Internet e comunismo.
Una intervista a Paolo Frontoni del circolo di Torpignattara, Roma. E' un circolo che ha attivato in sede una sorta di "scuola popolare" di informatica, che gli ha permesso, insieme ad altre attività, di costruirsi un radicamento territoriale piuttosto consistente. Abbiamo dunque posto a Paolo, responsabile per il circolo di questo progetto, una serie di domande, per fornire utili indicazioni ai circoli che volessero seguirne l'esempio. REDS. Novembre 2000.


Con questa intervista diamo inizio ad una serie di materiali che hanno l'intento di presentare alcune esperienze positive di attività di circolo. Abbiamo "scoperto" il circolo di Torpignattara, Roma, indagando sul rapporto tra PRC e web. Ci ha colpito del sito di questo circolo, oltre al fatto di essere piacevole e ben organizzato, la pubblicità ai corsi di informatica organizzati dal circolo stesso. Abbiamo posto dunque a Paolo Frontoni, il compagno che si occupa di organizzare questo progetto, alcune domande, per fornire utili indicazioni ai circoli che volessero seguirne l'esempio.

Prima di tutto: ci parli di Torpignattara? Che quartiere è, chi ci abita, la presenza associativa...

Torpignattara è un quartiere periferico di Roma. Per chi è pratico il punto di riferimento è Largo Preneste (Via Acqua Bulicante - Via Casilina). Pochi insediamenti industriali ma molta densità abitativa. La Circoscrizione (la sesta) viaggia intorno ai 150.000 abitanti, molti extracomunitari, molta gente che fatica a tirare avanti una vita dignitosa. Ma considerati i tempi, in giro c'è di peggio. Malgrado questa Giunta circoscrizionale dove Rifondazione è presente,abbia tentato di imprimere una svolta sotto lo slogan "da periferia a centro", difficile effettivamente è il compito di chi cerca di cambiare il corso degli eventi impressi dalla politica a livello centrale che poco lascia alle periferie se non il compito di dare una pennellata di verde al patrimonio di ville che pure nel quartiere esistono. Il tutto condito poi da una difficile situazione a livello di centri di aggregazione sociale che è lasciato ai pochi centri di accoglienza e di presenza associativa per lo più di area a noi vicina come la ex Snia Viscosa, l'Associazione Casale Garibaldi, e qualche comitato di quartiere che fa sempre più fatica ad intercettare la presenza e la partecipazione della gente.

Ci puoi fare una breve storia del circolo? E' sempre stato vivace o ha avuto degli alti e bassi?

I Circoli di Rifondazione nella Circoscrizione sono due; il nostro e quello di Tor De Schiavi. Il Circolo di Torpignattara è sicuramente quello con la storia più importante alle spalle. Della sua nascita si sono perse le memorie storiche. Si dice sia li da sempre, quantomeno dall'immediato dopoguerra. Prima sede del PCI, poi, fin dalla sua nascita, sede di Rifondazione. Ha vissuto e respirato tutte le fasi storiche più difficili della sinistra, tutte le scissioni non ultima quella del 98 che ne ha decapitato i vertici lasciando ai compagni più giovani il compito e l'onere di rinverdirne i fasti. Pensate che da alcuni libri che teniamo come memoria del Circolo, intorno agli anni 60, la sezione dell'allora PCI vantava qualcosa come 1.500 iscritti, quanti metà degli iscritti oggi alla federazione romana di Rifondazione. I tempi sono cambiati, oggi ne abbiamo appena un centinaio ma cerchiamo di rinverdirne i lustri per quanto possiamo. Gli ultimi anni, non ce lo nascondiamo, sono stati i più duri. Paghiamo lo scotto di una società sempre più disgregante e individualista e una politica interna a Rifondazione che crea diversi momenti conflittuali non sempre ricucibili.

Dunque i corsi di informatica. Da quello che abbiamo letto insegnate a navigare in internet, i programmi di Office, Windows, la costruzione di siti... Ci puoi spiegare bene come sono organizzati questi corsi, chi ci viene, chi e quante persone se ne occupano, i mezzi a disposizione?

Abbiamo messo al centro del sito e della nostra "copertina" i corsi di informatica per diversi motivi. Prima di tutto pensiamo che un Circolo di Rifondazione debba poter essere uno strumento vitale del partito, un luogo di aggregazione sociale, un riferimento sul territorio per qualcosa che sappiamo fare e facciamo con piacere verso gli altri. Così abbiamo pensato a quella che definiamo oggi una vera e propria rivoluzione culturale; l'informatica. Per questo la chiamiamo scuola di alfabetizzazione un po' ricalcando le orme del vecchio PCI cercando di offrire alla popolazione un servizio che metta quanta più gente possibile in grado di servirsi di quegli strumenti essenziali per conoscere, apprendere, tenersi informata e comunicare utilizzando quei mezzi che questa società ci mette a disposizione magari con altri intenti e con altri scopi. Dalla conoscenza nascono le idee, dalle idee nasce la possibile rivoluzione in rete. Pensiamo ai movimenti di Seattle, Washington e Praga ! Pensiamo alla rete di Lilliput. Dentro questo partito la comunicazione è ancora un ostacolo allo svilupparsi di movimenti di aggregazione. Costruiamola. Abbiamo sette computers. Facciamo non meno di 15 corsi l'anno e stiamo per dare avvio ad una vera e propria scuola di formazione sperimentando un'attività di laboratorio nel quale speriamo vengano ad apprendere e magari anche ad insegnarci qualcosa altri Circoli ed altre Federazioni. Vogliamo lavorare insieme è questo il nostro massimo progetto. Un punto dove si incontrino conoscenze, si formino esperienze e si lavori insieme. Facciamo corsi in un'aula ma ne stiamo attrezzando già un'altra. E questo ci consente di tenere aperto il Circolo alla presenza esterna praticamente ogni giorno. Vengono compagni del nostro Circolo o di altri Circoli, amici, conoscenti, simpatizzanti o persone che intercettano i nostri messaggi pubblicitari. Ci sono non meno di 6/7 compagni che insegnano le varie discipline ed altri che ci aiutano in vario modo ma che non sono per questo meno indispensabili. Alcuni sono di mestiere, altri studiano informatica altri per attitudini o capacità sono in grado di svolgere con buona competenza questo ruolo e lo fanno a titolo del tutto gratuito. Sul numero di partecipanti(ormai quest'anno ci avviamo a chiudere con una presenza di circa 200 persone che hanno partecipato) pur mantenendo i costi a livello di 30.000/70.000 lire per corso siamo in grado di dire che riusciamo non solo ad ammortizzare i costi ma anche a reinvestire in nuove apparecchiature per nuove iniziative

Vorremmo sapere qual è il percorso esatto che vi ha portato a questa iniziativa. Come è nata l'idea, come avete fatto a superare ostacoli concreti (uno tra tutti: i soldi), quali sono stati i vari passaggi compiuti per arrivarci.

Dopo l'ultima scissione che ci ha portato via il nucleo di compagni che governavano il Circolo e che sono passati ai Comunisti Italiani, ci siamo ritrovati l'eredità pesante di un Circolo da ricostruire senza un soldo giacchè l'ex tesoriere aveva .dimenticato di restituirceli. Non eravamo tanti, anzi e ci siamo guardati in faccia e ci siamo chiesti: che cosa sappiamo fare meglio ? E li è nato il nostro progetto. Abbiamo un bel Circolo, grande e abbiamo pensato di fare alcune cene sociali per riaggregare i compagni e riprendere un poco di entusiasmo. Il finanziamento è servito per l'acquisto di un proiettore usato e con quello abbiamo iniziato a trasmettere su maxischermo le partite della Roma. Dopo il primo anno abbiamo messo insieme una cifra che ci ha consentito di attrezzare una sala con alcuni computer. Ci siamo rivolti ad un negozio vicino al Circolo ed abbiamo stretto una "santa alleanza". Lui ci riforniva di computer usati, noi gli portavamo gente alla quale applicare uno sconto vantaggioso. Così siamo andati avanti con questa collaborazione. Oggi aspettiamo una fornitura di altri PC usati e speriamo di rifornire anche altri Circoli che ne facciano richiesta. Ma il progetto ovviamente è più ambizioso. Abbiamo allestito uno stand nostro all'interno della festa di liberazione facendo anche dei corsi serali su maxischermo. Abbiamo avviato un dibattito più largo sull'informatica come alfabetizzazione, come momento di aggregazione dei giovani e come cassetta degli attrezzi in grado di fornire quegli strumenti di costruzione di reti sociali e tematiche. Abbiamo in progetto l'utilizzo di videoconferenze che possano essere anche momenti di aggregazione politica sul territorio. Il tutto lavorando in una esperienza progettuale comune, trasversale verso i cittadini, verso i compagni e verso gli altri Circoli.

Che bilancio fate dell'iniziativa? Potete dire che il circolo si è radicato di più nel quartiere, ha aumentato la propria area di influenza, ecc.?

Non so dire se il Circolo abbia avuto un maggiore radicamento. Credo che sia la pratica politica a creare radicamento, i momenti di lotta, la creazione di situazioni di conflittualità e da questo punto di vista il progetto è solo uno strumento e per di più ancora in itinere. Se consideriamo la situazione di partenza, oggi ci sembra un sogno essere riusciti a dare vita anche solo a ciò che abbiamo fatto e le prospettive sono potenzialmente tutte da scoprire. Quel che è certo è che l'apertura nel territorio è stata massima ed oggi è difficile .. non conoscerci. Ma fa piacere anche trovare compagni anche di altre regioni che attraverso i nostri articoli o per voci che si diffondono ci chiedono aiuto o semplici consigli. Siamo noi che vorremmo chiedere a loro di lavorare insieme perché una rete si costruisce insieme pezzetto per pezzetto. Ma per considerare un bilancio dell'iniziativa, gli aspetti da considerare non sono solo questi. Abbiamo trovato una serie di iniziative di autofinanziamento, siamo in grado di creare giornali in rete o cartacei, volantini o materiale a supporto informatico utili al nostro agire politico. Sul nostro sito è presente in bella vista, ad esempio, il progetto della costruzione di un villaggio rom. L'area tematica del sito è servita non solo per raccogliere il materiale necessario alla battaglia politica, ma anche come punto di riferimento di tutti quei compagni, e sono stati tanti, che da varie parti di Roma hanno contribuito a far nascere e crescere questa rete cittadina. Ma quello che più ci rallegra è l'obiettivo unificante che ci permette di aggregare esperienze e giovani che diversamente difficilmente avremmo intercettato. Magari persone che non si sono fatte ancora una tessera ma che dà, tutto ciò che può dare, gratuitamente, al servizio di chi vuole imparare l'utilizzo di un computer. Cosa significa essere comunisti è un discorso sempre aperto ma queste persone sono tra le maggiori indiziate ad esserlo nei comportamenti se non nelle parole.

Siamo convinti che internet rappresenta un potenziale di democrazia non ancora pienamente sfruttato dalla sinistra. Abbiamo letto sui vostri documenti che dietro a questa vostra iniziativa c'è anche un'idea precisa sull'importanza per i comunisti di usare questo potenziale. Ce ne parli?

In parte credo lo abbiamo già spiegato. Internet di per se può voler dire tutto e niente. Internet e la rete globale può ed è al tempo stesso un potenziale escludente se si pensa a quale percentuale al mondo di soggetti può essere coinvolta e al tempo stesso un posto dove ancora, per il momento, le regole della censura politica, economica, commerciale non sono riuscite a porre la loro egemonia (si pensi a quanto è successo al sito di Napster, pur se con l'epilogo sconcertante di questi giorni). Ci saranno inevitabilmente tentativi di commercializzazione e di imbavagliamento ma per il momento il gioco tiene. Ci piaccia o meno è così, negarne l'assioma è come negarne l'esistenza tanto vale coglierne gli aspetti positivi che offre a costi relativamente bassi e sfruttarne le potenzialità che, a conti fatti, fino ad ora la comunicazione canonica non ci aveva ancora messo in condizione di utilizzare.
E poi c'è tutto un gioco non solo da capire, ma da sfruttare se ne saremo capaci; pensiamo a come Davide Linux può rivoltarsi contro il gigante Golia Microsoft. E su questo il gap che dobbiamo colmare è enorme. Semmai è da studiare come mai la sinistra, in tutto il mondo, è stata l'ultima a cogliere questo aspetto, ammesso che lo abbia già colto. Eppure di Internet la politica in generale già se ne serve, negli Usa siamo già al voto virtuale, ed oltre la sfera istituzionale i centri sociali sono all'avanguardia. A meno di due chilometri da noi, il Centro Sociale Forte Prenestino quest'estate è stata al centro delle cronache per aver ospitato un convegno-dimostrativo fra i maggiori "hacker" provenienti da tutto il mondo

Che progetti di sviluppo avete per il futuro?

Abbiamo in questi giorni aperto un'area del nostro sito all'indirizzo http://torpignattara.supereva.it dove stiamo raccogliendo le idee. Lo spazio, le attrezzature, il nucleo di compagni che lavorano su questo progetto già avviato ci consente di iniziare ora un lavoro dove far convergere le esperienze raccolte attraverso una scuola di formazione per Circoli, Federazioni all'interno anche di un obiettivo di carattere regionale. Il tutto mai abbandonando l'area del dibattito che stiamo appena ora abbozzando e che ci consente di elaborare parallelamente un obiettivo politico dinamico e razionale. L'intenzione ovviamente è quella di coinvolgere quanti più soggetti possibili. Siamo convinti che tanti compagni abbiano quelle conoscenze tecniche e quelle capacità che noi non abbiamo e dovremo prima o poi far emergere queste potenzialità coinvolgendole in un progetto più ampio del nostro. Anche mettere insieme intorno ad un tavolo dei Circoli che sono in procinto di avviare questa esperienza può essere un indizio positivo e le premesse ci sono.

E ora facciamo gli avvocati del diavolo: non c'è il pericolo che iniziative di questo genere trasformino il partito in una specie di erogatore di servizi che dovrebbero spettare allo stato? Non c'è il pericolo di trasformare il circolo in una associazione ricreativa?

Non è certo la prima volta che ci viene rivolta questa osservazione e non sarà l'ultima e sarebbe sciocco negarne la validità. E' un dubbio che ci deve sempre accompagnare per non perdere di vista il fine perché altrimenti i rischi ci sono e ci sono tutti. Ma le associazioni di volontariato, i centri sociali, le cooperative, la Chiesa, la protezione civile appoggiata sul volontariato, la banca del tempo, la ricerca sul cancro o sulla distrofia muscolare,quanti ce ne sono di questi esempi ? Sono tutti uguali ? Non è un obiettivo del partito porsi in rapporto di sussidiarietà con chi, Stato o aziende dovrebbero porsi la formazione o come li hai chiamati, "i servizi" come carico nei confronti dei cittadini o dei lavoratori in genere, anzi ! La scuola di alfabetizzazione è per questo accompagnata dal dibattito permanente sull'alfabetizzazione e sulla comunicazione come elemento politico di discussione interna al progetto. Nel momento stesso in cui ci poniamo come servizio ai cittadini, sia che apriamo uno sportello Circoscrizionale, sia che formiamo un Comitato, sia che rendiamo un servizio come quello di cui stiamo parlando, l'obiettivo politico rimane. Dobbiamo creare situazioni di conflittualità proprio nello sviluppare quei momenti di criticità propedeutici e pregiudiziali alla costruzione del conflitto. Per questo diciamo che i nostri referenti pur appartenendo a quella classe sociale alla quale ci rivolgiamo, sono diversi dai soliti soggetti ai quali ci rivolgiamo "politicamente". Non sono inizialmente conflittuali, ma lo sono se partendo da una condizione apparentemente apolitica, scoprono le condizioni di appartenenza dietro ad un corso che facciamo a prezzi politici per uno scopo volontaristico ma conflittuale con lo Stato o con le Aziende che riversano sull'individuo i costi della formazione. E così si avvicinano a noi, al Partito, all'idea di ciò che è giusto e ciò che invece non lo è e spesso l'esempio che diamo nel nostro agire è più convincente di tanti discorsi ben conditi ma poco attuati. Faccio un esempio, abbiamo organizzato dei corsi ad appartenenti ad una Associazione di disoccupati parallelamente alla loro partecipazione alla Camere del Lavoro e del non Lavoro e ce li siamo ritrovati vicini al corteo in occasione della manifestazione nazionale. E poi parlano gli iscritti che abbiamo fatto con questa iniziativa e che ora fanno anche parte del direttivo di Circolo per non parlare dei tanti compagni che, altrimenti spinti al margine delle iniziative politiche, si sono almeno ritrovati coinvolti in un lavoro dove convogliare il proprio entusiasmo e la propria presenza fattiva e partecipativa.

Nella pagina del vostro sito abbiamo notato altre attività: uno sportello scuola, una campagna di solidarietà con i rom... ci descrivi le attività complessive del vostro circolo ?

Molti compagni iscritti al nostro Circolo appartengono al mondo della scuola e sono in gran parte iscritti ai Cobas per cui immagina il livello di conflittualità che riversano in questo momento sulle iniziative di lotta contro le proposte del Governo e per la costituzione delle RSU. Lo sportello Circoscrizionale, alla presenza dei nostri Consiglieri della VI è un momento di confronto con i cittadini del quartiere ogni martedì dalle 18 alle 20. La campagna di solidarietà con i Rom di Via dei Gordiani, l'unica comunità presente sul nostro territorio, è andata poi al di là del conflitto territoriale con la costruzione di una rete cittadina specie in coincidenza con la primavera e l'estate scorsa dove, come ricorderai, il clima di recrudescenza nei confronti degli "zingari" ha toccato dei livelli di imbarbarimento mai raggiunti in precedenza. E poi l'inchiesta, affiancando le camere del lavoro e del non lavoro. Abbiamo rinnovato un'area del nostro sito dedicandola a queste esperienze. Sono tutte iniziative che per appartenenza, per peculiarità dei nostri iscritti e dei nostri militanti oltre che per coscienza politica, stiamo portando avanti con tante difficoltà ma anche con grande entusiasmo e questo entusiasmo è più importante dei sacrifici che ci richiede.
Ciò che volevo dirti in conclusione, scusandomi se sono stato troppo prolisso, è che troppo spesso ci dimentichiamo di ciò che sappiamo fare meglio e che potremmo mettere al servizio degli altri, per ritrovarci nei Circoli ad aprire dibattiti su ciò che dovremmo fare senza che gli altri ne siano coinvolti e partecipi. Prima mi chiedevi se un Circolo offrendo servizi rischia di diventare ricreativo ! Mi domanderei invece se un Circolo nell'offrire discussioni spesso accademiche rischia di diventare un luogo di esercitazioni retoriche per pochi eletti. Direi che dipende tutto da come lo si fa.

Circolo prc Torpignattara

Roma 5 novembre 2000