A proposito di elezioni e dintorni.
L'appello promosso dai compagni di Padova, Torino, ecc. contro la tattica della non belligeranza ha suscitato molte discussioni. Riportiamo l'intervento critico verso l'appello del segretario di Padova del PRC. Gennaio 2001.


Da tempo un gruppo di compagni ha promosso un appello dal titolo "2001 per una posizione elettorale autonoma del PRC."

La prima parte contiene la definizione di alcuni elementi di programma, preceduti da una nota che li definisce un primo tentativo della base per delineare priorità e discriminanti.

Non mi soffermo sulla pesante pretesa di questi compagni, alcuni dei quali segretari di circolo e membri di comitato federale ,di rappresentare la base del partito, che all'interno delle istanze di cui fanno parte con ruoli dirigenti non è nemmeno stata chiamata a discutere, ritengo più utile ragionare sulla sostanza della proposta.

Cominciamo intanto dagli elementi di programma.

"Crediamo che il programma, chiaramente alternativo alle politiche neoliberiste e riformiste dei due poli, debba svilupparsi lungo quattro direzioni fondamentali:

Sorvolando sulla possibile contraddizione fra riformismo e neoliberismo , essendo evidentemente possibile una politica di riforme di segno contrario alle politiche neoliberiste, entriamo nel merito dei cosi detti quattro punti.

1) Tutela della pace : progressiva riduzione delle basi Nato in Italia fino al loro definitivo allontanamento dal territorio.

Mi pare che il Prc Abbia nel merito una posizione più avanzata ,avendo chiesto lo scioglimento della Nato anche in ragione del venire meno delle pretese ragioni costitutive.

2) Tutela del lavoro: creazione di un sistema lavoro basato sulla rotazione degli incarichi, la certezza del salario e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Qua siamo nella notte più fonda.

Perché se per rotazione degli incarichi si intende la rottura della separazione fra lavoro intellettuale e manuale, tra lavoro di esecuzione e di direzione ,è evidente che si tratta di altra cosa di un semplice elemento di programma elettorale ,se invece si tratta di semplice rotazione degli incarichi di lavoro è bene che i compagni si informino sulle caratteristiche dell'attuale organizzazione capitalistica del lavoro.

Ancora meno chiaro è il punto relativo alla certezza del salario. Si intende garanzia del reddito, salario sociale per i disoccupati, per i giovani senza lavoro? , se è questo la cosa più gentile che si possa dire è che andrebbe meglio esplicitato. Esiste , come ampiamente sottolineato nei documenti ,nel nostro intervento nei luoghi di lavoro, dalle proposte fatte dal partito nell'ultima finanziaria, una formidabile questione salariale, dei bassi salari che vengono
erogati.

Nulla a che vedere con la certezza del salario , nel rapporto di produzione capitalistica null'altro che il costo della riproduzione della forza lavoro , che i padroni per quanto ben intenzionati a mantenere ,almeno in questa fase storica, il più basso possibile non possono né intendono negare.

La sicurezza nei luoghi di lavoro è oggetto di una legge, la 626 ,che nessun partito potrebbe oggi mettere in discussione.

Su questo punto l'elemento determinate è ,ieri come oggi ,la capacità dei lavoratori e delle loro rappresentanze di base di far valere i propri diritti ,di esercitare un effettivo controllo sull'organizzazione del lavoro e sulle forme di erogazione della prestazione lavorativa.

Una questione che attiene alla nostra capacità di costruire il partito nei luoghi di lavoro, alla crescita di un nuovo soggetto sindacale di classe , così come proposto nel nostro documento per la conferenza dei lavoratori e delle lavoratrici comunisti/e.

3) Tutela dei diritti sociali. Difesa e ampliamento delle conquiste dello stato sociale. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con il finanziamento dalla Tobin Tax. Questi diritti possono essere mantenuti ed ampliati attraverso diverse politiche economiche che non hanno affatto bisogno per essere sostenute ,almeno nel nostro paese, di una forma di tassazione come quella sui movimenti dei capitali ,per quanto giusta e necessaria e che potrebbe avere anche altre finalità, ma attraverso una lotta più energica alla evasione fiscale e contributiva ,attraverso il blocco e l'inversione delle politiche di
deregulation del lavoro. Anche qua compagni siamo a un livello molto basso rispetto alle riflessioni e alle proposte del nostro partito.

4) Tutela dell'ambiente: introduzione di reti di servizi per l'osservazione del degrado ambientale , arresto della rapina dell'ambiente fisico e lotta drastica ad ogni forma di speculazione industriale ed edilizia.

Compagni ,qui non abbiamo bisogno di osservare niente. Il degrado del territorio il dissesto idrogeologico del nostro paese, i livelli di Inquinamento raggiunti nelle aree metropolitane, i disastri prossimi venturi sono ormai sotto gli occhi di tutti.. Si è aperta una contraddizione insanabile tra logica interna propria ed ineludibile del capitale alla sua valorizzazione e la riproduzione della vita stessa sul nostro pianeta. Un volantino dei compagni del Forum ambientalista titola così "il capitale contro la natura". Altro che osservazione del degrado ambientale!

Il nostro tanto vituperato partito ha prodotto su questo terreno un lavoro straordinario , non solo dando vita al forum ambientalista di cui vi consiglio di seguire i lavori e leggere i documenti , tanto per non sparare cazzate , detto senza alcuna volontà polemica, ma ha avanzato in sede parlamentare proposte precise con emendamenti alla legge finanziaria

Per la difesa del suolo , interrogazioni con richiesta di mappatura delle zone a rischio, ha avanzato una proposta di legge dal titolo "disposizioni concernenti la definizione e la gestione del piano nazionale di delle infrastrutture e delle sicurezza " di cui vi cito una parte "C'è dunque bisogno di una grande opera di bonifica ambientale e territoriale in cui impegnare centinaia di tecnici ,geologi ,metereologi ,agronomi ecc .. E c'è bisogno di impegnare migliaia di operatori

Per lavori più manuali di sbancamento ,terrazzamento ,rinaturazione di corsi d'acqua, riforestazione e così via.

Una gigantesca impresa economica ,sociale ,culturale ,di riordino del nostro Paese, e in primo luogo delle regioni del mezzogiorno.

Un'impresa storica capace di creare nuovi posti di lavoro stabili a valore d'uso sociale ,non per questo assistenziali ma di grande produttività economica e sociale."

Credo compagni che nell'elaborazione degli elementi di programma ,che bontà vostra avete definiti aperti, sarebbe stato necessario avere più attenzione al grande sforzo di elaborazione in corso nel partito e al lavoro concreto che il partito con difficoltà ma con determinazione ,soprattutto del suo gruppo dirigente nazionale, gruppo parlamentare compreso cerca di
portare avanti.

Tutte cose alla portata di lettori attenti di liberazione e anche di mediocri navigatori, come me per esempio.

SECONDA PARTE.

I compagni scrivono che sono preoccupati delle trattative ufficiali e ufficiose con cui la dirigenza del Prc sta affrontando le prossime elezioni 2001.

Niente più alla luce del sole dell' interlocuzione aperta dal nostro gruppo dirigente nazionale. Su tutte le pagine dei maggiori quotidiani nazionali abbiamo vista chiaramente espressa la posizione del prc. Le richieste fatte al centrosinistra e la profonda insoddisfazione per le risposte che sono venute.

Su questa base è maturata è si è consolidata la posizione che molto probabilmente verrà ratificata dal comitato politico nazionale che si terrà, purtroppo, e su questo non sono per nulla d'accordo, a Febbraio.

La posizione che il Prc andrà ad assumere, salvo cataclismi, sarà questa: presentazione di un programma alternativo a centrosinistra e al centrodestra, presentazione di propri candidati nei collegi del Senato, presentazione di una propria lista con il simbolo al proporzionale della camera, nessun candidato ai collegi uninominali di quest'ultimo ramo del parlamento.

Naturalmente che il partito si presenti con il proprio simbolo nel proporzionale non mette nemmeno conto discuterne.

Su questo siamo ovviamente tutti d'accordo.

Il partito si presenta con propri candidati ai collegi uninominali del senato. La legge elettorale prevede ,una volta eletti i candidati al senato nei collegi, una ulteriore ripartizione degli eletti sulla base di un collegio unico nazionale a cui avranno accesso solo i partiti o le coalizioni che si sono presentati alla prima fase della competizione .IL prc per avere degli eletti quindi ,non partecipando ad alcuna coalizione e non avendo fatto alcun patto di desistenza, deve volente o nolente concorrere nei modi previsti dalla legge elettorale.

Sulla base dei risultati delle regionali ciò significa l'elezione da parte nostra l'elezione di 4 senatori ed una probabile vittoria della destra ,sempre su quella base.

Un punto cari compagni già da solo molto difficile da sostenere , ma che ha un ovvio fondamento oggettivo ,senza candidati all'uninominale ,niente eletti .Una condizione per noi inaccettabile e nello stesso tempo un duro terreno di confronto con le altre forze politiche e particolarmente con il centrosinistra.

Un confronto difficile da reggere , ma che diventerebbe drammatico se questa scelta fosse da noi fatta anche nei collegi della Camera dove noi non avremmo la possibilità di eleggere un solo deputato all'uninominale.

L'indicazione del compagno Bertinotti come premier , a cui nessuna altra forza minimamente significativa sul piano elettorale sarebbe disponibile ad aggregarsi, ci esporrebbe come partito a una durissima campagna sul voto utile e all'accusa di aver favorito la vittoria della destra ,garantendo così un formidabile alibi ai gruppi dirigenti del centrosinistra, unici responsabili della probabile vittoria della destra. Una condizione in cui il nostro partito avrebbe sicuramente gravi difficoltà a recuperare quelle aree sociali e politiche ancora interne, anche se critiche, al centrosinistra e che la sua sconfitta elettorale potrebbe liberare.

Di più cari compagni, è bene che ci confrontiamo con la realtà. Con quello che è il nostro elettorato reale e potenziale.

Quello che sta ancora per larga parte dentro il così detto popolo della sinistra.

Questo nostro elettorato e già ora molto sensibile e lo sarà molto di più nel progredire della CAMPAGNA ELETTORALE alla paura di questa destra che si presenta con la faccia soave di Berlusconi , ma anche con quella xenofoba della Lega da una parte e con quella illiberale e autoritaria degli Storace di turno.

Questo elettorato compagni ,capace sicuramente di differenziare il voto ,potrebbe valutare negativamente la nostra scelta di concorrere senza alcuna possibilità all'uninominale della Camera mettendo così in discussione l'unica certa possibilità di avere una nostra presenza in parlamento, il raggiungimento della soglia di sbarramento del 4%.

Di contro , e le tendenze elettorali lo confermano ,non esistono se non limitatamente ad alcune aree ,elettoralmente poco significative , possibilità di recuperare l'astensionismo di massa.

Questa è una scommessa di ben altra portata da quella elettorale. E' una scommessa che ci interroga sulla nostra capacità di radicarci socialmente di essere il motore di un nuovo ciclo di lotte e di partecipazione attiva alla politica di vasti settori della società nel nostro paese. Di far vivere nel concreto la nostra proposta di alternativa di società.

Alcuni segnali di disgelo effettivamente ci sono stati ma sono ancora fortemente ridotti e minoritari. Da qui bisogna partire, ma per un lavoro di lunga lena che ancora non incontra il terreno della politica.

Noi non facciamo favori a nessuno, indichiamo con chiarezza un nostro programma che è realmente alternativo al neoliberismo sia nella sua forma attenuata , del centrosinistra, che a quella più radicale del centrodestra.

Scegliamo, in piena autonomia ,quella che appare la scelta più coerente per il nostro partito, nelle attuali condizioni, con estremo realismo e determinazione.

Tutto ciò non ha nulla a che fare con l'opportunismo .