al voto è superiore a quella media cittadina, che è del 59,1% degli aventi diritto: a Garbatella ha votato il 73,2% degli iscritti, a Primavalle il 62,6%, a San Basilio il 69%, a Tor de Schiavi il 74,1% e al circolo Taxi il 91,4%. Questo dato, apparentemente positivo, acquista ben altro significato se si considera che emerge in Circoli che si attivano solo dopo il CPF del 13 maggio e la convocazione del Congresso straordinario, mentre fino a quel momento non avevano certo brillato per iniziativa e partecipazione, come testimoniano il numero e la percentuale degli iscritti.
Gli esiti congressuali sono stati i seguenti:

 

Tab.2
 CIRCOLO Doc.1 (Sentinelli) Doc.2 (Simeone) Doc.3 (Alunni) Doc.4 (Faranda)  Documento 5 (Pagnozzi)
 Taxi  53 (82,8%)  0 (0%) 2 (3,1%)  8 (12,5%) 1 (1,6%)
 Garbatella 60 (84,5%) 3 (4,2%) 3 (4,2%) 4 (5,6%) 1 (1,4%)
 Primavalle 51 (70,8%) 16 (22,2%) 2 (2,8%) 0 (0,0%) 3 (4,2%)
 San Basilio 40 (100%) 0 (0,0%) 0 (0,0%) 0 (0,0%) 0 (0,0%)
 Tor De Schiavi 31 (77,5%) 2 (5,0%) 0 (0,0%) 6 (15%) 1 (2,5%)

 

Come si può facilmente notare, in questi Circoli la percentuale dei voti attribuiti al documento Sentinelli è sensibilmente più alta di quella riportata mediamente, che è stata del 48,6%; il dato non è significativo di per sé (anche gli altri documenti, in alcuni Circoli, hanno registrato consensi superiori al dato medio cittadino), ma acquista un certo interesse se lo si incrocia con quelli già accennati, e cioè l'impennata di iscrizioni dopo il CPF del 13 maggio e la convocazione del Congresso straordinario e l'alta affluenza al voto, che non coincide automaticamente con la partecipazione al dibattito.
In buona sostanza, l'incrocio degli elementi disponibili consente di avanzare un'ipotesi: questi Circoli si sono attivati in una massiccia opera di proselitismo solo dopo il CPF del 13 maggio e la convocazione del Congresso, iscrivendo complessivamente 254 persone, vale a dire 1/4 del numero complessivo di iscrizioni dopo il CPF del 13 maggio in tutti e 64 i circoli romani del PRC, numero che ammonta a 3062 unità.
In quest'ultima tabella, è riportato il totale dei voti ottenuti dai documenti congressuali nei Circoli presi in esame e la loro incidenza percentuale sui voti ottenuti a Roma dal documento corrispondente.

 

Tab.3
Doc.1 (Sentinelli) Doc.2 (Simeone) Doc.3 (Alunni) Doc.4 (Faranda) Documento 5 (Pagnozzi)

 235 (27,7%)

 21 (6,7%)

 7 (2,2%)

 18 (8,8%)

 6 (10,7%)

 

In altre parole, in questi soli 5 Circoli, il documento Sentinelli ha riportato più di un quarto dei voti ottenuti complessivamente nei 64 Circoli romani; confrontando la media delle percentuali riportate dai singoli documenti nei cinque Circoli con le percentuali cittadine, si nota che il doc. 1 vi ha ottenuto l'81,9% dei voti (a fronte di una percentuale cittadina del 48,6%); il doc. 2 ha ottenuto il 7,3% (a fronte del 18% cittadino); il doc. 3 ha ottenuto il 2,4% (a fronte del 18,5%) cittadino; il doc. 4 ha ottenuto il 6,3% (a fronte del 11,7% cittadino) e il doc. 5 ha ottenuto il 2% (a fronte del 3,2% cittadino). Insomma, questi Circoli si sono attivati febbrilmente nel proselitismo solo dopo che il CPF ha messo in minoranza la Segretaria Sentinelli ed è stato convocato il Congresso straordinario; hanno portato al voto molti più iscritti della media cittadina; hanno tributato al documento della Segretaria un consenso plebiscitario, che ha influito notevolmente sul risultato complessivo.

6) Sappiamo che dopo il congresso si è aggregata una nuova maggioranza. Vorremmo capire quale dinamica l'ha determinata, da chi è composta, e su quale base si è unificata.

Nella nuova "maggioranza" del PRC romano vi è una componente trasformista da mettere in evidenza: mi riferisco ai sostenitori del terzo documento, che hanno condotto un percorso congressuale all'insegna della critica più feroce nei confronti della Segretaria Sentinelli, accusata praticamente di tutto, invocando la "discontinuità" nel gruppo dirigente romano, per poi accordarsi immediatamente con la stessa Sentinelli e riconfermare in blocco la Segreteria uscente, con la sola eccezione dell'esclusione del compagno Simeone e del compagno Fabbri, rispettivamente esponenti dei documenti 2 e 4.
La dinamica che ha portato a questa situazione non mi sembra delle più nobili, nel senso che mi appare come un accordo di potere nel senso più bieco: i "sommergibili" utilizzano la loro indispensabilità numerica per strappare spazi - fra l'altro, pare che rivendichino per loro un assessorato - senza mettere più in discussione la collocazione in giunta, nonostante fino alla conclusione del Congresso si dichiarassero anche loro assolutamente insoddisfatti.
Mi permetto una nota assolutamente personale: durante i congressi di circolo, alcuni compagni si sono fatti delle illusioni sui "sommergibili", che nelle assemblee intervenivano con parole di fuoco e proclami di guerra, con l'evidente obiettivo di intercettare il malessere dei militanti. Fra l'altro, i primi allarmi sull'abnorme proliferazione degli iscritti sono stati lanciati proprio da loro, molto più interni all'organizzazione del Partito di quanto non lo fossero altri, me compreso; tuttavia, il loro obiettivo era soltanto quello di raggiungere una consistenza tale da rendersi indispensabili per la gestione della Federazione e poter così "negoziare" con la Sentinelli da posizioni di forza. L'obiettivo è stato raggiunto, ma credo che ora questi compagni avranno qualche difficoltà nei Circoli dove hanno fatto il pieno di consensi su una linea di critica e di "discontinuità", senza contare il fatto che le velleità nazionali di Cicciobello potrebbero anche consigliargli di non portare turbolenze nella giunta romana con movimenti di assessori, per cui esiste la possibilità che i "sommergibili" restino a becco asciutto a quel punto, c'è da scommettere che riprenderanno a lanciare i loro siluri contro la scialuppa della Sentinelli, già in difficoltà perché costretta a gestire un'alleanza locale assolutamente anomala rispetto agli schieramenti nazionali del Partito, che non vedono certo i rapporti fra Bertinotti e Grassi - Pegolo volgere al bello.
Concludendo, credo che la partita che si è appena chiusa non sia che l'anticipo del campionato vero, che rimane tutto da giocare.

7) Quale è la natura del nuovo accordo raggiunto con Rutelli? Vorremmo una tua valutazione, tenendo conto anche del fatto che sono passati due mesi, su che cosa è cambiato nell'azione politica del sindaco e della giunta.

La partita è tutta da giocare perché, fuori dal politichese, va detto che l'accordo con Rutelli è una farsa, come lo è stato la "trattativa" conseguente al Congresso, talmente fasulla da indurre i compagni del quarto documento a chiamarsene fuori, dopo aver votato - come i "sommergibili" - l'o.d.g. Sentinelli al primo CPF dopo il Congresso.
Dalla "trattativa" sono stati preventivamente espunti alcuni elementi particolarmente difficili, come l'eventualità di nuovi finanziamenti alle scuole private (cioè cattoliche) e la trasformazione di alcuni servizi assistenziali in buoni in denaro; inoltre, sui punti ritenuti qualificanti anche dall'o.d.g. Sentinelli, il sindaco non ha preso alcun impegno realmente vincolante, limitandosi a dichiarazioni di intenti tanto impegnative quanto evanescenti. Devo anche dire con franchezza che Rutelli, non appena certo della ripresa di possesso del PRC da parte della Sentinelli, ha ricominciato subito a fare quello che voleva: mentre era ancora in corso la "trattativa", è stato annunciato l'affidamento ai privati dell'intera gestione della nuova linea "C" della metropolitana, vicenda definita dai giornali come il più grande affare nella storia del trasporto pubblico urbano. Non basta: sempre a "trattativa" in corso, è stata annunciata la trasformazione in S.p.A. dell'AMA (l'azienda municipalizzata per l'ambiente e la nettezza urbana), anticamera della privatizzazione, ed è stato siglato un contratto per l'ATAC (l'azienda di trasporto pubblico) semplicemente vergognoso, con tanto di salario d'ingresso per i nuovi assunti e aumento dei carichi di lavoro. Tutto questo non ha impedito alla nuova maggioranza del PRC di convolare nuovamente a giuste nozze con la giunta.
Per completezza, va detto che qualche risultato positivo è stato raggiunto: in primo luogo, l'amministrazione ha firmato un accordo con il sindacato di base U.S.I. per l'assunzione stabile di circa 800 LSU (quasi tutti nelle aziende ancora controllate dal Comune e una piccola parte direttamente negli organici comunali) e il Consiglio Comunale ha approvato due delle cinque delibere di iniziativa popolare promosse dal PRC. In particolare, sono state approvate (anche con i voti dell'opposizione) la delibera di iniziativa popolare contro il lavoro nero nell'edilizia e quella che obbliga anche le cooperative ad applicare i Contratti Nazionali.
Buio, invece, sulle altre tre delibere promosse dal PRC, sulla gratuità per giovani e disoccupati del trasporto pubblico, dell'accesso alle manifestazioni culturali, dell'erogazione dell'acqua e dello smaltimento dei rifiuti si tratta, come ognuno può vedere, di una forma indiretta di quel salario sociale che il Cicciobello candidato premier promette a destra e a manca, ma il Cicciobello sindaco si guarda bene dal realizzare. Su questo, i Giovani Comunisti stanno preparando nuove iniziative, mentre il mio circolo è impegnato, insieme ai sindacati di base, per far sì che la delibera sugli appalti alle cooperative (dove la maggior parte di noi lavora) non rimanga lettera morta.
Complessivamente, dunque, il nuovo accordo con Rutelli e la giunta di centrosinistra non è una cosa seria e sono convinto che non porterà nulla di buono, né alla città, né al Partito, regalando anzi altri argomenti ad una destra che qui è già ampiamente maggioritaria e non perde occasione di mettersi alla testa di ogni situazione di disagio e di malcontento; in tutti i quartieri popolari Alleanza Nazionale è di gran lunga il primo partito e sono già una mezza dozzina le Circoscrizioni dove si è formata una nuova maggioranza di centro-destra, rovesciando quelle di centrosinistra più PRC uscite dalle urne nel 97.
Credo che quelli che straparlano della presunta "popolarità" di Rutelli farebbero bene a farsi un giretto sugli autobus romani e ad ascoltare le voci della gente; se questo non gli bastasse, possono sempre andarsi a vedere i risultati delle ultime tre tornate elettorali romane, che nel 1998 hanno visto la vittoria schiacciante della destra alle proviciali, nel 1999 alle europee e nel 2000 alle regionali un buon viatico per le prossime politiche, non c'è che dire.

8) Infine una domanda maliziosa: Rutelli sembra essere il nuovo candidato del centrosinistra e da un mese a questa parte il partito sembra aver imboccato la strada dell'accordo con il centrosinistra. Ad occhio e croce a noi pare che in qualche modo l'andamento e gli esiti del congresso romano abbiano anticipato una dinamcia che poi si è rivelata di portata nazionale. Sbagliamo?

In premessa, devo dire che non ne posso più delle esternazioni estive da cui apprendo cosa farà il mio Partito; è successo l'anno scorso, quando ho saputo dai giornali che puntavamo ad un accordo con il centrosinistra in tutte le regioni e si è ripetuto quest'anno, quando ho appreso che puntiamo ad una "non belligeranza" con lo stesso centrosinistra. E' vero che poi sono fioccati precisazioni e distinguo, ma la prospettiva di una nuova desistenza non mi sembra affatto esclusa con la dovuta chiarezza.
In questo contesto, le pesanti interferenze del Segretario Bertinotti nella vicenda romana acquistano una rilevanza inquietante, che legittima la maliziosità della domanda: faccio fatica a credere che, a luglio inoltrato, l'eventualità della candidatura di Rutelli non fosse a conoscenza dei nostri dirigenti, e comunque il furore con cui ci si è impegnati per rientrare nella giunta romana - anche a dispetto dell'evidenza - non può non apparirmi sospetto. In ogni caso, si sta giocando con il fuoco: ogni giorno, ascolto compagne e compagni che sono disposti a farsi buttare fuori dal Partito piuttosto che votare i candidati del centrosinistra.
Anche qui, credo che la partita sia apertissima e tutta da giocare; sarebbe bello, per esempio, se nei territori emergessero candidature di protagonisti di lotte o iniziative significative e se il PRC le assumesse fino in fondo, indipendentemente dalle compatibilità con il centrosinistra. Non basta dire che ci presentiamo autonomamente nella quota proporzionale (ci mancherebbe pure!), la necessità che si avverte è quella di marcare e valorizzare l'autonomia di Rifondazione Comunista come soggetto politico "altro" dallo sfacelo del centrosinistra: non teorizzo nessuno "splendido isolamento", ma propongo un percorso politico che renda finalmente credibile agli occhi di milioni di proletari l'alterità dei comunisti e li faccia riconoscere come interlocutori naturali e affidabili.
Diciamoci la verità: la destra vince perché questa sinistra fa schifo, non per sua forza intrinseca. Polo e Lega non aumentano il proprio consenso, è il popolo di sinistra che non va più a votare, disorientato e disgustato.
Spero che le compagne e i compagni di REDS comprenderanno e perdoneranno la superficialità di molte mie risposte, ma gli argomenti da affrontare erano talmente tanti e densi di implicazioni che sarebbe necessario un seminario per affrontarli correttamente; mi auguro solo che questo mio parzialissimo contributo possa essere utile per comprendere quello che sta succedendo fra i comunisti romani e, soprattutto, che bisogna trovare forme di comunicazione e di dibattito libere dalle sclerosi congressuali quello che più mi ha fatto male, in tutta la nostra vicenda congressuale, è stata la consapevolezza che i veri motivi per cui vale la pena di impegnarsi e anche di discutere aspramente non sono quasi mai emersi, sopraffatti da logiche di schieramento dettate da interessi estranei alle tensioni e agli interrogativi dei nostri militanti. Non a caso, per soffocare queste tensioni e questi interrogativi, qualcuno ha pensato bene di "pompare" il tesseramento con centinaia di inutili idioti che prima di questo Congresso nessuno aveva mai visto e che, con tutta probabilità, nessuno vedrà mai più.