Le elezioni a Rimini e il PRC.
La linea politica nazionale è percepita dagli elettori come radicale, eppure a livello locale si perseguono tattiche che vanno in direzione esattamente opposta. L'esempio di Rimini raccontato da Giona Di Giacomi del circolo di Cattolica. REDS. Maggio 2001.


Per due anni la città di Rimini è stata governata da Ravaioli, un sindaco del centro-sinistra, legato al partito Popolare. Già alle elezioni del 1999, in base a quello che era il programma della futura giunta di centro-sinistra, dopo una serie di incontri con le formazioni dell'Ulivo, il comitato politico federale del PRC aveva respinto a larga maggioranza qualsiasi ipotesi di accordo, sia alle comunali che alle provinciali. In effetti, come giustamente previsto, in questi due anni di governo, Ravaioli e la sua giunta si sono distinti per i loro legami con i poteri forti della città, albergatori e imprenditori edili, in particolar modo; per il generoso finanziamento alle scuole private; per non parlare delle propensioni ad esternazioni antiabortiste del sindaco e per la repressione degli immigrati e la totale tolleranza del lavoro nero. Puntuale è stata in questi anni la critica e l'opposizione del nostro partito. La giunta Ravaioli è caduta, o meglio decaduta, qualche mese fa in seguito ad un ricorso di incompatibilità tra la professione di Ravaioli (primario ospedaliero) e l'incarico di sindaco, in base ad una legge attualmente superata. Anche in occasione di queste elezioni, il PRC di Rimini aveva deciso all'unanimità di presentare la propria candidatura autonoma rispetto a quella dell'Ulivo.

Alle politiche il PRC di Rimini ha confermato il risultato positivo espresso a livello nazionale in termini di recupero di voti, sia rispetto alle europee del '99, che alle regionali del 2000 (dove il PRC si presentava insieme all'Ulivo). Meno positivo era il risultato alle comunali, dove sicuramente ha pesato l'assenza di campagna elettorale sulle questioni locali, annullata dalle elezioni politiche nazionali. In ogni caso il PRC a Rimini manteneva il suo consigliere comunale e otteneva dei buoni risultati nei quartieri popolari, risultando determinante per il ballottaggio. Ed è a questo punto che si verifica la svolta repentina. Spinto dalla assoluta necessità dei voti di Rifondazione, Ravaioli convoca i dirigenti riminesi del PRC e firma univocamente dei punti programmatici che andrebbero ad integrare, in caso di apparentamento, il programma del centro-sinistra. Si tratta di vaghe indicazioni nel campo dell'urbanistica, la concessione di un edificio per un centro sociale e una serie di buoni propositi nel campo della lotta al lavoro nero. Assente la questione del finanziamento alle scuole private, e delle grandi opere pubblico-private (vedi metropolitana di costa) con il loro deleterio impatto ambientale.

Il giorno venerdì 18 maggio viene convocato d'urgenza il Comitato Politico Federale di Rimini per valutare la proposta di apparentamento. Tale riunione era stata preparata con cura da parte della segreteria provinciale telefonando a tutti i compagni, ricordando loro che lo stesso Bertinotti voleva l'accordo e che, in caso contrario, si minacciava il commissariamento, e che, infine, quanto concesso da Ravaioli era veramente qualcosa di straordinario.
Occorre tener presente la situazione della Federazione di Rimini. Da anni è entrata in una pesante crisi organizzativa che ha portato alla chiusura di due circoli comunali nella stessa Rimini e ad un calo di iscritti, ma soprattutto di militanti. Solo in pochi rarissimi casi, durante il 2001, il comitato politico federale ha potuto raggiungere il numero legale di presenti. Nemmeno in occasioni particolari quali l'approvazione del bilancio o la stessa approvazione delle liste per le comunali di Rimini,si era raggiunto il minimo dei presenti (in questa occasione, addirittura non era stato possibile trovare il numero sufficiente di candidati riminesi per la lista comunale e si era dovuto attingere a compagni di altri comuni). Ebbene, al federale del 18 maggio, il comitato politico era presente al gran completo, segno che l'appello alle truppe cammellate ancora funziona. E così compagni e compagne che non si vedevano da mesi, estranei ed assenti al dibattito politico, hanno votato a larghissima maggioranza (15 a favore, 7 contrari, e tre astenuti) l'apparentamento sponsorizzato da Bertinotti, facendosi convincere da argomentazioni molto simili a quelli usati dai DS e dai cossuttiani contro di noi: non bisogna consegnare il paese alle destre, non possiamo prenderci la responsabilità di far governare la destra, ecc... Hanno votato contro l'apparentamento alcuni pezzi ormai dispersi della vecchia mozione due, e compagni della maggioranza tra i quali il sottoscritto e il candidato al Senato.

Durante la campagna elettorale, davanti agli attacchi di Comunione e Liberazione contro l'apparentemento e alle sortite del vescovo di Rimini che rispolverava la storia dei cavalli dei cosacchi pronti ad abbeverarsi anche alle fontane di Rimini, il candidato a sindaco del PRC (nonché segretario regionale, Cesare Mangianti) si è affrettato a rassicurare il vescovo sui legami di amicizia e sulle affinità, sulle questioni sociali, tra nostro partito e la chiesa. Lo stesso Mangianti aveva descritto Ravaioli, qualche giorno prima dell'accordo, come un incapace.

E così Ravaioli ha vinto, il PRC ha guadagnato un altro consigliere (Gambuti) e la promessa di un assessore e di un presidente di quartiere (gli é già stato negato quello del quartiere dove é presente il centro sociale).
I consiglieri di Rifondazione non sono determinanti per la maggioranza e come primo segnale del nuovo corso di Ravaioli, sono stati inviati i vigili a far sgombrare una pensione che ospitava dei senegalesi ottenuta dopo una serie di lotte alle quali aveva partecipato attivamente anche Rifondazione Comunista. Alla reazione di alcuni compagni di Rimini che avevano protestato contro questa misura inviando una lettera ai giornali, lo stesso Gambuti rispondeva prendendo le difese di Ravaioli e dichiarando testualmente che "Rifondazione é per la difesa della legalità" (erano state trovate diverse copie di CD pirata nelle abitazioni dei senegalesi).
E così invece di combattere il lavoro nero, la giunta Ravaioli continuerà a dedicarsi a reprimere gli extracomunitari, come ha sempre fatto, ma questa volta con la copertura del PRC.